Il Governatore della Calabria Roberto Occhiuto è ospite questa sera di “Quarta Repubblica”, su Rete 4, a qualche giorno dall’avviso di garanzia ricevuto per l’ipotesi di corruzione. Il conduttore del programma, Nicola Porro, lo introduce così: “è una storia di quelle che noi definiamo di ‘giustizia impazzita’. E’ tutto poco chiaro, perché lui dice che vuole parlare subito, ma gli dicono ‘no, non si può fare’. Forse non si può fare effettivamente, ma non si potrebbe fare neanche nei giornali. E invece si parla di auto di lusso, ma è una Smart. Occhiuto non vede le carte, i giornali invece sì, e così difatti il processo è già iniziato”.
Così comincia l’intervento di Occhiuto, un fiume in piena. E’ arrabbiato e si vede: “io ho ricevuto solo due fogli e in questi non c’è neanche un fatto. Ho chiesto le carte, ma non me le danno, poi però vengono date a un giornalista ed esce tutto sul “Domani”, che a quanto pare è la cancelleria del Tribunale. A 56 anni ho ricevuto per la prima volta un avviso di garanzia, ma ho gestito la Regione nel modo più trasparente possibile, al fianco dei vertici delle istituzioni”.
“Il Domani dice che si parla di normali rapporti tra soci di società private. Io personalmente non ho dato alcun incarico al mio socio e si parla di due auto a cui sarebbero arrivate delle multe, pagate. Era un’auto aziendale? Sì. In ogni caso, il mio socio non è uno scappato di casa, altrimenti non ci avrei fatto affari. Mi contestano che questo mio socio sia stato nominato dalla mia compagna, ed è vero, sia io che Matilde Siracusano ne fummo felici, quando fu nominato, proprio per il suo curriculum. Ma dove è qui la corruzione? Parliamo di una società privata, comunque, con operazioni tracciabili, come in tutte le società”.
“Poi decido di cedere le quote – continua – perché annuncio che mi ricandido, e guarda caso dopo qualche giorno succede questo casino. Non so che problemi possano esserci in questo e per questo chiedo ai Magistrati di chiamarmi. Credo, avendo letto il Domani e non le carte, che il problema sia stato aver nominato questa persona. Avrei potuto anche farlo, ma non l’ho fatto. So che la Calabria è una Regione complicata, ma chiedo: ‘controllatemi, controllatemi tutto’. Io voglio essere chiamato, perché ho tante cose da fare per la mia Regione e dovrò perdere del tempo per queste stronzate“.
“Sono incazzato ora, perché si dà un’immagine di me e della Regione non reale. Io non sto dicendo ‘non indagatemi’, ma ‘indagatemi tutto’. E’ successo a tutti i presidenti della Regione Calabria di essere arrestati o indagati o rinviati a giudizio, ma intanto sono stati distrutti. Io questo non lo permetterò. Sono i calabresi a dover dire se amministro e se ho amministrato bene”.



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