Tajani: “Iran e USA si incontrino a Roma”. E sul coinvolgimento dell’Italia nei raid americani…

Antonio Tajani chiede a USA e Iran di incontrarsi a Roma per stabilire la pace. Basi italiane non coinvolte nei raid di sabato notte

L’Iran e gli Stati Uniti ritornino al tavolo il prima possibile senza intermediari. Che il ministro Araghchi si faccia vivo con gli Usa. Nel frattempo, però, bisogna convincere Teheran a non rispondere, a non attaccare le basi americane, ad evitare reazioni inconsulte per scongiurare l’escalation. Va abbassato in tutti i modi il livello dello scontro“. È quanto ha affermato il ministro degli Esteri e vice premier Antonio Tajani, dopo la riunione in videoconferenza alla Farnesina con tutti gli ambasciatori italiani nei Paesi interessati dal conflitto, Russia e Cina comprese. Ha anche parlato col segretario di Stato americano Marco Rubio e ora sta tentando di mettersi in contatto con il ministro degli Esteri iraniano Araghchi, impegnato a Mosca. L’invito per entrambi sarebbe già pronto: “Vedetevi a Roma“.

Il ministro aggiunge che “non siamo stati avvisati” dell’attacco americano all’Iran e, rispondendo a chi gli chiede se i tanker che hanno rifornito in volo i bombardieri Usa siano partiti da basi situate in territorio italiano, afferma: “le basi italiane non sono state utilizzate“.

Parlando poi del grave attentato a Damasco contro i cristiani, che “il rischio terrorismo purtroppo c’è sempre, il nostro Paese comunque sta già rinforzando le sue difese“. Dice inoltre di fidarsi delle rassicurazioni di Trump che non ci saranno altri attacchi. “In ogni caso non ci sono arrivate richieste” per quanto riguarda l’uso delle nostre basi.

In merito alla chiusura dello Stretto di Hormuz da parte dell’Iran, afferma che “non sarebbe vantaggioso per loro e neppure per la Cina“. E aggiunge che Pechino e Mosca “condannano l’attacco americano, ma sono posizioni politiche, non penso siano realmente intenzionate a fare alcun tipo di intervento“.

Tajani parla anche della situazione a Gaza, dove “serve il cessate il fuoco, prima ancora della liberazione degli ostaggi israeliani. A un certo punto l’obiettivo sembrava anche possibile, ma poi Hamas ha fatto di nuovo saltare tutto. Al momento la verità è che solo gli Usa possono convincere Israele a fermare le operazioni. Di sicuro, però, non potrà essere Hamas a guidare la Palestina unita di domani“.

E per l’Europaci vuole un salto di qualità, non c’è dubbio. Bisogna cambiare gli assetti istituzionali. Perché qual è il problema? Che tutti gli Stati membri dovrebbero muoversi in un’unica direzione, sempre per l’interesse collettivo, l’interesse dell’Europa. E invece molti Stati agiscono da soli, lo fanno per sé, per il proprio tornaconto. Giorgia Meloni, per esempio, è andata sì da Trump a parlare di dazi: ma lo ha fatto nell’interesse di tutta l’Europa, non solo del suo Paese“.

Il rientro degli italiani dall’Iran

Le ambasciate di Teheran e di Baku, in Azerbaigian, sono “mobilitate” per favorire l’esodo in sicurezza dei nostri connazionali dall’Iran, sotto attacco da parte delle forze aeree israeliane e, nella notte tra sabato e domenica, anche da parte degli Usa. “Mi sono preoccupato – sottolinea Tajani, a margine del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles – della sicurezza dei nostri connazionali in Iran. Stanno partendo ancora italiani diretti verso l’Azerbaigian: la nostra ambasciata è mobilitata, così come è mobilitata l’ambasciata a Baku per ricevere i nostri connazionali“.

Il 5% del Pil nella difesa entro il 2035

L’Italia raggiungerà l’obiettivo di spendere il 5% del Pil nella difesa e nella sicurezza entro il 2035, avendo ottenuto sia un “prolungamento dei termini“, sia la necessaria “flessibilità”, ha spiegato Tajani.

L’Italia, afferma, “ha un ruolo importante nella Nato, ha un ruolo importante in Occidente. Abbiamo preso degli impegni” che portavano ad una spesa per la difesa pari al 2% del Pil, “andremo avanti nella discussione per vedere poi che tipo di interventi fare“.

Ma “avendo ottenuto sia un prolungamento dei termini, sia una flessibilità – aggiunge – credo che potremmo entro il 2035 raggiungere l’obiettivo“. Perché “non è soltanto spesa per la difesa, deve essere una spesa per la sicurezza, che è qualcosa di più ampio. Anche la sicurezza è una garanzia per i cittadini: non è soltanto una scelta di tipo esclusivamente militare. Questa è la nostra linea, Avanti discutendo, confrontandosi con gli altri!”, conclude.

Da Italia dialogo con Israele

In merito alla revisione dell’accordo Ue-Israele “la nostra è una posizione diversa da quella della Spagna. Noi crediamo che è fondamentale avere un dialogo con Israele e grazie a questo dialogo noi siamo riusciti a portare in Italia quasi mille fuoriusciti da Gaza“. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Bruxelles a margine del Consiglio Affari Esteri. “Siamo il paese nel mondo, insieme all’Egitto e all’Oman – continua – che ha accolto il maggior numero di palestinesi di Gaza. E questo l’abbiamo potuto fare grazie al dialogo aperto che abbiamo con Israele. Siamo gli unici che sono riusciti a far entrare a Gaza un convoglio delle Nazioni Unite, non soltanto un convoglio di aiuti umanitari e di privati. Questo significa che, avendo un dialogo aperto, si possono ottenere dei risultati. Le scelte velletarie non servono a nulla, sono scelte che sono finalizzate da parte della politica interna di un Paese“, conclude.