Reggio Calabria, i lavori sul Lungomare e una storica fontana distrutta: l’amarezza di un Professore

Il Prof. Demetrio Zema e l'amarezza per una delle due fontane storiche distrutte per i lavori sul Lungomare

  • Fontana distrutta durante i lavori sul lungomare
  • Fontana distrutta durante i lavori sul lungomare
  • Fontana distrutta durante i lavori sul lungomare
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“Nel tardo pomeriggio percorrevo il tronco sud del Lungomare Falcomatà, soggetto a lavori di riqualificazione da oltre un anno. La mia attenzione si è soffermata sulle macerie di una delle due piccole fontane artistiche, posta in prossimità degli uffici centrali delle Poste Italiane (l’altra è poco più a nord, in corrispondenza del Liceo delle Scienze Umane “T. Gullì”), appena inesorabilmente ed irrimediabilmente distrutta. Realizzate all’incirca a metà del secolo scorso, le piccole fontane erano luogo di piacevole sosta”. E’ l’inizio di una segnalazione, amara, del Prof. reggino Demetrio Zema.

La storia delle due fontane

“In stato di abbandono per molti anni, erano state riqualificate tra il 1999 ed il 2000 da parte del Leo Club (di cui ero Presidente in quegli anni) a proprie spese, insieme con gli spazi circostanti (realizzati con pietra reggina e ciottoli di fiumara). Erano state riconsegnate alla città con una piccola ma intensa cerimonia in presenza delle autorità comunali. Le vedevo spesso in cattive condizioni, sporche e talvolta addirittura coperte di rifiuti, ma resistevano eroicamente e caparbiamente lì, dove i nostri nonni le avevano pensate e realizzate, sempre pronte a ringraziare le mani che di tanto in tanto pietosamente le ripulivano.

Fin quando oggi le ruspe e le menti che vi stanno dietro non hanno avuto remora a riservare loro una fine ingloriosa ed immeritata. Forse sarebbe stato più opportuno lasciare alle future generazioni due cimeli di quella Reggio che fu “Bella e Gentile” e che tale dovrebbe restare, non solo nei nostri ricordi. Custodire i monumenti significa onorare il passato, consolidare il presente e fondare il futuro” si chiude l’amara riflessione.