Il calcio è lo specchio dell’Amministrazione: la Reggina non è un giocattolo, non lucrate sui tifosi

La Reggina non è da serie D, non lo è mai stata, si trova in questa posizione grazie (per modo di dire) alla cattiva gestione

Alla lunga la ragione prevale sul torto. Il direttore di StrettoWeb, Peppe Caridi, lo scrisse nel lontano settembre del 2023, avvisando l’attuale dirigenza che la piazza di Reggio Calabria non fosse paragonabile, con tutto il rispetto, ad una tifoseria di una qualunque squadra di serie D. La Reggina non è da serie D, non lo è mai stata. Si trova in questa posizione grazie (per modo di dire) alla cattiva gestione e scarsa oculatezza strategica di un imprenditore lametino che ha provato a scardinare le regole del calcio (storiche ed insormontabili) professionistico sulla pelle di un allenatore campione del mondo, una squadra di giovani brillanti ed esperti calciatori, una tifoseria ed una città tutta, innamorata di una squadra giunta ai play off per la serie A. Ma questa vicenda ormai è storia, da raccontare (maledicendo il fatto) ai nostri figli e nipoti.

Situazione disastrosa

Oggi la situazione, lasciatemelo dire, è ancora più disastrosa. Ma le avvertenze c’erano tutte: nuova proprietà con uno scarso (nullo) patrimonio, esperienza maturata nei campi delle serie dilettantistiche o al massimo di serie C (oggi lega Pro), disconoscenza del territorio e delle regginità. Si, perché chi è nato, vissuto, studiato a Reggio Calabria, è reggino, in tutto e per tutto. Siamo al dunque. I nodi vengono al pettine. Possiamo utilizzare infinite metafore. I reggini sono stanchi. Bene ha fatto nel passato, e continua a farlo nel presente, il direttore Caridi. Bene ha fatto il numero uno dei tifosi “ad honorem”, il sempre grande Carminello, attirando l’attenzione con un messaggio che non sembra affatto discutibile oppure contrattabile. In sostanza il messaggio sintetizza: “cara società (nella fattispecie l’invito è diretto al patron della Reggina), se non cedete la proprietà oppure consegnate le “chiavi” della squadra al Comune, boicottiamo la campagna abbonamenti e non facciamo iniziare il campionato”. Ricordando che per molto meno, in un campionato di serie A, i tifosi della curva sud interruppero il match con il Brescia sul punteggio di 2-0 per la squadra lombarda, con arbitro l’internazionale Collina. Un messaggio, quello del tifoso storico della Reggina, importante, accorato, frutto della stanchezza delle tante promesse disattese (ricordo che quest’anno avremmo dovuto militare in serie B, secondo il piano industriale della Fenice Amaranto). Adesso occorre cambiare rotta, nonostante si sia già in notevole ritardo per la costruzione della squadra.

Reggio Calabria non è una piazza dove si lucra sulle spalle dei tifosi

Reggio Calabria non è una piazza dove si lucra sulle spalle dei tifosi, non è un giocattolo con cui divertirsi per poi accantonarlo in un angolo. Reggio Calabria è storia! D’altronde, è risaputo: il calcio è lo specchio dell’amministrazione che governa una città. L’augurio è quello di rivedere una società la cui proprietà sia di Serie A, così come la prossima Amministrazione. Ad maiora.