“Sei mesi fa eravamo morti”: Trump, l’attacco all’Iran e quella telefonata che ha cambiato tutto

Il retroscena sull'operazione "Midnight Hammer" che ha portato gli USA ad attaccare l'Iran: la telefonata ricevuta da Trump che ha cambiato tutto

Il nostro Paese è caldo come una pistola, sei mesi fa il nostro Paese era freddo come il ghiaccio, era morto“. Con queste parole Donald Trump ha lodato, in una breve intervista al “Wall Street Journal”, i raid contro l’Iran come “una grande vittoria per il nostro Paese“. Il giornale americano ha rivelato oggi un particolare retroscena proprio relativo all’attacco aereo avvenuto nella notte fra sabato e domenica: Trump avrebbe ordinato di procedere dopo aver ricevuto una telefonato di Pete Hegseth sul Marine One che, sabato pomeriggio, lo portava dal suo golf club in New Jersey all’aeroporto per volare a Washington.

Secondo quantoriportato dal WSJ, che cita fonti informate sui fatti, il presidente, che si è convinto che la diplomazia da sola non potrà impedire all’Iran di ottenere l’arma atomica, ha quindi dato luce verde al capo del Pentagono per avviare l’Operation Midnight Hammer.

L’operazione però sembra avere un significato più ampio per Trump, come appare dalle dichiarazioni rilasciate al Journal, un modo per riaffermare il potere Usa nel mondo. “Sarai il nuovo sceriffo in città e riorienterai la nostra relazione con il resto del mondo“, è stata l’esortazione che gli ha rivolto Lindsey Graham, capofila dei falchi che lo ha spinto ad attaccare, come ha rivelato lo stesso senatore repubblicano.