Italia bloccata, disagi e proteste. Lo sciopero generale indetto dalle sigle sindacali di base ha portato in piazza migliaia di persone, da Nord a Sud, in sostegno della Palestina e della Global Sumud Flotilla. Ottantuno piazze convocate da Trieste alla Sicilia, cortei a Milano, Bologna, Roma e Napoli. Portuali pronti a bloccare i moli a Genova, Piombino, Livorno, Trieste, Ravenna e Ancona. Disagi anche nei trasporti locali, nelle fabbriche, nelle scuole e nelle università.
A vederla così, sembrerebbe che gli italiani, dopo anni di supinismo generale, dopo aver accettato di restare chiusi in casa con il lockdown e il green pass (e relativi danni all’economia) si siano dati una svegliata scendendo in piazza per protestare contro il governo che ha aumentato i posti di lavoro al Sud, che registra un boom dell’export grazie ai dazi USA, che vede il suo rating alzato dall’agenzia Fitch grazie a politiche in controtendenza con i governi precedenti. In effetti, c’è ben poco da protestare internamente: il problema principale degli italiani, oggi, è Gaza.
Da Nord a Sud, le proteste degli italiani: urla al fascismo e terroristi… sbagliati
Le proteste, come detto, hanno interessato le piazze da Nord a Sud. A Milano si chiede cessate il fuoco e sostegno alla Flotilla, nonostante il governo italiano abbia consigliato metodi più sicuri ed efficaci per consegnare il cibo ai palestinesi, senza farlo finire nelle mani di Hamas, aggiungendo di lavorare per la sicurezza degli italiani a bordo delle imbarcazioni come per ogni connazionale all’estero in situazioni di possibile difficoltà. In sintesi, una protesta inutile.
A Roma bloccata la stazione Termini: treni cancellati, ritardi e disagi. A Bologna bandiera della Palestina esposta al Comune. A Palermo, secondo gli organizzatori, in 20.000 in piazza al grido di “Free Palestina, Israele terrorista, sciopero generale“. Sulla falsariga a Trento, il portavoce del Club Trento Ezio Casagranda “se c’è un terrorista questo si chiama Netanyahu“. Effettivamente, tra un presidente democraticamente eletto 2 volte, appoggiato anche dall’opposizione solo sulla questione Gaza, e l’organizzazione terroristica Hamas, l’unico terrorista è il presidente e non i jihadisti che rivendicano con orgoglio attentati terroristici. Logico.
A Bari corteo pro Gaza davanti al consolato israeliano al grido di “siamo tutti antifascisti“. Un ribaltamento storico importante secondo il quale gli ebrei, vittime del genocidio per eccellenza (Shoah), oggi vengano considerati nuovi fascisti, mentre Hamas, che nel suo statuto ha scritto chiaro e tondo che ha l’obiettivo di cancellare Israele, non siano considerati i fascisti del 2025.
Né scuola, né lavoro, né economia: il problema degli italiani è Israele
Mentre in Francia si protesta contro il governo (che vuole riconoscere la Palestina) per la finanziaria e i problemi interni, in Italia si sta così bene che oggi migliaia di studenti hanno colto al volo l’occasione per non fare lezione nelle scuole e all’università, e le unioni sindacali hanno anche ammesso che oggi in piazza si “impara di più“. Modello università della strada. Migliaia di lavoratori non si sono presentati sul luogo di lavoro per scendere in piazza.
Ma nessuno protesta per la mancanza di lavoro. Nessuno protesta per una scuola migliore. Nessuno si lamenta dell’economia. Nessuno fa le barricate per la sanità. Evidentemente, in Italia si sta così bene che l’unica critica che gli italiani fanno al governo Meloni riguarda i rapporti con Israele, come se le sorti della guerra a Gaza dipendessero dal fatto che Giorgia Meloni tolga o meno il saluto a Netanyahu.



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