La Gazzetta dello Sport ha dedicato oggi un’intera pagina alle nobili decadute della Serie D. Da nord a sud, da Chievo, Treviso, Siena, Piacenza, Ancona – tra le altre – a Reggina e Messina. E pensare che vent’anni fa – sulla rosea – parlare delle due squadre dello Stretto era normalità, in quei tabellini con cronaca del lunedì, il giorno dopo le partite. Spesso vincenti. Sapete dove? Lo sapete, in Serie A. Vent’anni fa l’apice massimo, oggi il triste declino, il punto più basso di due piazze apatiche e depresse. Il giornalista Nicola Binda ha parlato di tifoseria ancora divisa, per la Reggina, e di pensieri extra campo, in casa Messina. Sono i flash del momento.
Reggina, c’è ancora nella mente l’estate rovente del 2023
Questo l’approfondimento sulla Reggina:
“La rovente estate 2023 è ancora nella mente dei tifosi della Reggina, che sono passati dai playoff per la A con Pippo Inzaghi all’esclusione dalla Serie B. Colpa della gestione Saladini e a un piano fallimentare per le casse del club. Ripartita solo il settembre successivo per risalire dalla D, la Reggina ha trovato prima nel Trapani e poi nel Siracusa due rivali imbattibili: quest’anno il girone sembra più alla portata, ma l’avvio è stato negativo con una sconfitta. Bruno Trocini in panchina, gente di grande esperienza in campo come Nino Barillà (tornato nel club che l’ha lanciato in A) e Nino Ragusa, che con Montalto compone un attacco di rilievo. La tifoseria non fa mancare la sua passione (quasi 2.900 abbonati) ma è ancora divisa nel sostegno alla nuova proprietà, una università telematica di Catania (60%) più un socio (Minniti) della provincia. Le intenzioni sono serie, l’acquisto del vecchio marchio per 125mila euro ne è una prova. Ma saranno i risultati a convincere tutta Reggio, che non vede l’ora di tornare tra i professionisti”.
Messina, la città più grande della Serie D ma anche quella che se la passa peggio a livello societario
Questo l’approfondimento del Messina:
“Tra le nove squadre con trascorsi in A, il Messina è l’ultima arrivata (anzi tornata…) in Serie D. È la città più grande del torneo ma anche quella che se la passa peggio a livello societario, sull’onda di una crisi che ha già segnato la stagione scorsa. L’attenzione, più che sulla squadra affidata a Giuseppe Romano e ha Bombaci in rosa, che domenica dovrebbe giocare la seconda gara sul campo della Sancataldese, è tutta per il tribunale, visto l’imminente rischio di fallimento. L’udienza di mercoledì scorso, davanti al collegio della sezione fallimentare, non è sfociata in una decisione definitiva, ma il verdetto potrebbe arrivare già oggi, altrimenti all’inizio della prossima settimana. La Procura della Repubblica, per la mole di debiti accumulati e non solo, chiede la liquidazione giudiziale del club, mentre gli avvocati che lo rappresentano insistono per un piano di continuità aziendale. Allo stato attuale il Messina, formalmente ancora in mano ai due soci Aad Invest Group (detiene l’80% delle quote) e l’ex presidente Pietro Sciotto (ha mantenuto il 20%), è di fatto gestito dalla Doadi Srls, che ha in mano un preliminare per rilevare il 100% delle quote. Ma è logico che tutto passa dal tribunale”.



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