Meloni alla Camera: “basi italiane non coinvolte. Iran accetti accordo nucleare”. E su Ucraina e Gaza…

Intervento fiume di Giorgia Meloni alla Camera: dall'Iran all'Ucraina passando per Gaza. Le parole del Premier prima del Consiglio Europeo

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha parlato alla Camera in vista del prossimo Consiglio Europeo. Tanti i temi caldi sul tavolo, primo fra tutti, ovviamente, quello relativo alla guerra fra Israele e Iran nella quale è entrato anche Donald Trump con il bombardamento di sabato notte. Meloni chiarisce subito un aspetto: “approfitto per confermare quanto è già stato dichiarato dal ministro degli Esteri, Tajani, dal ministro della Difesa, Crosetto, in questi giorni circa il fatto che nessun aereo americano è partito da basi italiane e che la nostra Nazione non ha in alcun modo preso parte ad operazioni militari“.

Meloni ha aperto al dialogo con l’Opposizione sulla questione Iran: “comprendiamo tutti molto bene i potenziali, enormi rischi derivanti da un’ulteriore destabilizzazione di una regione già molto provata e penso che in questa fase così delicata sia importante il dialogo tra Governo e Parlamento, Governo e opposizione per il bene e la sicurezza degli interessi della nostra Nazione. Farò ovviamente del mio meglio per mantenere e ampliare questo dialogo“.

Meloni: “Iran colga l’opportunità per un accordo sul nucleare”

L’Italia è per soluzioni serie e concrete e non è interessata alle speculazioni, la difficilissima situazione del Medio oriente non lo consente“, ha dichiarato Meloni. “L’Iran deve cogliere l’opportunità di un accordo” con Washington sul “proprio programma nucleare“.

Siamo convinti che solo un’azione diplomatica coordinata possa garantire la pace nella Regione ed è la ragione per la quale avevamo sostenuto con convinzione le negoziazioni tra Usa e Iran, che abbiamo ospitato come sapete a Roma in questi mesi. Siamo pronti a fare la nostra parte anche oggi, ma è giunto il tempo di abbandonare ambiguità e distinguo. L’Iran deve evitare ritorsioni contro gli Usa e cogliere l’opportunità oggi di un accordo con Washington sul proprio programma nucleare, consapevole che è possibile portare avanti un programma civile in un modo che garantisca la totale assenza di fini militari. Gli Emirati Arabi uniti in questo senso sono un modello nella Regione”, ha sottolineato il premier Giorgia Meloni.

Stretto di Hormuz e ambasciata in Oman

L’acuirsi della crisi genera, ovvio, molta preoccupazione, per le possibili ripercussioni in tutto il Medio Oriente e oltre. Stiamo vagliando le ipotesi di risposta da parte iraniana e in particolare stiamo monitorando Hormuz, uno stretto strategico per le economie globali, capace di condizionare il prezzo del petrolio e dell’energia a livello mondiale. Ma, in ogni caso, ci siamo già occupati di assicurare all’Italia gli approvvigionamenti necessari. Sulla crisi, la posizione del governo italiano rimane chiara. Reputiamo molto pericolosa l’ipotesi che l’Iran si doti dell’arma nucleare“, ha aggiunto Meloni.

Un “Iran come potenza nucleare – avverte il premier – non rappresenterebbe solamente un pericolo vitale per Israele, ma avvierebbe una rincorsa a dotarsi di armi atomiche da parte degli altri attori dell’area, innescando un effetto domino molto pericoloso anche per noi. Siamo convinti che solo un’azione diplomatica coordinata possa garantire la pace nella regione. È la ragione per la quale avevamo sostenuto con convinzione le negoziazioni tra USA e Iran. Abbiamo ospitato a Roma, in questi mesi, due round negoziali e siamo pronti a fare la nostra parte anche oggi“.

In “queste ore“, rimarca Meloni, “ho mantenuto contatti costanti con gli alleati del G7 e i principali attori regionali, e tutti concordiamo su una azione coesa a favore di un ritorno ai negoziati. Il ministro degli Esteri Tajani ha parlato più volte in questi giorni con il suo omologo iraniano, l’ultima volta questa mattina, e ha trasferito questi messaggi. Tajani è stato in contatto anche con il segretario di Stato Rubio e ribadirà oggi a Bruxelles la nostra posizione alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea, come anche io stessa farò al Consiglio europeo e negli incontri con i leader a margine del vertice Nato”.

