ACR Messina, Sciotto scrive una lettera aperta e torna sulla cessione ad AAD Invest. Ma non manca il vittimismo: “costretto dalle pressioni di ambiente e stampa”

La lettera aperta dell'ex Presidente dell'ACR Messina Pietro Sciotto a città e tifoseria

Pietro Sciotto è tornato a scrivere alla città e alla tifoseria di Messina, ora che non è più Presidente e neanche socio di minoranza dell’ACR, considerando la procedura di liquidazione giudiziale in corso. Ha provato a ripulirsi la coscienza, in una lettera aperta inviata alla Gazzetta del Sud. Non è la prima volta che torna sull’argomento, ma il suo discorso rimane sempre intriso di vittimismo, oltre che pieno di “ho fatto questo e ho fatto quell’altro”. La piazza la decisione l’aveva presa: disertare lo stadio. E infatti, da quando lui non c’è più, gli ultrà sono tornati al “Franco Scoglio”. Sono troppe le responsabilità dell’ex Presidente, prima per anni di gestione mediocri e senza programmazione, e poi per la cessione assurda ad AAD Invest.

La lettera

“In questo momento difficile per la storia dell’Acr Messina sento il dovere, umano e morale, di rivolgermi direttamente alla città, ai tifosi e alla stampa per offrire alcune riflessioni, nella speranza che si possa finalmente distinguere la verità dai pregiudizi, i fatti dalle narrazioni distorte” ha detto Sciotto. “Ho assunto la guida del Messina spinto esclusivamente dall’amore per questi colori e per questa città, e in tutti questi anni – spesso in solitudine – ho sempre agito con un solo obiettivo: il bene del club. Nessun altro imprenditore, né le istituzioni locali né altri sponsor, hanno mai sostenuto economicamente il progetto. Tutte le risorse impiegate sono sempre arrivate dal mio impegno personale e familiare. Durante la mia gestione, il Messina è riuscito a risalire in Serie C e, fatto non banale nel panorama calcistico nazionale, non ha mai subito penalizzazioni, nemmeno di un punto. I bilanci sono stati chiusi in ordine fino al momento della cessione. Ho cercato di fare calcio con dignità e senso di responsabilità”.

“Purtroppo, negli ultimi anni, le continue pressioni da parte di una parte dell’ambiente e una narrazione ostile da certa stampa mi hanno costretto, mio malgrado, a cercare una via d’uscita. Non è stata una scelta serena. La decisione di cedere la società a un fondo estero – e in particolare all’AAD Invest – è stata assunta con fiducia e in buona fede: immaginavo potesse essere la giusta soluzione per rilanciare la società e dare nuove prospettive di crescita”.

“Il 10 luglio 2025, con un 20% di quote residue e nessuna voce in capitolo nelle decisioni societarie, ho comunque ritenuto doveroso un ultimo gesto d’amore per il Messina: ho versato 450.000 euro per consentire l’iscrizione alla Serie D e il pagamento di stipendi arretrati. Non lo faccio per ricevere applausi, ma perché ancora credo che questa squadra meriti rispetto e continuità”.

“So di non essere stato il presidente perfetto, ma so anche di aver dato tutto quello che potevo. Non cerco consensi, ma verità. Chi oggi punta il dito dovrebbe chiedersi cosa ha fatto – concretamente – per aiutare il Messina Calcio, prima di giudicare chi ha cercato di mantenerlo in vita, spesso da solo. Con rispetto, Pietro Sciotto” ha concluso.