San Sosti è una piccola località situata nella Valle dell’Esaro, un borgo collocato ad un’altitudine di circa 360 metri sul livello del mare, lungo la valle del Fiume Rosa. Facente parte del Parco Nazionale del Pollino, dispone di numerosi punti di attrazione che possono arricchire e personalizzare la tua esperienza di viaggio.
La storia di San Sosti
San Sosti sorge su un territorio lungamente abitato dagli uomini. I primi rilievi risalgono già al XVI secolo a.C., quando l’area ricopriva un ruolo strategico come via di commercio tra il versante ionico e quello tirrenico. Intorno al VI secolo a.C. era inoltre presente un santuario dedicato alla dea Hera, come si può evincere dal ritrovamento dell’ascia votiva a lei dedicata, risalente al 520 a.C.
L’ascia votiva di San Sosti è sicuramente uno dei simboli più conosciuti di tutto il territorio, oggi esposta al British Museum di Londra. Ritrovata intorno alla metà dell’800, fu acquistata dal collezionista romano Alessandro Castellani, che a sua volta la cedette al museo inglese nel 1884. Quella che è pertanto ammirabile al Museo Artemis di San Sosti è una riproduzione dell’opera originale.
Inoltre, nell’area di Casalini, degli scavi archeologici hanno portato alla luce quello che era un antico abitato di epoca bizantina, identificato da alcuni nell’antica Artemisia. Più recentemente, nel X secolo fu edificato sulle alture della Valle del Rosa il Castello della Rocca, di cui parleremo nelle prossime righe. Sempre in epoca medievale si registra l’edificazione del monastero basiliano di San Sozonte, da cui poi è derivato il nome della località di San Sosti, e il Santuario del Pettoruto, su iniziativa dell’Abbazia di Santa Maria del Monte di Acquaformosa, poi ampliato nel ‘600 e ricostruito nell’800 dopo un terremoto, e restaurato infine ancora nel ‘900.
Il Santuario di Santa Maria del Pettoruto
Cominciamo questo nostro viaggio virtuale da quello che è probabilmente il simbolo più conosciuto del borgo, il Santuario di Santa Maria del Pettoruto, o Santuario della Madonna del Pettoruto. Luogo di culto molto noto, la struttura si trova nella valle del Fiume Rosa, nelle prossimità della montagna, ed è una meta di pellegrinaggio particolarmente apprezzata in tutto il territorio.
Non è questa, però, l’unica architettura religiosa degna di nota nella cittadina. Merita certamente una menzione la Chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire, chiesa matrice di San Sosti, risalente alla prima parte dell’800 e situata nel centro storico del borgo, così come la Chiesa della Madonna del Carmine, edificio a navata unica anch’essa collocata nel centro storico della località.
Il Castello della Rocca
Uscendo fuori dal perimetro delle architetture religiose, il nostro viaggio non può che imbattersi nel Castello della Rocca, una struttura medievale che è situata su uno sperone roccioso sulla gola del Fiume Rosa, a circa 540 metri sul livello del mare.
La sua edificazione risale probabilmente all’XI secolo, anche se diverse campagne di scavi hanno portato alla luce il fatto che l’area fosse comunque abitata anche in epoche ben più lontane, come testimonia il ritrovamento delle ceramiche romane, greche e altri reperti, riferiti all’età del bronzo e del ferro.
Nei secoli successivi la proprietà del Castello ha visto passare diversi titolari, dai Sangineto ai Sanseverino, dai Borgia ai Ravaschieri e, infine, i Telesio.
Le altre attrazioni da visitare
L’elenco delle attrazioni da visitare sul luogo non è però finito qui. Tra i simboli naturalistici più importanti abbiamo infatti il Parco archeologico di Casalini, a circa 900 metri di quota, in località Casalini, raggiungibile solamente a piedi dopo aver percorso un sentiero che parte dall’area del Santuario del Pettoruto di cui abbiamo parlato qualche riga fa e, secondo alcuni studiosi, coincidente con l’antica città di Artemisia.
A proposito di bellezze naturalistiche, non può certamente essere posta in secondo piano la Cascata di Fra’ Giovanni, lungo il corso del torrente Rosa, a breve distanza dal centro storico della località. L’accesso a questa meraviglia naturale è assicurato attraverso l’uso di un ponte in legno che pone in comunicazione le due sponde del torrente. Una volta giunti sul luogo si viene immersi da una natura incontaminata, con le piante mediterranee che caratterizzano ogni scorcio di questo angolo di territorio.



Vuoi ricevere le notifiche sulle nostre notizie più importanti?