In un’atmosfera colma di sacralità e significato, domenica 22 giugno si è svolta, nel cuore pulsante della Cristianità, la Solenne Cerimonia di Promessa dell’Istituto Nazionale Azzurro (INA) presso la Pontificia Parrocchia Sant’Anna in Vaticano. Un evento straordinario, che ha segnato un momento storico per l’Istituto e per i suoi nuovi membri, alla presenza di altissime autorità ecclesiastiche e istituzionali. A presiedere la celebrazione, un parterre d’eccezione: Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale Emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano, Arciprete Emerito della Basilica di San Pietro e Membro d’Onore dell’INA; Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Francesco Miccichè, Canonico della Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore e Vescovo Emerito di Trapani; e M.P. Giulio Cerchietti, Officiale della Santa Sede e Presidente dell’Associazione Internazionale “Amici del Benin”.
Tre nuovi membri reggini
Nel cuore di questo scenario unico al mondo, tre nuovi membri reggini – Angelo Costantino, Caterina Marino e Antonella Mesiano – hanno solennemente pronunciato la loro promessa, abbracciando con coraggio e devozione gli alti valori dell’INA: fedeltà, servizio e impegno verso il prossimo. Ad aprire la celebrazione, il fondatore e Presidente dell’Istituto, Cav. Dott. Lorenzo Festicini, ha rivolto parole di ispirazione e profondo significato, sottolineando il valore della comunione spirituale che unisce tutti i membri dell’INA.
“Il nostro incontro oggi, in questo luogo sacro, è simbolo di fierezza, ma anche di responsabilità. La nostra missione nasce dalla fede e si alimenta attraverso il servizio”, ha dichiarato con fervore. Durante l’omelia, il Cardinale Comastri ha ricordato con commozione la luminosa figura del Cardinale Bernardin Gantin, esempio fulgido di santità e dedizione, il cui cammino verso la beatificazione è oggi motivo di speranza per la Chiesa universale.
Nel suo intervento conclusivo, Festicini ha espresso profonda gratitudine per l’impegno di ogni singolo membro, rinnovando l’invito a proseguire, insieme, su un cammino di dedizione, giustizia e amore verso l’umanità. L’Istituto Nazionale Azzurro, sempre più riconosciuto come baluardo di fede operante e ponte vivo con la Chiesa Cattolica, rafforza attraverso queste cerimonie la sua vocazione: essere sentinella del bene comune, testimone autentico della carità cristiana e faro di speranza per chi vive nell’ombra della sofferenza.
Domenica 22 giugno non è stata solo una cerimonia. È stata una chiamata. Un impegno eterno. Una promessa solenne che risuona, ora, nelle navate della storia.



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