“Tutto questo è gratuito, pericoloso, irresponsabile. Non c’è bisogno di rischiare la propria incolumità di infilarsi in un teatro di guerra per consegnare aiuti a Gaza che il governo italiano avrebbe potuto consegnare in poche ore“. Presente a New York in vista del discorso di questa sera all’ONU, Giorgia Meloni commenta duramente la questione Flotilla, alla luce dei nuovi attacchi odierni, richiamando alla responsabilità anche i parlamentari italiani.
“Io non sono stupida: quello che accade in Italia non ha come obiettivo alleviare la sofferenza della popolazione di Gaza, ma attaccare il governo italiano. Trovo oggettivamente irresponsabile usare la sofferenza a Gaza per attaccare l’esecutivo“, aggiunge nel punto stampa.
Meloni ha condannato “fermamente l’attacco alla Flotilla su cui stiamo indagando“, poi si è rivolta proprio ai parlamentari a bordo, tra cui i dem Arturo Scotto e Annalisa Corrado, l’eurodeputato di Avs Benedetta Scuderi e il senatore 5S Marco Croatti – che “sono pagati per lavorare nelle istituzioni. Se il tema sono gli aiuti, quelli si potevano consegnare in sicurezza. Non si può rischiare l’incolumità delle persone per iniziative che mettono più in difficoltà il governo invece di aiutare concretamente. Siamo disponibili a riconoscere la Palestina ma non a riconoscere Hamas, – ha ribadito Meloni ai giornalisti a New York – Quando l’opposizione dice no alla nostra proposta di mozione cosa dice esattamente? Che non vuole il rilascio degli ostaggi? Che vuole Hamas nel futuro della Palestina? – domanda – La nostra proposta mette insieme le due necessità: fare pressione e dare indicazioni chiare sullo stato futuro di Palestina“.
Se l’intento della Flotilla è “forzare un blocco navale in un territorio di guerra questo comporta altre scelte. Chiedo alle forze di opposizione: in quel caso si ritiene che l’Italia dovrebbe, per proteggere queste persone, mandare le navi della marina militare e dichiarare guerra a Israele? Mi aspetto una risposta molto chiara da parte dei leader delle opposizioni che hanno i loro parlamentari a bordo delle navi. Voglio una risposta seria, perché non stiamo giocando a bocce, c’è una guerra e dobbiamo essere seri“.
Il premier fa sapere anche che il ministro Tajani “sta lavorando a un’altra proposta di mediazione che è consegnare questi aiuti a Cipro, al patriarcato latino di Gerusalemme che si assume la responsabilità di consegnarli – dice ancora la presidente del Consiglio – È una proposta sulla quale mi pare ci sia il consenso del governo cipriota, del governo israeliano, ovviamente del governo italiano. Stiamo aspettando una risposta dalla flottiglia. E io qui davvero faccio un appello alla responsabilità di tutti, perché non si può rischiare l’incolumità delle persone per fare iniziative che sembrano prevalentemente fatte non per consegnare gli aiuti, ma per creare problemi al governo“.
“Abbattere aerei russi vuol dire dare il via a escalation”
Meloni passa poi al conflitto in Ucraina. “La parola provocazione è una parola corretta, perché si tratta di provocazioni io penso che sia molto importante ragionare a sangue freddo, perché una escalation conviene solamente a Putin e alla Russia, che sono oggettivamente in difficoltà“, ha dichiarato il leader di FdI rispetto alle recenti incursioni di Mosca nei cieli dei paesi membri Nato. “Io penso che noi dobbiamo fare tutto quello che possiamo per non cadere in queste trappole e in queste provocazioni. È evidente che – puntualizza Meloni – in tutto il mondo, quando c’è un aereo militare che può rappresentare una minaccia che sorvola il proprio spazio aereo, si abbatte. Questo prevedono le norme“, ma questo non significa che “automaticamente” si dia il via a una un escalation.
Ancora, aggiunge, “penso che la Russia stia aumentando queste provocazioni, anche con droni, per due ragioni: la prima è impedire che i paesi europei inviino sistemi di difesa antiaerea in Ucraina. L’altra, banalmente, è che Putin – secondo me – cerca di spostare l’attenzione dal fallimento dell’offensiva estiva” visto che “il fronte non si è spostato” nella regione del Donbass e non solo. “La retorica sull’escalation con la Nato credo serva soprattutto a distogliere l’attenzione e l’opinione pubblica“, conclude Meloni.



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