Se è un incubo, prendeteci a schiaffi. Non pizzicotti, proprio schiaffi. Perché coi pizzicotti non ha funzionato: stiamo ancora dormendo. Ieri sera era sonno profondo, talmente tanto profondo che – pensate – abbiamo sognato che la Reggina perdeva in casa contro la Gelbison Cilento Vallo della Lucania, contestata dalla Curva Sud, a sua volta contestata dai tifosi di Tribuna. Un litigio interno al Granillo. Proprio un incubo, sì. Ah, dite che non è un incubo? E’ tutto vero? No, dai, schiaffi, schiaffi su entrambe le guance. Perché altrimenti, a meno che non ci fossimo risvegliati oggi dopo due anni di coma, non dovremmo meravigliarci.
Come scritto nel titolo, infatti, è tutto regolare: il disastro continua, come ampiamente previsto e prevedibile. Come ampiamente scritto da StrettoWeb e da tutti coloro dotati di una spina dorsale, considerati però “nemici” (che poi, restando in tema, “definisci nemico”) da parte di chi si professa “tifoso vero” (evidentemente quando si potevano ritirare le patenti, tanti erano al mare), difensore, lecchino, megafono e depositario della verità. La verità, unica e sola, è che la Reggina è al terzo anno di Serie D e che questo è cominciato ampiamente peggio degli altri, già pieni zeppi di inutili alibi. La verità sono i fatti e i fatti dicono che in quattro gare la squadra ha raccolto quattro punti, ha subito cinque gol, ne ha segnati quattro, ha già raccolto due sconfitte, una in meno delle tre totalizzate l’anno scorso in tutta la stagione.
Un disastro, ma neanche su questo ci si doveva meravigliare: su Barranco (neanche stessimo parlando di Batistuta) è stata fatta la guerra per qualche migliaio di euro, accusando il procuratore – perché, giustamente, la colpa è sempre degli altri – e rimpiazzando l’argentino con un attaccante con un curriculum di sola Eccellenza (Ferraro, all’esordio in D l’anno scorso a Sambiase) e con un centravanti di età avanzata che negli ultimi 6 mesi a Catania era stato più in infermeria che in campo. Senza dimenticare Edera, seppur ieri migliore in campo, negli ultimi anni spesso infortunato (così come in questa prima parte di stagione). Difatti, la squadra che l’anno scorso si era resa protagonista di un filotto importante di vittorie, è stata rivoluzionata, come fatto capire dallo stesso Trocini di recente. L’ennesimo disastro, le ennesime scelte sbagliate di una società che, se i campionati si giocassero ad agosto, sarebbe già in Serie B, anzi di diritto in Champions League. Perché ad agosto si vince sempre: “siamo i più forti, siamo i migliori, vinceremo”. E poi un anno c’è l’inizio in ritardo, un altro gli arbitri e la Vibonese che si scansa e ora chi?
Lo scempio del Granillo
La realtà è che, se si è arrivati a tutto questo, la responsabilità è ampiamente della piazza, della città, della tifoseria, che ha permesso lo scempio di questi due anni e anche di queste prime settimane. In un’altra piazza, in qualsiasi altra piazza d’Italia e del mondo paragonabile a Reggio Calabria, al suo blasone, alla sua storia e al suo bacino d’utenza, ci si sarebbe mossi molto prima, prima del tempo, per evitare che Ballarino potesse anche pensare di rilevare la Reggina. Ricordate come fu per Ilari? Talmente tanta rabbia e contestazione dalla città, che neanche si avvicinò, al di là delle situazioni assurde di allora.
E invece, a questo personaggio, è stato permesso di tutto. Di entrare, di offendere, di calpestare, di ingannare, di illudere, con la gentile complicità della politica, di parte di stampa e della tifoseria – appunto – quella che, per il terzo anno di fila, ha deciso di finanziare le casse di un proprietario altrimenti immobile e incapace di potersi auto-sostenere. Per il terzo anno di fila. In Serie D. E’ allucinante. Ed è ancora più allucinante che i tifosi di Tribuna, ieri sera, possano essersi arrabbiati contro quelli di Curva, che finalmente, dopo tre anni, hanno alzato la testa e contestato chi avrebbero dovuto contestare molto prima.
Mai si era vista una roba del genere. Mai. Da 30 anni (quelli di chi scrive) sicuramente, ma anche da prima. Mai i tifosi della Reggina avevano litigato tra di loro, durante una partita, allo stadio, al Granillo, il tempio del tifo amaranto, uno dei pochi luoghi della città che – storicamente – ha sempre unito tutti. Ieri è successo, per la prima volta. Scene vergognose. Vergognose come chi ha avuto il barbaro coraggio – ancora, ancora – di difendere questa società attaccando una Curva che ha smesso di “accompagnare” le bugie del club. Un episodio, però, che ha messo in luce un fatto purtroppo ormai acclarato: altro che Serie D, oggi questa piazza merita la Terza Categoria.
Incapace di ribellarsi, incapace di urlare, incapace di prendere una posizione forte e coerente, a costo di essere impopolare. Sempre pronta ad aspettare il messia di turno, il papà, il cittadino onorario e il genio della finanza. Sempre pronta a genuflettersi, incoerente e schizofrenica proprio come la posizione assunta dagli ultrà in questi tre anni. Gli stessi ultrà che a Messina hanno disertato lo stadio per molto meno, l’anno scorso, ritornati sugli spalti solo ora che Sciotto è andato via. Gli stessi ultrà che in Serie B, oggi Serie C – altro che Serie D – a Cosenza hanno deciso di presentarsi in mille allo stadio per protestare contro Guarascio, che rispetto a Ballarino sarebbe un mix tra Berlusconi e Aurelio De Laurentiis.
Quello di ieri è stato il punto più basso della storia. Ma noi, che non ci siamo mai meravigliati di nulla, continueremo a non farlo, nel senso che non ci meraviglieremmo se dovesse esserne toccato un altro ancora più basso, considerando la mediocrità culturale e sociale in cui questa città è finita, in tutti i settori. Lo sport era uno dei pochi elementi di unione, ma poi è arrivato “NinoBallarino”. E ora ve lo tenete…



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