Una doccia gelata, il giorno dopo una vittoria che aveva quantomeno riacceso un po’ di speranza: l’ACR Messina è ufficialmente fallito! Lo hanno deciso i Giudici del Tribunale, a qualche giorno dalle richieste di liquidazione giudiziale avanzate a fronte della proroga fino al 10 ottobre. C’era attesa, il futuro era ad un bivio, ma alla fine la decisione è ricaduta sull’opzione più drastica per il futuro di una piazza che già da tempo non conosce pace. Il Tribunale non si è fidato delle garanzie del gruppo Peditto, che aveva provveduto alle spese di queste settimane, relativamente al pagamento degli stipendi e alla ricerca degli sponsor. In questi giorni la società era anche impegnata a trovare gli alloggi ai nuovi calciatori. Peditto, lo ricordiamo, era diventato DG. A lui sono stati affidati pieni poteri, in virtù di un accordo che avrebbe permesso il passaggio del 100% delle quote, dopo la pronuncia del Tribunale. A fronte di questo, sperava in una proroga al 10 ottobre che gli avrebbe permesso di presentare un piano di rientro del debito.
Ovviamente, questa decisione cambia gli scenari, cambia tutto. Il club ora non è più nelle mani di AAD Invest, Sciotto, Peditto. Non è più nelle mani di nessuno. Passerà a un curatore che si occuperà – come sempre in questi casi – di trarre il massimo dal punto di vista della gestione e delle scadenze. A differenza di altri casi, però, il fallimento arriva a campionato in corso, proprio all’inizio, e dunque non è da escludere che si faccia il possibile per garantire la continuità sportiva. Come? Difficile da stabilire, considerando il fardello del segno meno in classifica e una decisione – quella di oggi – che sa di “reset”, l’ennesimo.
Cosa filtra dal club
Dalla società filtra enorme delusione, tristezza. Come pugili feriti, i soggetti che hanno provato a rilanciare il club si sentono privati di mesi di sacrifici. In realtà, si sa, la situazione è rimasta sempre appesa a un filo, tenuta in equilibrio dalla volontà smisurata di Peditto e da accordi sottili e delicati che si sperava – dagli stessi vertici – potessero portare a un futuro più roseo e senza più la presenza di chi in questi mesi ha preso in giro la piazza. Ora non resta che attendere soltanto le prime e prossime mosse ufficiali, nella consapevolezza – ma solo oggi – che forse questo passaggio sarebbe dovuto arrivare prima, evitando di allungare l’agonia in questi mesi.



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