Il Premier ha anche parlato della possibilità di “ricollocare l’ambasciata a Teheran temporaneamente in Oman“. In un breve passaggio su Gaza, Meloni ha sottolineato che per l’Italia è “prioritario il cessate il fuoco”, mentre in riferimento al “terribile attentato di ieri alla chiesa di Sant’Elia a Damasco esprimiamo alla comunità cristiana e siriana il nostro più sentito cordoglio“.

Le spese per la Difesa

Quello sulle spese per la difesasarà un percorso compatibile con le altre priorità del governo, coerente con impegni presi dalla maggioranza e definite nel programma di governo. Senza difesa non c’è sicurezza e senza sicurezza non c’è libertà e non può esserci benessere e prosperità“, ha dichiarato Giorgia Meloni in aula alla Camera.

Dal vertice Nato emergerà ”l’impegno per tutti i membri ad arrivare al 3,5 per cento in spese di difesa e 1,5% in spese di sicurezza”. Impegni “importanti che l’Italia, finché ci sarà questo governo, rispetterà perché l’alternativa sarebbe più costosa e peggiore. Non lasceremo l’Italia esposta, debole, incapace di difendersi e di tutelare i suoi interessi”.

Guerra in Ucraina e pressioni sulla Russia

Trova spazio, nell’intervento di Meloni, anche l’Ucraina: “assistiamo ad una fase estremamente delicata del conflitto, con l’assenza di progressi sostanziali sul piano negoziale, specie in termini di cessazione delle ostilità. Alla luce di questi sviluppi sono due le direttrici sulle quali ci stiamo muovendo: sostegno all’Ucraina e pressione sulla Russia“.

L’obiettivo immediato – ha aggiunto il premier – è un cessate il fuoco che fermi i combattimenti, che lasci il campo alla diplomazia per discutere un vero e duraturo accordo di pace che giocoforza avrà un impatto anche sull’architettura di sicurezza europeo. Credo che sia evidente a tutti come l’impegno dell’Ucraina a favore della pace è un impegno chiaro, a partire dalla disponibilità ad accettare il cessate a fuoco fino alle ripetute manifestazioni di disponibilità a colloqui diretti con la Russia, che abbiamo visto a Istanbul con l’invio di una delegazione qualificata e le proposte concrete, credibili per un percorso negoziale“.

La Federazione russa deve ora dimostrare di volersi seriamente impegnare al tavolo negoziale. Al momento purtroppo non vediamo questo impegno come dimostrano i sistematici e premeditati attacchi contro gli obiettivi civili, particolarmente alla vigilia di eventi importanti. Penso quindi che in questa fase – ha concluso Meloni – sia importante esercitare sulla Russia una pressione coordinata: siamo pronti a farlo con il diciottesimo pacchetto sanzionatorio attualmente in discussione a Bruxelles che si concentra sulla flotta ombra di petroliere riconducibili alla Russia utilizzate per aggirare le sanzioni e più in generale sul settore energetico e sul settore bancario“.

Vertice Nato, Meloni “non lasceremo Italia debole e incapace di difendersi”

Servono impegni chiari e sostenibili“, ha dichiarato il premier Giorgia Meloni, parlando del vertice della Nato in programma all’Aja sulla difesa comune. ”Intorno a noi vediamo moltiplicarsi caos e insicurezza e non lasceremo l’Italia esposta, debole, incapace di difendersi o impossibilitata a tutelare i suoi interessi come merita che i suoi interessi vengano tutelati”.

La Commissione europea “ha presentato diverse proposte legislative concrete” come ad esempio “la lista europea di Paesi di origine sicuri che fa giustizia di tante, troppe decisioni dettate da una distorta lente ideologica alle quali abbiamo assistito per mesi qui in Italia“.

Settore automobilistico

Annuncio che sto lavorando con il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Merz per definire delle linee comuni a sostegno del settore automobilistico europeo. Penso che le tre nazioni, lavorando insieme, possano offrire uno stimolo importante alla riflessione”, ha affermato Meloni.

Il governo procede “con la rotta coerente e chiara, tracciata per un’Italia protagonista in tutti i tavoli, costruttrice di ponti, aperta al dialogo con tutti i partner, chiara, autorevole, salda nella guida grazie a un governo che ha messo al centro l’interesse nazionale“.

