Reggio Calabria, continua la farsa del ponte Calopinace: sbagliata anche la quota delle travi, dopo 10 anni è (di nuovo!) tutto bloccato!

Reggio Calabria, per il piccolo ponte sul Calopinace è di nuovo tutto fermo per l'ennesimo clamoroso errore dei lavori. L'Amministrazione Comunale prova a nascondere tutto con le solite menzogne, ma i tecnici sono nel panico

  • ponte calopinace mister been
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
  • ponte calopinace reggio calabria 25 giugno 2026
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
  • ponte calopinace reggio calabria 25 giugno 2026
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
  • ponte calopinace reggio calabria 25 giugno 2026
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
  • ponte calopinace reggio calabria 25 giugno 2026
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
  • ponte calopinace reggio calabria 25 giugno 2026
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
  • ponte calopinace reggio calabria 25 giugno 2026
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
  • ponte calopinace reggio calabria 25 giugno 2026
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
  • ponte calopinace reggio calabria 25 giugno 2026
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
  • ponte calopinace reggio calabria 25 giugno 2026
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
  • ponte calopinace reggio calabria 25 giugno 2026
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
  • ponte calopinace reggio calabria 25 giugno 2026
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
  • ponte calopinace reggio calabria 25 giugno 2026
    Foto di Peppe Caridi © StrettoWeb
/

E’ di nuovo tutto fermo alla foce del Calopinace dove l’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria guidata dal Sindaco Giuseppe Falcomatà non riesce a realizzare, da dieci lunghi anni, un piccolo ponte lungo 30 metri e largo 12. Una banalità ingegneristica, una quisquilia burocratica: roba che in qualsiasi altra città d’Italia si completa in pochi mesi e si inaugura senza neanche una foto celebrativa. Nella Reggio Calabria di Falcomatà, invece, è possibile che una simile ovvietà amministrativa diventi un’odissea epica, con tanto di prese in giro da parte dell’Amministrazione che continua a raccontare ai cittadini questo clamoroso disastro come se fosse un’impresa leggendaria.

Il progetto di questo piccolo ponticello, strategico per collegare il tratto costiero del Lungomare al Parco Lineare Sud, è stato approvato nel 2016 nel pieno del “primo tempo” di Falcomatà; i lavori sono stati aggiudicati nel 2020, durante la campagna elettorale in cui il Sindaco chiedeva (e poi otteneva) il “secondo tempo“. Adesso siamo nel cuore dell’estate 2025 ed è di nuovo tutto fermo, tutto bloccato dopo l’ennesimo clamoroso errore che comprometterà per lungo tempo il completamento dell’opera. Infatti dopo una lunga sequenza di sbagli, misure errate, ordini irregolari, materiali compromessi e una colossale serie di assurdità senza fine, in questi giorni emerge l’ennesimo abbaglio: persino la quota di imposta delle travi è stata calcolata male. Ecco perchè il cantiere si è bloccato dopo l’installazione delle travi, celebrata in pompa magna dal Sindaco Falcomatà con una lunghissima diretta social in cui il Sindaco paragonava quei momenti all’attesa per lo sbarco dell’uomo sulla Luna. Pochi giorni prima in consiglio Comunale aveva annunciato una grande festa per l’inaugurazione, “come quella della caduta del Muro di Berlino“. Insomma, se riuscirà a scomodare anche lo sbarco di Cristoforo Colombo o l’invenzione dell’aratro il quadro sarà completo affinché nei libri di storia dell’umanità possa trovare spazio persino l’eroica impresa (mancata) di Falcomatà con un ponticello di trenta metri su un torrente cittadino.

Il problema, è che Falcomatà nei libri di storia rischia di finirci davvero come il Sindaco che in oltre 10 anni di governo non è riuscito a completarlo, questo ponticello. Infatti dopo la posa delle travi, esattamente due settimane fa, si è fermato tutto. Il Comitato Ferrovieri Pescatori ha denunciato lo stop dei lavori già la scorsa settimana, ma è stato pubblicamente offeso e ingiuriato dal vice Sindaco Brunetti con parole surreali. Il nervosismo dell’Amministrazione è palese nel tentativo di nascondere, per l’ennesima volta, un altro disastro. Forse il più clamoroso, perchè indifendibile.

Fatto sta che il cantiere è fermo da 14 giorni perchè i tecnici sono nel panico: c’è un altro clamoroso errore emerso dopo la posa delle travi, la cui quota di imposta è sbagliata di oltre mezzo metro. Basta osservare l’opera, di cui pubblichiamo freschissime foto nella gallery scorrevole in alto a corredo dell’articolo, per capire quanto sia enorme il dislivello tra la quota della strada attualmente esistente ambo i lati, e la quota delle travi. La strada del ponte, infatti, crescerà ancora di almeno venti centimetri: sulle travi dovrà essere posta la soletta su cui poi posare l’asfalto stradale, che risulterà quindi oltre 60-70cm superiore alla strada esistente. Lo spazio per realizzare una pendenza tale da non far schiantare, o ribaltare, le auto in transito, è inesistente da entrambi i lati: fronte Sud, al Parco Lineare, e fronte Nord, al Tempietto.

