Canada, Regno Unito e Australia hanno ufficialmente deciso di riconoscere lo Stato di Palestina. “Il Canada riconosce lo Stato di Palestina e offre la sua collaborazione per costruire la promessa di un futuro pacifico sia per lo Stato di Palestina che per lo Stato di Israele”. Lo afferma il primo ministro canadese Mark Carney, come riporta Sky News. Il Canada è la prima nazione del G7 a riconoscere ufficialmente la Palestina. A seguire anche l’Australia riconosce la Palestina, come riferisce il premier australiano Anthony Albanese sui social.
Il Regno Unito invece annuncia la decisione attraverso un video social di 6 minuti di Keir Starmer: “la soluzione a due stati non è una ricompensa per Hamas, perché significa che Hamas non potrà avere futuro, nessun ruolo nel governo, nessun ruolo nella sicurezza”. Allo stesso tempo, “i bombardamenti incessanti e crescenti del governo israeliano su Gaza, l’offensiva delle ultime settimane, la fame e la devastazione sono assolutamente intollerabili. Decine di migliaia di persone sono state uccise, comprese migliaia mentre cercavano di procurarsi cibo e acqua. Questa morte e questa distruzione ci terrorizzano tutti. Devono finire”.
“Hamas è un’organizzazione terroristica brutale. Il nostro appello per una vera soluzione a due stati è l’esatto opposto della loro visione piena d’odio”, ha aggiunto Starmer, ricordando che “abbiamo già sanzionato e sanzionato Hamas, e andremo oltre”. Tanto che “ho diretto i lavori per sanzionare altre figure di Hamas nelle prossime settimane”. Starmer allo stesso modo sottolinea che “nel frattempo la crisi umanitaria provocata dall’uomo a Gaza raggiunge nuove vette”.
Netanyahu: “combatteremo gli appelli al riconoscimento della Palestina”
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che “uno Stato palestinese metterebbe in pericolo l’esistenza di Israele” e ha promesso di “combattere gli appelli alla creazione di uno Stato palestinese davanti all’Onu”. “All’Onu – ha detto il premier israeliano nella riunione settimanale del governo che parlerà venerdì davanti all’Assemblea generale – presenterò la verità. Questa è la verità di Israele, ma è anche la verità oggettiva della nostra giusta lotta contro le forze del male e della nostra visione di una vera pace: la pace attraverso la forza”.
“Dovremo anche combattere all’Onu e in tutte le altre arene contro la falsa propaganda rivolta a noi e contro gli appelli alla creazione di uno Stato palestinese, che metterebbero in pericolo la nostra esistenza e costituirebbero una ricompensa assurda per il terrore”, continua, ripetendo, riporta il Timesof Israel, le precedenti dichiarazioni secondo cui le nazioni che riconoscono uno Stato palestinese all’Assemblea generale stanno ricompensando gli atti terroristici di Hamas contro Israele. Dopo l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ricorda Netanyahu, “incontrerò il mio amico, il presidente Trump. Sarà la quarta volta che lo incontro dall’inizio del suo secondo mandato, più di qualsiasi altro leader mondiale. E abbiamo molto di cui discutere”.
“Non sorgerà uno Stato palestinese. La risposta all’ultimo tentativo di imporci uno Stato terrorista nel cuore della nostra terra sarà data dopo il mio ritorno dagli USA. Ho un messaggio chiaro per quei leader che riconoscono lo Stato palestinese dopo il terribile massacro del 7 ottobre: state premiando enormemente il terrorismo. E ho un altro messaggio per voi: non accadrà. Non sorgerà uno Stato palestinese a ovest del Giordano”.
Il ministero degli Esteri israeliano condanna ufficialmente la dichiarazione “unilaterale” di riconoscimento di uno Stato palestinese da parte di alcuni paesi occidentali. “Israele respinge categoricamente la dichiarazione unilaterale di riconoscimento di uno Stato palestinese fatta dal Regno Unito e da altri paesi”, ha affermato il ministero. “Questa dichiarazione non promuove la pace. Al contrario, destabilizza ulteriormente la regione e mina le possibilità di raggiungere una soluzione pacifica in futuro”, si legge in una nota.
Più di 550 mila civili hanno lasciato Gaza City
Finora più di 550.000 civili hanno lasciato la città di Gaza City e si sono diretti verso sud. Parallelamente, le forze delle Divisioni 162, 98 e 36 hanno completato l’ingresso nella città di Gaza City e hanno iniziato le operazioni nelle roccaforti terroristiche di Hamas nella città di Gaza City. Come parte della tattica dell’organizzazione terroristica Hamas, l’IDF ha identificato tentativi di impedire il movimento dei civili verso sud, in violazione del diritto internazionale, sfruttando crudamente la popolazione civile come scudo umano per azioni terroristiche.
Nelle ultime settimane, l’IDF, sotto la guida del Comando Sud, ha avviato un’ampia operazione di avvertimento della popolazione per proteggerla dalle aree di combattimento, utilizzando vari strumenti operativi tra cui la diffusione di messaggi vocali, il lancio di volantini, l’invio di messaggi di testo e le chiamate telefoniche. Inoltre, l’IDF ha annunciato l’area umanitaria a Khan Yunis e sta conducendo un ampio sforzo per adeguare le infrastrutture umanitarie nel sud della Striscia di Gaza, inclusa l’espansione degli ospedali da campo, la riparazione e il collegamento delle condutture idriche e degli impianti di desalinizzazione, oltre al continuo approvvigionamento regolare di cibo, tende, medicine e attrezzature mediche. L’IDF invita i civili nella Striscia di Gaza a seguire le istruzioni ufficiali per la loro sicurezza e a evitare di sostare in aree definite pericolose.



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