Lavoro, Meloni: “Istat segnala aumento occupazione, più indeterminati e l’Italia cresce” | DATI

Giorgia Meloni segnala l'aumento dell'occupazione e la crescita rispetto al 2024: il Premier italiano guarda con fiducia alle rilevazioni Istat

Il tasso di disoccupazione a luglio cala al 6,0% (-0,3 punti rispetto a giugno), il livello più basso dal giugno 2007. Quello giovanile scende al 18,7% (-1,4 punti). È quanto emerge dalle ultime rilevazioni dell’Istat che sottolinea come nel mese, i disoccupati siano diminuiti di 74mila unità, calo che riguarda entrambe le componenti di genere ed è diffuso in tutte le classi d’età. I disoccupati sono 1 milione e 532mila. A luglio 2025 il numero di occupati aumenta di 13mila unità su giugno e 218mila sull’anno. Lo dice l’Istat sottolineando che, nel mese, il numero di occupati è pari a 24 milioni 217mila (+0,1% su giugno).

Le rilevazioni dell’Istat sull’occupazione: i dati

Aumentano i dipendenti permanenti (16 milioni 448mila) e i dipendenti a termine (2 milioni 567mila), mentre diminuiscono gli autonomi (5 milioni 202mila). Su base mensile, il tasso di occupazione e quello di inattività crescono, raggiungendo il 62,8% e il 33,2% rispettivamente, mentre il tasso di disoccupazione scende al 6,0%. “A luglio 2025, su base mensile, la crescita di occupati e inattivi si associa al calo dei disoccupati“, commenta l’Istat. L’aumento degli occupati coinvolge gli uomini, i dipendenti (permanenti e a termine), i 15-24enni e i 35-49enni; gli occupati diminuiscono invece tra le donne, gli autonomi e nelle altre classi d’età. Il tasso di occupazione sale al 62,8% (+0,1 punti). La diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-4,6%, pari a -74mila unità) riguarda entrambe le componenti di genere ed è diffusa in tutte le classi d’età, precisa l’Istat.

Il tasso di disoccupazione cala al 6,0% (-0,3 punti), quello giovanile al 18,7% (-1,4 punti). La crescita degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,2%, pari a +30mila unità) interessa le donne, i 25-34enni e chi ha almeno 50 anni; tra gli uomini, i 15-24enni e i 35-49enni il numero di inattivi è invece in diminuzione. Il tasso di inattività sale al 33,2% (+0,1 punti).

L’Istat precisa che anche confrontando il trimestre maggio-luglio 2025 con quello precedente (febbraio-aprile 2025) si osserva un incremento nel numero di occupati (+0,2%, pari a +51mila unità). Rispetto al trimestre precedente, crescono anche le persone in cerca di lavoro (+1,8%, pari a +28mila unità) e diminuiscono gli inattivi di 15-64 anni (-0,5%, pari a -67mila unità). A luglio 2025, il numero di occupati supera quello di luglio 2024 dello 0,9% (+218mila unità); l’aumento riguarda gli uomini, le donne, i 25-34enni e chi ha almeno 50 anni, a fronte di una diminuzione nelle altre classi d’età. Il tasso di occupazione, in un anno, sale di 0,4 punti percentuali. Rispetto a luglio 2024, cala sia il numero di persone in cerca di lavoro (-6,9%, pari a -114mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,7%, pari a -81mila).

Istat e occupazione: il tweet del presidente Meloni

Secondo l’ultima rilevazione Istat, anche a luglio arrivano segnali positivi dal mondo del lavoro: il tasso di occupazione sale al 62,8% e quello di disoccupazione scende al 6%. Rispetto a luglio 2024 si registrano 218mila occupati in più, con una crescita trainata soprattutto dai contratti a tempo indeterminato“. Lo scrive sui social il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Numeri incoraggianti – aggiunge -, che confermano l’efficacia delle misure messe in campo e ci spingono a proseguire con determinazione su questa strada: più opportunità, più lavoro, più crescita per l’Italia“.

L’occupazione nell’Eurozona

Nell’Eurozona la disoccupazione scende a luglio al 6,2% A luglio 2025, il tasso di disoccupazione destagionalizzato dell’area dell’euro è stato pari al 6,2%, in calo rispetto al 6,3% di giugno. Lo riporta Eurostat. Nell’Ue è stato del 5,9%, dal 6% di giugno. Tra i singoli stati, valori più alti in Spagna (10,4%), Finlandia (9,5%) e Svezia (8,7%). Ai minimi Malta (2,7%), Repubblica Ceca (2,8%) e Polonia (3,1%). L’Italia, come indicato anche da Istat, è al 6%.