Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto un’indagine indipendente sull’uccisione di palestinesi avvenuta domenica nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti a Gaza, in seguito a notizie controverse secondo cui le forze israeliane avrebbero aperto il fuoco sulle persone in attesa di ritirare gli aiuti umanitari. Una vicenda che ha dei contorni poco chiari e che sui media occidentali è stata raccontata con versioni poco chiare e a volte anche contraddittorie.
La notizia è stata diffusa inizialmente da “Al Jazeera” che ha denunciato gli spari da parte dell’IDF (le Forze di Difesa Israeliane) contro i civili che si stavano recando a ritirare aiuti umanitari: presenti diversi morti e feriti, alcuni dei quali anche bambini. Notizia confermata immediatamente da Hamas.
La Gaza Humanitarian Foundation, ONG Americana gestita da Israele, ha smentito la vicenda. Con il passare delle ore “Al Jazeera” ha rilanciato parlando di un crescente numero di morti (31), confermato dal Governo di Gaza, sotto il controllo di Hamas.
L’IDF ha successivamente smentito la vicenda, parlando di disinformazione creata ad hoc da Hamas e postando un filmato si possono vedere uomini armati fra la folla, identificabili come terroristi, aprire il fuoco.
Un funzionario militare israeliano ha informato i giornalisti che i soldati erano intervenuti per “impedire a un certo numero di sospettati di avvicinarsi alle forze” a circa 1 km dal sito del GHF, prima della sua apertura. “Sono stati sparati colpi di avvertimento“, ha affermato il funzionario, prima di insistere sul fatto che “non c’è alcun collegamento tra l’incidente in questione e le false accuse contro le IDF“.
Lunedì la GHF ha dichiarato in una nota che i resoconti erano “i più eclatanti, in termini di vere e proprie invenzioni e disinformazione fornite alla comunità mediatica internazionale. Non ci sono stati feriti, vittime o incidenti durante le nostre operazioni di ieri. Punto. Non abbiamo ancora riscontrato alcuna prova che ci sia stato un attacco presso la nostra struttura o nelle sue vicinanze“.
La correzione della BBC e la gestione dei fatti sui media occidentali
La notizia, complice la velocità con cui si diffondono le formazioni attraverso web e social, è finita sulle prime pagine di tutti i media internazionali, compresi quelli italiani, che hanno dato credito alla versione iniziale, ovvero quello filopalestinese. La BBC, uno dei media più autorevoli e famosi al mondo, è stata costretta a pubblicare una correzione riguardante un proprio articolo nel quale riprendeva un filmato, postato da un giornalista di “Al Jazeera”, spacciato per la sparatoria sui civili a Rafah.
“È stato pubblicato con una didascalia di un giornalista di Al Jazeera che afferma: ‘Un nuovo filmato rivela l’orribile massacro commesso dalle forze israeliane nei pressi di un sito di distribuzione di aiuti statunitensi nel sud di Gaza’.
Abbiamo geolocalizzato il filmato in un punto di Khan Younis a circa 4,5 km (2,8 miglia) dal punto di distribuzione di aiuti più vicino. La direzione delle ombre suggerisce che sia stato girato di sera, non di mattina, il che non corrisponde ai resoconti degli attentati di Rafah“, ha spiegato la BBC.
A far discutere è la gestione di questo tipo di notizie sui media occidentali. Le notizie diffuse da “autorità” palestinesi vengono riconosciute attendibili, nonostante le suddette “autorità” siano sotto il controllo di Hamas, che ricordiamo essere un’organizzazione terroristica antisemita che non si è fatta alcuno scrupolo, il 7 ottobre 2023, a massacrare civili, stuprare donne e catturare prigionieri fra cui parecchi bambini.
Nella propaganda di Hamas, Israele viene dipinto come uno Stato guerrafondaio, sanguinario e oppressore. Una propaganda che riscuote consensi nelle piazze e nei media occidentali.
Seppur in guerra il confine etico e morale fra le due parti in causa sia spesso labile e, al tempo stesso, sia complicato (per non dire errato) categorizzare sotto l’etichetta di “buoni” e “cattivi” gli uni o gli altri, si sta pur sempre parlando di uno Stato civile, democratico e riconosciuto a livello internazionale (Israele) e di un gruppo terroristico (Hamas). L’attendibilità delle due parti in causa andrebbe, quantomeno, trattata in maniera differente, al di là di ogni colore politico interno alla propria Nazione.



Vuoi ricevere le notifiche sulle nostre notizie più importanti?