Calabria, Occhiuto sui lavoratori dell’ex Abramo: “abbiamo ridato dignità a 1.000 persone”

Calabria, Occhiuto sui lavoratori dell'ex Abramo: "abbiamo scritto una storia di lavoro e dignità. E domani, insieme, ne scriveremo molte altre"

“Vi racconto una storia”, esordisce così il presidente Roberto Occhiuto sul proprio profilo social. “C’erano mille famiglie calabresi che rischiavano di perdere tutto. Erano i lavoratori della Abramo Customer Care, uomini e donne che per oltre vent’anni avevano risposto alle chiamate di grandi aziende, con professionalità e sacrificio. Poi, improvvisamente, la crisi: le commesse sparite, gli stipendi in ritardo, l’incubo del fallimento. Ricordo bene quelle settimane. Ricordo le lettere, gli appelli disperati: “Presidente, vogliamo lavorare. Non chiediamo assistenza, chiediamo dignità”. Non potevo far finta di nulla. Anche se la Regione non aveva competenze dirette, mi sono seduto a quel tavolo con il Governo, con i sindacati, con le aziende. Abbiamo cercato soluzioni, giorno dopo giorno”, spiega Occhiuto.

“Ce l’abbiamo fatta”

“E alla fine ce l’abbiamo fatta. Abbiamo firmato un accordo storico che ha permesso a mille lavoratori di non perdere il posto, di essere assorbiti in una nuova società e di iniziare un percorso innovativo, legato alla digitalizzazione e alla sanità del futuro. La Regione ha investito risorse, il Governo ci ha supportato, l’azienda ha creduto nel progetto. Oggi quelle famiglie hanno ritrovato serenità. Non è stato facile, e non è ancora tutto perfetto: alcuni nodi vanno sciolti, e continueremo a lavorare perché nessuno resti indietro. Ma una cosa è certa: la Calabria non ha perso mille posti di lavoro. Ha tenuto insieme mille storie, mille speranze, mille dignità”, rimarca Occhiuto che dà una stoccata a Pasquale Tridico ed alla proposta di reddito di dignità. “Questa è la Calabria che conosco. Una terra che non si piega, che non si arrende, che rialza la testa. Una Calabria che non aspetta miracoli, ma costruisce con orgoglio il proprio destino”, sottolinea Occhiuto. “Abbiamo scritto una storia di lavoro e dignità. E domani, insieme, ne scriveremo molte altre“, conclude Occhiuto.