Le Assicurazioni per la sicurezza economica e produttiva del Paese

Le Assicurazioni per la sicurezza economica e produttiva del Paese. Giovanni Liverani ha tenuto la sua prima relazione, da Presidente, all’Assemblea Ania del 2 luglio

Passaggio da Maria Bianca Farina a Giovanni Liverani: prosecuzione o discontinuità?

“Giovanni Liverani ha tenuto la sua prima relazione, da Presidente, all’Assemblea Ania del 2 luglio u.s. Maria Bianca Farina, che lo ha preceduto, ricoprendo la posizione dal 2015, ci ha abituati a discorsi lineari, ben calibrati, con buona visione strategica, visione che ha rappresentato la base per l’uscita del mondo assicurativo da una posizione ancillare rispetto a quello bancario, alla quale posizione sembrava da tempo relegata. Nella continuità, Liverani ha fatto un salto, mettendo a valore le competenze professionali scaturenti dal suo lavoro nelle Generali, dove ha operato, per numerosi anni, a livello nazionale ed internazionale, ed aiutato dalla sua cultura di Ingegnere, con probanti competenze informatiche. Con questa premessa è facile ipotizzare che le Assicurazioni potrebbero fare da apripista nell’utilizzo fattivo dell’Intelligenza Artificiale, per calibrare, ad esempio, al meglio i rischi ed alleggerire i costi per i clienti nei casi di danni catastrofali. Questa, fra l’altro, è l’impronta che Liverani potrebbe dare: forte utilizzo della A.I. per una Assicurazione lanciata verso il futuro“.

Che messaggio caratterizzante ha lanciato Liverani, nell’attuale situazione economica?

“In un momento in cui l’economia del Paese appare solida, a confronto con altri paesi industrializzati, ma sotto pressione per le incertezze e le dinamiche del mondo esterno, ha detto: Noi assicuratori, offrendo prestazioni di protezione, previdenza e risparmio, prevenzione e assistenza, rafforziamo la capacità di famiglie e imprese e, in ultima analisi, dell’intero Paese di superare gli impatti di shock esterni, trend demografici avversi e, più in generale, rischi di qualsiasi natura. Detto orientamento si deve coniugare con la disponibilità della classe politica, anche europea, di ridurre lacci e lacciuoli, pur riconoscendo la necessità di un quadro normativo, che, comunque, non deve mai essere vessatorio e penalizzante. In tal modo si può essere incisivi e rapidi nel coprire danni catastrofali, contando sulla capacità della opinione pubblica e del mondo produttivo di comprendere che il premio assicurativo che si paga non è una tassa in più sul patrimonio, per come afferma la politica più becera, bensì un equo contributo, limitato nell’ammontare, in collegamento però alla diffusione della copertura. È facile comprendere che una situazione di “sotto assicurazione” è un fattore di svantaggio competitivo che colpisce il Paese e che deve essere superato con l’informazione e, in maniera più forte, togliendo gli incentivi che possono essere stati ottenuti da entità ricalcitranti (Adolfo Urso)“.

Nella prospettiva egli ha lanciato l’idea di un ‘”patto per un’Italia protetta e quindi più forte e competitiva”, e per il quale le intese tra pubblico e privato varranno da leva vincente.