Nelle ultime settimane, il Medio Oriente è nuovamente precipitato in una spirale di instabilità geopolitica a causa del conflitto fra Israele e Iran. Nei giorni scorsi, un attacco aereo condotto dagli Stati Uniti contro infrastrutture militari nucleari iraniane ha scatenato forti reazioni nella regione, riaccendendo il timore di un’escalation su larga scala. Il cessate il fuoco arrivato nella giornata di lunedì rappresenta un delicato tentativo di tornare a una situazione di normalità. Le prime conseguenze si sono già riflesse nei mercati energetici con oscillazioni dei prezzi e reazioni fluttuanti da parte delle Borse mondiali.
Oltre al rischio umanitario e politico, la tensione tra Washington e Teheran riaccende un tema cruciale per l’economia globale: la sicurezza dell’approvvigionamento energetico. Il Medio Oriente, cuore pulsante della produzione di petrolio e gas, rappresenta una delle aree più strategiche al mondo. Qualsiasi conflitto nell’area ha immediate ripercussioni sui flussi commerciali e sulle forniture, con effetti a catena che coinvolgono anche l’Europa e, in particolare, l’Italia.
Abbiamo chiesto agli esperti di Domotek, azienda leader nel settore energetico di Reggio Calabria, di fare il punto della situazione aiutando i nostri lettori a capire quali sono i punti cruciali della questione energetica legata al conflitto in Medio Oriente, i timori e le possibili soluzioni che anche il singolo potrebbe adottare per limitare le conseguenze derivanti da quanto sta accadendo e da simili situazioni future.
Petrolio, GNL e nucleare: la questione energetica mediorientale
Inquadriamo la situazione dal punto di vista geografico e commerciale. L’Iran è il secondo Paese al mondo per riserve di gas naturale, la Russia è il primo. Gli esperti di Domotek sottolineano come la cronica instabilità di Paesi come Libia, Algeria e lo stesso Iran, insieme all’embargo russo attualmente in atto, costringono l’Europa e l’Italia a dipendere dal gas naturale liquefatto (GNL) americano.
Gli esperti di Domotek fanno notare che tale gas viene estratto tramite “fracking”, una tecnica dai costi parecchio elevati. Successivamente viene trasportato via nave metaniere e i costi finali diventano superiori rispetto al gas di origine pipeline.
Ci sarebbe l’ipotesi relativa all’impiego dell’energia nucleare. Premessa la natura divisiva del nucleare, visto il possibile doppio impiego (la guerra in Iran è nata dalla minaccia atomica), l’azienda reggina fa notare che comunque l’Italia sarebbe costretta a importare l’uranio, soprattutto dal Kazakistan, altra zona instabile seppur in maniera latente.
L’Italia, come gran parte dell’Europa meridionale, è fortemente dipendente dalle importazioni di petrolio e gas naturale, con una quota significativa che proviene o transita dal Medio Oriente. Sebbene negli ultimi anni il Paese abbia diversificato le fonti di approvvigionamento, rafforzando i legami con Algeria, Azerbaijan e Norvegia, il sistema resta esposto agli shock geopolitici.

Lo Stretto di Hormuz: un collo di bottiglia per l’energia globale
In questi giorni si parla tanto dello Stretto di Hormuz e della sua possibile chiusura: una sorta di ‘ricatto’ economico che l’Iran potrebbe operare nei confronti dell’Occidente e non solo. Abbiamo chiesto a Domotek di spiegarci perché questa piccola striscia di terra, larga appena 40 km tra Oman e Iran, è così importante.
Gli esperti dell’azienda reggina hanno sottolineato alcuni punti chiave sull’importanza nevralgica dello Stretto di Hormuz: da esso passa circa il 20% del petrolio mondiale e quasi un terzo del GNL; è passaggio obbligato per le esportazioni dei grandi produttori del Golfo Persico: Arabia Saudita, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Qatar e, appunto, Iran.
Cosa potrebbe succedere, quindi, in caso di chiusura, anche temporanea, dello Stretto di Hormuz? Non esistendo rotte alternative di pari capacità, le conseguenze sull’economia globale sarebbero tremende. Secondo Domotek, l’aumento dei prezzi di gas e petrolio sarebbe esorbitante.
I Paesi asiatici (Cina, Giappone, India, Corea del Sud, ndr) dipendono fortemente dal petrolio mediorientale e sarebbero tra i più colpiti. Anche l’Europa, seppur diversifichi le propri fonti (abbiamo già citato il GNL USA, ndr), subirebbe aumenti importanti. Con una chiusura duratura dello Stretto di Hormuz, il rischio è di un aumento dei prezzi uguale o superiore a quello avvenuto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

L’energia green è la soluzione e se si fa in fretta si risparmia parecchio!
Le crisi geopolitiche, come quella attualmente in corso in Medio Oriente, mettono in evidenza la fragilità del nostro sistema energetico tradizionale, fortemente dipendente da fonti fossili importate: gas, petrolio e carbone. Paesi come l’Italia, che importano la gran parte dell’energia primaria, sono esposti a rincari improvvisi, instabilità dei mercati e rischi di approvvigionamento. Affidarsi alle energie rinnovabili, come fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biomasse, rappresenta una risposta concreta e strategica a queste vulnerabilità.
L’energia green si produce localmente, senza bisogno di importare combustibili. Questo riduce drasticamente la dipendenza da aree geopoliticamente instabili come Medio Oriente, Russia o Nord Africa.
Mentre il prezzo di gas e petrolio può variare anche del 50% in pochi mesi a causa di guerre o speculazioni, il costo dell’energia rinnovabile è prevedibile e stabile, legato solo all’investimento iniziale e alla manutenzione minima.
Domotek ricorda, inoltre, come il fattore tempo sia fondamentale in questo momento. Per tutto il 2025 è ancora possibile usufruire del bonus ristrutturazione con detrazioni al 50% sulle spese relative alla prima casa (massimale di 96.000 euro). Nel biennio 2026-2027 però, l’aliquota scenderà al 36%. Nel 2028 si assisterà a un ulteriore calo fino al 30% (limite massimo di spesa 48.000 euro, detrazione massima 14.400 euro). Per le seconde case, invece, dal 2025 al 2027 la detrazione è già del 36% (limite di spesa di 48.000 euro, detrazione massima 17.280 euro).
Domotek consulente energetico dei reggini
L’argomento, lo sappiamo, è alquanto spinoso. Tanti i dubbi e le perplessità quando si tratta di investire i propri soldi. Sono questi alcuni degli ostacoli principali che il settore green deve affrontare. L’informazione può aiutare a superarli. È per questo che Domotek S.r.l. si pone come principale consulente energetico dei cittadini di Reggio Calabria. L’azienda fornisce una consulenza completa: dal sopralluogo gratuito e senza impegno, al fine di riscontrare la possibilità reale di un vantaggio economico, fino alla stesura di un piano commerciale energetico adatto alle esigenze differenti di ogni cliente.
Domotek opera con impianti fotovoltaici, con il solare termico, con biomasse e climatizzatori, impianti a pavimento e pompe di calore. Inoltre, l’azienda si occupa della gestione delle pratiche burocratiche al posto del cliente e fornisce anche assistenza post vendita.
Per richiedere una consulenza energetica è possibile contattare Domotek S.r.l. al numero 09651892268 o recarsi presso la sede situata in via Ravagnese n° 156 a Reggio Calabria.



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