“Com’è noto, da giorno 18 giugno 2025, il sottoscritto si sta sottoponendo arbitrariamente al regime di “sciopero della fame”, per i motivi elencati nei precedenti comunicati, come sentita protesta nei confronti della Sacal spa, e nella fattispecie dell’ uff. risorse umane e principalmente del suo responsabile che probabilmente ha determinato, illegittimamente, la chiusura del rapporto di lavoro”. E’ quanto afferma un ex dipendente aeroportuale della SACAL, Davide Accoti, licenziato dall’azienda. “Nonostante la mia sentita e sacrificata azione dimostrativa, protesa a sensibilizzare gli organi competenti, posso confermare che ad oggi, al di fuori della segreteria (Nazionale e Regionale) UGL TA, paradossalmente non ho riscontrato alcun tipo di contatto o interesse da parte dell’azienda, delle istituzioni e della politica, nonché di chiunque altro avesse potuto legittimamente intervenire, per mettere un freno all’attuale gestione del personale della Sacal, che, come apprendo quotidianamente, anche attraverso i mezzi di informazione, sta toccando, a mio parere, livelli minimi mai visti prima”, rimarca Accoti.
“Non ho ancora alcuna notizia relativa alla liquidazione del TFR”
“Tengo a precisare che a tre mesi dalla chiusura del rapporto di lavoro, non ho ancora alcuna notizia relativa alla liquidazione del TFR, mettendomi in estrema difficoltà economica in relazione alle problematiche personali che mi avevano costretto a chiedere lo smaltimento delle mie ferie in un primo momento, e solo dopo la mancata concessione l’aspettativa (anch’essa negatami). Detto questo, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare di cuore per l’attenzione, la solidarietà e l’appoggio morale che mi sono stati dedicati da parte della segreteria Nazionale, per l’assistenza legale fornita al fine di tutelare i miei diritti di lavoratore”, evidenzia Accoti.
“Interrompo lo sciopero della fame”
“Per questi motivi, e anche dietro insistenti raccomandazioni del medico che mi ha prestato assistenza in questo periodo, avendo intrapreso un percorso legale che sono certo mi renderà giustizia, ed al cospetto del disinteresse di chi ne avrebbe avuto la competenza per poter porre fine alle ingiustizie subite, comunico l’interruzione dell’azione dimostrativa intesa come “sciopero della fame”, avendo deciso, come prima detto, di risolvere la controversia per le vie legali, continuando comunque a sostenere il lavoro della segreteria regionale quale convinto attivista. Ora non rimane altro che attendere i tempi della giustizia verso la quale confermo la mia piena fiducia”, conclude Accoti.




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