La quota delle travi, inoltre, non si può modificare perchè la struttura è dimensionata per non essere ad un livello troppo basso per il rischio idraulico dato dalle piene del torrente. Insomma, la quota non si può abbassare e l’unica soluzione dovrà essere quella di demolire ampi tratti delle strade, dei marciapiedi, delle ringhiere già appositamente realizzate (di recente) per decine di metri, ambo i lati, spendendo cifre enormi e non previste, appaltando nuovamente i lavori e prolungando i tempi di moltissimo, per poter consentire due rampe di adeguata pendenza per salire sul ponte e poi scendere. Così, ad occhio, un pasticcio che costerà un lasso di tempo che con ogni probabilità è più vicino agli anni che ai mesi. Insomma, questo disastro non solo contraddistingue l’incapacità dell’Amministrazione Falcomatà, ma rimarrà in eredità per molto tempo come un macigno sul groppone della prossima Amministrazione comunale.

A fronte di questa situazione imbarazzante e vergognosa, fanno ancor più rumore le parole del vice Sindaco Brunetti che poche ore fa ha avuto il coraggio di rispondere ai cittadini del Comitato con toni surreali. Brunetti, infatti, ha detto testualmente: “Mi spiace che qualcuno tenti di diffondere preoccupazioni infondate. E’ una deriva preoccupante quella dell’espertismo, l’atteggiamento per cui ognuno si sente tuttologo e pensa di poter dispensare giudizi senza conoscere i dettagli di una determinata situazione o avere i necessari strumenti tecnici per interpretarli. Un atteggiamento che è figlio soprattutto di un dibattito spesso un po’ superficiale e forse arrogante, che si sviluppa quasi sempre sui social e che travalica poi nella vita reale, con opinioni disinformate e generiche che dilagano come fossero verità assolute. Tra le mille incombenze quotidiane tentiamo di mettere un freno, illustrando passo dopo passo le fasi di cantiere. Avevamo già spiegato che il varo delle travi non significava che il ponte sarebbe stato aperto dal giorno dopo“. Nessuno voleva il ponte aperto il giorno dopo, caro vice Sindaco, ma neanche i più pessimisti potevano immaginare che il giorno dopo si fermasse nuovamente tutto a tempi indeterminato per l’ennesimo clamoroso errore. Davvero parla di “espertismo” dopo che da dieci anni non siete in grado di realizzare una così banale opera pubblica?

Brunetti ha avuto il coraggio di aggiungere che “da cittadini responsabili e partecipi del governo della cosa pubblica, ci aspettiamo che provino a informarsi prima di esprimere giudizi affrettati“. Affrettati? Dopo dieci anni? D-I-E-C-I- A-N-N-I, Brunetti! Dieci anni fa non esistevano le videocall, non c’erano Zoom e Teams, non c’era l’intelligenza artificiale, non c’era neanche TikTok, non esisteva alcuna criptovaluta oltre Bitcoin, e un Bitcoin valeva 250 euro. Non esistevano neanche ApplePay e GooglePay: pensare di pagare con lo smartphone era fantascienza. Non esistevano neanche Starlink e il 5G, eppure voi eravate sempre lì a provare a fare questo piccolo e ridicolo ponticello…

Il vice Sindaco probabilmente vive nel suo mondo fatato e non si rende conto che è un miracolo biblico se dopo tutto quello che lui e i suoi compari al governo della città hanno combinato in questi anni, possono ancora uscire di casa e mostrarsi in giro senza suscitare il pubblico sdegno. Per gli errori politici e amministrativi, ma soprattutto per queste assurde e palesi presi in giro nei confronti dell’intelligenza dei reggini.

Nello stesso comunicato stampa, Brunetti aveva trovato spazio per queste testuali parole: “dopo una lunga attesa in tanti abbiamo gioito della conclusione positiva dell’operazione più complicata dal punto di vista logistico“, raccontando la posa delle travi del ponte del Calopinace come se fosse l’assemblaggio dei moduli del razzo spaziale che porterà gli astronauti su Marte.

Il fatto che qualche passante non abbia visto operai in cantiere nell’ultima settimana – aggiungeva Brunettinon significa che i lavori si siano fermati. Ci sono dei tempi tecnici, delle attività di cantiere, in capo ai tecnici e agli uffici, propedeutiche al proseguimento dell’opera“. E invece i lavori sono fermi, da 14 giorni, per l’ennesimo clamoroso errore, e l’unica attività riscontrata in capo ai tecnici e agli uffici è stata il panico per non sapere come fare a recuperare l’ennesima follia.

Mentre scattavamo queste fotografie ieri sera, sul posto, durante uno specifico sopralluogo, abbiamo visto due ragazzini arrivare in bicicletta dal Parco Lineare Sud e affacciarsi verso il Ponte con lo sguardo dei sospiri. “Dai, finalmente è fatto. Ormai ci siamo“, commentavano speranzosi. Nei loro occhi c’era l’illusione di vivere in una città normale, di poter pedalare felici da un lato all’altro del Lungomare, a pochi metri dalle acque dello Stretto, sentendone il suono, respirandone il profumo senza sosta, dal Porto alla Sorgente senza mai perdere la vista del mare. Ci hanno fatto tanta tenerezza. Nei loro sogni infranti c’è la disperazione di chi ha ormai perso anche quella speranza che Reggio possa tornare ad essere una città normale.

E Brunetti ci prende anche per il culo. L’espertismo. I giudizi affrettati. Per un ponticello di 30 metri che da dieci anni è ancora un’incompiuta. Certo che se il Pd decidesse davvero di candidare proprio Brunetti per il post-Falcomatà, e l’attuale vice Sindaco riuscisse a vincere le elezioni, avremo buone probabilità di vedere realizzato prima il Ponte sullo Stretto rispetto al ponticello sul Calopinace. E lui continuerebbe a sorridere a favore di telecamera: “i lavori non sono fermi, sono in corso attività burocratiche negli uffici“.

E’ proprio vero che sono No-Ponte

Liberateci da questo incubo!

Brunetti
Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb