Messina, che disastro la mobilità per il concerto di Vasco Rossi! Per organizzare i grandi eventi bisogna saper pianificare gli esodi di grandi flussi…

La testimonianza successiva al concerto di Vasco Rossi a Messina: un disastro la mobilità intorno allo stadio

Ho avuto la fortuna, e la sfortuna nello stesso tempo, di assistere al primo concerto evento di Vasco Rossi nella città di Messina. Una giornata calda, 40.000 spettatori previsti, un piano organizzativo (sulla carta) importante con un sistema di trasporto pubblico potenziato rispetto al grande flusso atteso nella città metropolitana. Ho avuto il piacere di raggiungere la città di Messina con largo anticipo in modo da pianificare il pranzo ed un giro nel centro cittadino, ammirando le bellezze del Duomo monumentale. Con un servizio di linea (numero 100, cosiddetto shuttle) ho raggiunto il nodo urbano di destinazione del trasporto pubblico posto lungo la strada statale in corrispondenza dell’incrocio in direzione dello Stadio Franco Scoglio a Sanfilippo.

Non pensavo che la distanza tra la fermata di discesa e lo stadio fosse importante; sotto il sole cocente di una giornata con 33 °C ho raggiunto a piedi l’ingresso dello stadio in circa 35 minuti. L’organizzazione del concerto è stata perfetta, attenta (ad eccezione di una sola presenza di un punto ristoro e bar in corrispondenza della Tribuna Gold), implacabile nel rispetto delle regole all’ingresso ed all’interno dello stadio. Il concerto di Vasco Rossi non ha bisogno di alcun commento se non dire che è stato semplicemente incantevole ed emozionante.

Bello i concerti, ma poi i problemi…

I problemi nascono nella fase di uscita dallo stadio, nel deflusso di 40 mila persone indirizzate presso i punti di ritrovo dei pullman GT, i parcheggi delle auto e moto e nel punto di salita dei mezzi ATM. Uscito dalla tribuna trovo un insolito blocco di persone, migliaia, lungo la rampa che riporta sulla SS. Il motivo? La presenza di venditori abusivi di bevande posizionati di traverso lungo la carreggiata, ad ostruzione e limitazione del deflusso. Inevitabile la formazione di un imbuto con notevoli problemi di sicurezza.

Proseguendo a piedi verso la Statale non credo ai miei occhi: il flusso di uscita dai parcheggi delle auto e delle moto percorrevano in modo promiscuo la rampa insieme alle migliaia di persone a piedi.
Nessuna separazione dei flussi, nessuna limitazione ai mezzi a quattro e due ruote. Nulla. Tutti insieme appassionatamente, con i motociclisti che strombazzavano accanto a famiglie e bimbi. Tutto regolare. Arrivato sulla statale apprezzo la presenza di una lunga fila di bus ATM per accogliere le migliaia di persone. Ho pensato, ma che bravi che sono, complimenti alla città di Messina ed all’azienda.

Pia illusione. I mezzi sono rimasti chiusi e non utilizzabili dalle persone in quanto un signore, presumo un coordinatore di ATM, urlava che la fermata di salita sui mezzi era posizionata poco più avanti all’altezza del distributore Esso. Una follia. Migliaia di persone lungo la carreggiata, inviperite, bloccando il traffico inveivano contro i conducenti pregandoli di aprire le porte. Niente. I conducenti imperterriti ed obbedienti alle indicazioni del coordinatore potevano aprire le porte soltanto nella fermata fronte Esso.

Non la faccio lunga. Potete immaginare la grande confusione con notevoli problemi di sicurezza sia delle persone sia dei lavoratori (conducenti ATM, polizia locale, ecc) per gestire un enorme mole di flusso pedonale. Sintesi. Area bloccata, autovetture incastrate nella coda unica, persone in mezzo alla strada ad occupare la carreggiata.

Dopo un’ora e quaranta in attesa che si aprissero le porte del bus decido di raggiungere il nodo di Gazzi, ex capolinea del tram fermo per manutenzione straordinaria, dove erano previste ulteriori navette per raggiungere la stazione centrale e gli imbarcaderi. Raggiungo Gazzi in circa 30’. Vuoto, non c’era nessuno. Due bus completamente vuoti ad attendere le persone. Una volta riempito il bus parte in direzione stazione ed imbarcaderi.

Che dire. Una esperienza negativa. Non capisco come in situazioni come queste, quando si attendono i grandi flussi, non si debba e possa pensare all’azione di un piano straordinario di sicurezza ed accessibilità/deflusso. O per lo meno se si è pensato ed implementato allora c’è stato qualche problema. In queste situazioni mi permetto evidenziare che non si può pensare ad un deflusso promiscuo. I flussi devono essere separati. Si ha la fortuna di avere uno stadio connesso con la rete autostradale, vi è la viabilità secondaria lungo la statale e la viabilità locale interna. Bastava separare i flussi veicolari, pensare alla SS dedicata esclusivamente alla frequenza dei mezzi pubblici consentendo l’accesso soltanto ai residenti ed utilizzare la rete autostradale per la viabilità di attraversamento.

Un partecipante colpito da arresto cardiaco

Ma vi sono ancora migliori azioni attuative per contener e far defluire grandi numeri. Dimenticavo di raccontare che durante il tragitto a piedi lungo la SS in direzione Gazzi un’ambulanza è dovuta intervenire per fornire assistenza ad un partecipante al concerto colpito da un arresto cardiaco. Spero che sia andata tutto bene. Mi auguro che città ed azienda, unitamente a tutti gli stakeholders, per i prossimi (tanti) concerti prevedano un piano della sicurezza degno di questo nome.