Ponte Calopinace, ecco la prima trave. L’assurda diretta di Falcomatà: lui sproloquia e Brunetti lo ferma, “meglio non commentare…”

Posata la prima trave del ponte Calopinace, celebrata da Falcomatà come la conquista del secolo: l'assurda diretta con Brunetti

  • Falcomatà e Brunetti prima trave ponte calopinace
  • posata prima trave ponte calopinace
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
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Era partito bene, ma poi è andato fuori strada. Sì, l’ha fatto davvero: Giuseppe Falcomatà ha davvero celebrato la posa della prima trave del ponte Calopinace come se fosse lo sbarco sulla Luna o la fumata bianca per l’elezione del nuovo Papa. Arrivando, addirittura, ad essere “fermato” dal suo vice Paolo Brunetti. Un ponte di qualche metro, che sarebbe dovuto essere già in piedi da tempo, a Reggio Calabria è pronto a diventare la mega opera del secolo. Siamo sicuri che sarà così, è evidente. La solita narrazione dell’amministrazione, quella propaganda che tanto piace ad alcuni, colpirà ancora: grandi annunci, messaggi-slogan, per un’opera sì importante, ma diventata oggetto di sarcasmo amaro per quello che già sappiamo.

Lo avevamo capito qualche giorno fa, quando il sindaco paragonò l’inaugurazione – si resta in attesa dell’annuncio – alla caduta del Muro di Berlino. Sia chiaro: ben vengano sempre le opere pubbliche, ben vengano quelle utili e belle, ben venga qualsiasi iniziativa che possa portare sviluppo alla città, ma – in certi casi – “anche meno”… Di fronte a un ritardo del genere, pochi incensamenti e tanta umiltà. Che però in politica è merce rara. Invece, così come per la scalinata del Waterfront “monca” in campagna elettorale di qualche anno fa, anche questa volta l’amministrazione ne approfitta per esaltare la campagna del “tutto è bello e tutto funziona alla perfezione perché ci siamo noi”.

Minimizzati i ritardi, minimizzati i problemi, accusata la Regione (guarda un po’), è il tempo del “siamo orgogliosi e contenti”. E va anche bene. Va bene l’emozione, va bene la lunga diretta (oltre 30 minuti), va bene far vedere la posa della prima trave, ma poi basta. “Siamo collegati con il cantiere del ponte Calopinace, vogliamo condividere con la città un momento importante, che dà la spinta decisiva all’avvio della fase finale dei lavori, con il varo della prima delle sette travi che costituiranno la base sulla quale realizzare il ponte. E’ il momento decisivo, è stato ed è un progetto molto travagliato”, ha esordito Falcomatà nella diretta.

Che poi inizia a “sbandare” con la prima frecciata (ridicola) alla Regione: “ripercorriamo la storia: si tratta di un vecchio finanziamento regionale. Poi nel corso degli anni la Regione, guarda caso, ha tolto il finanziamento e il Comune ha dovuto trovare nuove risorse, aggiornandolo anche con nuove tecniche”. Altra “sbandata” quella sull’ironia dei cittadini, quasi come se non avessero ragione di questi ritardi, a prescindere dalle cause. “Ci terrei anche a sottolineare quanto, in questi mesi, si sia fatta anche un po’ dell’ironia. Le difficoltà ci sono state: ‘eh, ma che ci vuole, per un ponticello di 20 metri?’, come se un sindaco volesse così male alla città da non voler realizzare un’opera pubblica. Io vi dico: guardate che impiego di mezzi, materiali e risorse umane servono”, come a voler minimizzare. I ritardi ci sono stati, gli intoppi pure, ma la responsabilità nell’evitarli o ridurli spetta sempre e solo all’amministrazione.

Più serio e composto – anche perché non è abituato molto alle dirette o alle apparenze – il vice Brunetti: “ci sono due gru con trasporto eccezionale, questa notte sono arrivate le prime quattro travi e poi si proseguirà stanotte con le ulteriori tre. Questo ovviamente non è la parte conclusiva, ma l’inizio della fase finale. Pensate che una sola trave pesa 53 tonnellate”.

Il siparietto nei momenti “morti” della diretta

Il momento clou, quello più simpatico (sigh!) arriva nel momento del silenzio e dell’attesa. La diretta prosegue ma i due non parlano più molto. O quasi. Dovrebbero lasciar parlare le immagini, che mostrano l’innalzamento della prima trave. Ma Falcomatà non ce la fa, è più forte di lui, e inizia a sproloquiare: “facciamo tutti insieme oohhh”, afferma. Vorrebbe far ridere. E poi aggiunge: “è’ un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per la città. Sembra che stiamo commentando lo sbarco dell’uomo sulla Luna”. Una battuta leggera, forse, ma che resta assurda, per il contesto e il momento. Quasi non ci crediamo, la riascoltiamo più volte.

Poi capiamo che è tutto vero quando Brunetti, saggiamente, gli fa capire che forse potrebbe anche evitare: “c’è il rischio, quando ci sono questi tempi di attesa, di esagerare con le parole. Forse è meglio assistere senza commentare, dice il vice a Falcomatà. Ma il sindaco non si ferma: “sembrano quei momenti dopo la fumata bianca, prima dell’arrivo del nuovo Papa. Queste sono le dirette che piacciono alla città, dove si vede la città che cambia. Le opere pubbliche non hanno colore politico, lo diciamo sempre, e nessuno vuole i ritardi, ovviamente, ma questa opera ci deve rendere orgogliosi”.

E poi chiude con una riflessione. “Questo è il quarto ponte realizzato dalla nostra amministrazione: il Ponte di Nocille, a Pellaro; il ponte di Paterriti, nella zona del Valanidi, il Ponte Attanasio, nel Waterfront, e poi questo, il quarto in dieci anni. La media non è male”. Ma allora, visto che è tanto amante di ponti, perché ostacola così tanto il Ponte sullo Stretto? Lì sì, non esagereremmo: per Reggio, per la Calabria, per l’estremo sud, sarebbe davvero una conquista storica, pari a quella dei grandi momenti vissuti non dall’Italia, ma dal mondo.