di Francesco Marrapodi – Tropea. C’è qualcosa che va oltre la semplice magia delle forme e dell’astrattismo di Francesco Naccari: è un invito silenzioso al raccoglimento, un rito che trasforma lo spazio espositivo in un varco dimensionale. Spazi Interiori: oltre la superficie, la mostra, inaugurata il 24 agosto e visitabile fino al 13 settembre sotto il Portico del Museo Diocesano in piazza Duomo a Tropea, non si limita a esporre opere: apre un varco sacro nell’esistenzialismo umano. L’ingresso alla mostra è libero, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 19:00 fino a mezzanotte, come libera è la possibilità di lasciarsi attraversare da questa esperienza che unisce arte, spiritualità e riflessione.
Francesco Naccari, originario di Zaccanopoli e profondamente legato a Tropea, è medico per professione e artista per intima vocazione. Laureato in Medicina e Chirurgia a Messina, ha coltivato l’arte come pratica di ascolto e guarigione, sottraendo tempo al quotidiano per trasformarlo in gesto creativo. Autodidatta, polistrumentista (clarinetto, sassofono, organetto calabrese), incarna la figura dell’artista che cerca la cura non solo del corpo, ma dell’anima. Le sue opere, tra Informale e Astratto, sono superfici da attraversare: stracci cuciti, tagli, bruciature e suture evocano gesti antichi di riparazione. I tagli non feriscono, aprono; le cuciture non chiudono, ricongiungono. Qui il dolore non è negato, ma trasfigurato in una nuova possibilità di bellezza.
Naccari lavora come un “chirurgo cosmico”, ricomponendo le lacerazioni del presente con un linguaggio essenziale, fatto di materia e silenzio. Il suo processo creativo è quasi alchemico: incidere, bruciare, cucire non come atto distruttivo, ma come promessa di rinascita. Nel suo percorso, Naccari ha partecipato a rassegne e biennali di rilievo — dalla Biennale di Palermo a quella della Creatività di Verona, da Arte Firenze a Monreale, Milano, Lecce, Mongiana, Rende e Tropea — ricevendo premi prestigiosi come il Premio per i Diritti Umani e il Premio Internazionale della Pace nel Mondo. Critici di spicco, tra cui Vittorio Sgarbi, o come la curatrice d’arte e pittrice, presidente e fondatrice della prestigiosa associazione artistica “Arte Global” Angiolina Marchese, che ne hanno riconosciuto l’autenticità espressiva e l’originalità formale.




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