Italiani via dall’Iran attraverso Baku

La nostra priorità è stata, ovviamente, la sicurezza dei nostri connazionali -civili e militari – presenti nella Regione e l’esame dei possibili impatti securitari ed economici sull’Italia, a partire da quelli legati all’ambito energetico. Sulla situazione dei nostri connazionali, un convoglio con 122 persone a bordo è partito da Israele ed ha raggiunto ieri l’Egitto, da dove i cittadini italiani saranno riportati in Patria. Stiamo lavorando anche per ridurre in maniera ordinata la nostra presenza a Teheran, portando fuori dal Paese – via Azerbaijan – i connazionali che ne hanno fatto richiesta. Questa mattina un nuovo convoglio, il terzo, guidato dai nostri carabinieri, con circa 67 persone a bordo, inclusi alcuni dipendenti dell’Ambasciata, si è messo in viaggio verso Baku“, ha annunciato Giorgia Meloni parlando alla Camera.

Si stanno predisponendo le attività – ha sottolineato Meloni – per far partire un ulteriore convoglio nei prossimi giorni a seconda dell’evoluzione della situazione sul terreno, ed è allo studio la possibile ricollocazione temporanea della nostra ambasciata in Oman, da aiutare quando tutti gli italiani saranno al sicuro“.

Cogliere potenzialità triangolo di stabilità Libano-Siria-Palestina

Ribadiamo il nostro forte sostegno alla mediazione intrapresa da Stati Uniti, Egitto e Qatar“. Il “futuro della Striscia può iniziare solo con la liberazione degli ostaggi e il disarmo di Hamas“. Una “cessazione permanente delle ostilità è necessaria anche per poter avviare la sfida della ricostruzione, in cui credo che le Nazioni arabe debbano svolgere un ruolo preminente. E in cui, è chiaro, Hamas non potrà avere alcun ruolo“. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni parlando in Aula alla Camera. “Per la Palestina – ha rimarcato Meloni – siamo pronti a fornire il nostro contributo per un assetto futuro in cui i due popoli possano convivere in pace, dignità e sicurezza, in cui i terroristi non possano avere alcun ruolo e in cui la Striscia di Gaza non possa mai più essere una piattaforma per attacchi verso Israele“.

Al “contrario, nel quadro di una soluzione concordata“, ha avvertito, “una riformata Autorità Palestinese dovrebbe, a nostro avviso, assumere responsabilità sempre maggiori di governo e la gestione della sicurezza sia in Cisgiordania che a Gaza. Per ottenere questi risultati sono necessarie scelte coraggiose, in primo luogo da parte di Israele. È necessario un processo politico che conduca alla soluzione dei due Stati, con garanzie di sicurezza reali e credibili per Israele e una piena normalizzazione dei rapporti con il mondo arabo e islamico, portando a compimento il processo avviato con gli Accordi di Abramo“.

Per la Siria, “abbiamo annunciato a Bruxelles uno stanziamento da 50 milioni di euro, che saranno destinati a interventi nei settori dell’assistenza e reintegro dei rifugiati, protezione dei soggetti vulnerabili, infrastrutture, sicurezza alimentare, salute e protezione del patrimonio culturale. La rimozione delle sanzioni economiche dell’UE alla Siria determina una congiuntura storica chiave per il Medio Oriente. L’Italia farà il possibile affinché il Consiglio europeo ne colga le potenzialità, per definire un nuovo ‘triangolo di stabilità’ tra Libano, Siria e il futuro Stato palestinese, che avrebbe effetti cruciali anche per la sicurezza di Israele“.

‘Ci sono, infatti, in tutto il mondo arabo, e in particolare nel Golfo – ha spiegato Meloni – leader interessati a un futuro di pace e opportunità economiche, che sono pronti a lavorare a un quadro regionale in cui Israele possa essere pienamente integrato, come un partner e non un nemico. Una regione proiettata nel futuro, che esporta tecnologia e ricchezza in luogo di instabilità e terrorismo“.

Un “cambiamento epocale – ha rimarcato – che gli estremisti proveranno a contrastare in ogni modo, soprattutto facendo ricorso alla cinica strategia degli attentati contro la popolazione inerme. In questo contesto rientra probabilmente il terribile attentato che ieri ha colpito la Chiesa di Sant’Elia a Damasco, causando decine di vittime tra i fedeli. Alla comunità cristiana siriana voglio esprimere a nome dell’Italia il più sentito cordoglio“.