“Siamo in via Santa Cecilia, davanti a una rosticceria/panificio già più volte segnalata. Questa è la situazione che i nostri operatori hanno trovato nel giorno dell’indifferenziato. Una vera e propria montagna di rifiuti, conferiti in modo scorretto, al di sopra delle regole, senza alcun rispetto per la città e di chi la vive. Abbiamo trasmesso tutto alla Polizia Municipale che si è subito recata sul luogo per gli accertamenti necessari. Non è più tollerabile assistere a scene del genere, sistematicamente, come se nulla fosse”, è quanto c’è scritto sulla pagina social della Messinaservizi Bene Comune, la partecipata che si occupa di rifiuti.
“E’ uno scempio”
“Qualcuno si chiede perché nei giorni dell’indifferenziato si registrino ritardi o criticità nella raccolta? Questo scempio è solo l’esempio di quello che troviamo ogni settimana nelle diverse aree Centro, Sud e Nord e che rappresentano la causa diretta dei rallentamenti nel giorno dell’indifferenziato. Conferimenti massicci, irregolari, senza esposizione di mastelli o carrellati, costringono gli operatori ad effettuare interventi straordinari, che congestionano non soltanto le attività di raccolta, ma anche quelle di trasporto e conferimento all’impianto in provincia di Palermo. Il giorno dell’indifferenziato non è una giornata per liberarsi di tutto. È il giorno dedicato al conferimento del “rifiuto non differenziabile”. Chi agisce così danneggia tutti perché rallenta il servizio e sovraccarica gli operatori, compromettendo l’intero sistema. Ritrovarsi costantemente a dover effettuare bonifiche e servizi straordinari non è accettabile. Tutti devono rispettare le regole. Nessuno escluso“, evidenzia la Messinaservizi.
“E oggi va detto con chiarezza, con l’entrata in vigore del DL 116/2025, queste condotte non si chiudono più con una semplice multa. In merito all’abbandono per i titolari di imprese o i responsabili di enti, la legge prevede arresto fino a due anni o ammende fino a 27.000 euro. Se i rifiuti vengono conferiti con l’uso di un veicolo, è prevista la sospensione della patente. Nei casi più gravi, si arriva fino a cinque anni di reclusione“, conclude la Messinaservizi



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