Palermo, la morte dell’architetto Onorato verso l’archiviazione: la famiglia si oppone

La procura di Palermo segue la strada del suicidio per la morte di Angelo Onorato, trovato morto nella sua auto a Palermo il 24 maggio dell'anno scorso

Angelo Onorato, l’architetto trovato morto nella sua auto a Palermo con una fascetta legata al collo il 25 maggio dell’anno scorso, pare che “risultava gravato da una situazione debitoria significativa, sia a titolo personale che attraverso le società a lui riconducibili” ed era “consumato dalle preoccupazioni” secondo le indagini. La On.Imm, la s.r.l fondata dal palermitano e successivamente ceduta, disponeva di esposizioni per circa un milione e mezzo di euro. A ciò si aggiungevano rateizzazioni con l’Agenzia delle Entrate, contenziosi con fornitori e banche.

In particolare vi è “una pretesa di 950 mila euro per una lottizzazione edilizia nel comune di Capaci”, lo scrive la procura di Palermo nella richiesta di archiviazione dell’inchiesta per la morte dell’uomo. La procura propende per il suicidio. A rafforzare questa tesi è anche quanto detto dalla moglie di Onorato, Francesca Donato, che ha consegnato agli investigatori della squadra mobile una lettera scritta dal marito, ricevuta poco prima dall’avvocato Fabrizio Macchiarella.

La preoccupazione di Donato nella lettera lasciata alla moglie

Nel documento emergevano “preoccupazioni per minacce esterne” e “turbamenti personali non ricollegabili a terze persone” in un testo che appare come un ultimo saluto alla moglie, dove racconta delle sue ultime notti dove “notti sono lunghissime e mi assillano dei pensieri tristi che ti giuro cerco di allontanare“.

Nel testo, Onorato non ha mancato di raccomandargli che, se gli fosse successo qualcosa, di rivolgersi immediatamente Macchiarella “È molto in gamba, credo mi voglia bene”. Onorato ha scritto anche: “Qualcuno mi vuole molto male ma non voglio coinvolgerti perché non vorrei mai che qualcuno possa averla con voi”. L’autopsia ha stabilito che la morte è avvenuta “per arresto cardiocircolatorio dovuto ad asfissia da strangolamento”, ma sul corpo “non sono stati rilevati segni riconducibili a colluttazioni” scrive la procura. Le analisi del Ris hanno individuato i soli profili genetici di Onorato e Donato, escludendo profili ignoti.

Nessun esito dai tabulati telefonici, dalle verifiche sui dispositivi informatici, dai filmati di videosorveglianza lungo il tragitto compiuto dall’uomo in auto. Neanche le intercettazioni che hanno coinvolto familiari, amici, imprenditori legati alla vittima hanno fornito esiti: “Si sono rivelate prive di contenuti concretamente utili ai fini dell’individuazione di un possibile autore del delitto”, si legge nella richiesta di archiviazione. E ancora: “I soggetti di volta in volta intercettati si sono limitati a considerazioni personali, ipotesi soggettive, supposizioni e commenti emotivi”. La famiglia di Onorato però non crede alla tesi del suicidio e ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione. Ora la parola passerà al Gip che dovrà deciderne le sorti.