Le parole di Eduardo Lamberti Castronuovo sul Fascismo, come prevedibile, hanno provocato un’onta di reazioni in città. Oltre a Demetrio Delfino, a intervenire sono movimenti e associazioni. Una di queste, “Reggio Bene Comune”, si è così espressa: “Non possiamo non registrare con preoccupazione e perplessità, come tanti altri movimenti e soggetti cittadini, le recenti dichiarazioni dell’editore di RTV Edoardo Lamberti Castronuovo; già assessore alla Cultura dell’ex Provincia di Reggio ed attuale candidato a Sindaco per le prossime elezioni comunali con il suo “Polo Civico”. L’unica chiave di lettura, verosimilmente, sta proprio in questo nuovo percorso politico-elettorale; in cui Lamberti trova sopporto anche da figure di destra-destra“.
Affermazioni che sorprendono
“Non nutriamo dubbi sul fatto che Eduardo Lamberti Castronuovo sia un democratico, proprio per questo stupiscono non poco le sue affermazioni sul Fascismo dal sapore vagamente – e grottescamente – revisionistico. Lo diciamo convinti che una persona di cultura non possa assolutamente nascondersi dietro un “non c’ero, quindi non giudico”; un assunto che crolla al suo nascere. Stupiscono perché arrivano da un uomo che dovrebbe dimostrare ben altra sensibilità politica e che rappresenta anche Istituzioni culturali importanti per la nostra città (vedi il Conservatorio F. Cilea)”.
“Stupiscono, ribadiamo, perché si tratta della stessa persona che ha tenuto alto il livello di dibattito mediatico per settimane sullo spostamento – per esigenze di allestimento di una mostra – dell’epigrafe dedicata al compianto Pasquino Crupi (poi puntualmente ricollocata all’interno di Palazzo della Cultura). In quell’occasione Lamberti Castronuovo si è prodotto in lezioni etico-politiche arrivando addirittura a parlare di “delitto contro la storia”; oggi invece è lui stesso che tenta di cancellare la storia del Paese – pur essendo di recente stato insignito di un’onorificenza della Repubblica Italiana – nel tentativo malriuscito, forse, di cercare consenso dall’estrema destra reggina da cui ha già incassato un importante endorsement. Le sue affermazioni ricordano tanto il famoso “non sono fascista ma… ha fatto anche cose buone”.
La Costituzione e il dovere di chiarezza
“Noi siamo convinti che Chi decide di candidarsi a ruoli istituzionali della Repubblica Italiana, la cui Costituzione nasce dalla Resistenza e della Liberazione dal nazi-fascismo, non possa in alcun modo mostrare nessun tipo di ambivalenza su un regime dittatoriale criminale come il Fascismo. Non sono ammessi i se o i ma; o si sta dentro o fuori dal terreno democratico. La storia non si cancella, ha ragione Lamberti, ma è proprio per tale motivo che il rifugio dell’ambiguità sulla ferocia criminale fascista risulta invece un attacco inaccettabile alle vittime del ventennio: italiane e straniere. L’Italia fascista si macchiò di crimini abominevoli difficili da dimenticare. Non è mai esistito un “fascismo buono”; il fascismo è nato espressamente e dichiaratamente come movimento politico violento”.
Un invito simbolico e un monito
“Suggeriamo a Lamberti, ad un anno dal centesimo dell’assassinio di Giacomo Matteotti, di andare a riporre un fiore sul monumento recentemente dedicatogli collocato sul nostro splendido Lungomare. Perché anche la libertà di produrre un’affermazione così inaccettabile come la sua -sul non poter giudicare il fascismo perché “non c’era”- è oggi possibile solo grazie al sacrificio di figure straordinarie come Matteotti e di tantissimi altri oppositori: questa libertà la dobbiamo al sangue versato da Chi ha avuto il coraggio di non piegarsi ad una infame dittatura che ha consegnato il nostro Paese al baratro della guerra, della violenza e della sopraffazione. Il fascismo è un crimine e chi cerca di riabilitarlo se ne rende culturalmente e politicamente complice: anche con la comodità della solita ignavia del non prendere posizione. Ecco perché Lamberti non può fare il funambolo sul filo della democrazia“, si chiude la nota.



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