La frase di Sera sull’Aeroporto scatena le reazioni di Reggio: “per 11 anni ci avete riempito di chiacchiere”

La riflessione di un cittadino di Reggio Calabria, inviata alla redazione di StrettoWeb, dopo l'assurda frase di Giuseppe Sera ieri in consiglio comunale sull'Aeroporto

Se l’aereo parte non è una conquista di popolo… E quindi la conquista di chi è? Buongiorno a tutti, devo dire che la frase del Consigliere Giuseppe Sera mi ha dato modo di riflettere e di fare una serie di riflessioni sul ruolo della politica. Si ha perfettamente ragione il Consigliere Sera quando dice che le conquiste non sono del popolo, perché l’erogazione dei servizi da parte della politica che amministra i cittadini sono doveri della politica… E qua ovviamente cala il sipario, con un bel Requiem di sottofondo…”. Comincia così la riflessione di un cittadino di Reggio Calabria, inviata alla redazione di StrettoWeb, dopo l’assurda frase di Giuseppe Sera ieri in consiglio comunale sull’Aeroporto.

I servizi non sono premi: sono diritti

“Se l’aereo parte è perché ai cittadini è dovuto un servizio di collegamento aereo. Servizi a fronte del pagamento dei tributi, per acqua e TARI… Servizi per la messa a norma delle scuole… Appalti e opere pubbliche portate a compimento per i collegamenti viari della città… E qua prima o poi ci abbracceremo come nella canzone: “Sul ponte di Bassano, noi ci darem la mano… Noi ci darem la mano ed un bacin d’amore…”. Volendo citare il Sindaco che ieri parlava del famoso ponte sul Calopinace, quasi quasi volendo sbeffeggiare minoranza e cittadinanza intera”.

È ora di svegliarsi: la politica non è una lotteria

“Quindi cari concittadini, rassegnatevi… Tutto ciò che ci spetta per diritti costituzionali, tutto ciò che ci spetta perché paghiamo i tributi, tutto ciò che in una città normale gli altri hanno quotidianamente, noi non lo abbiamo avuto, non lo abbiamo oggi, e — se malauguratamente al governo cittadino e metropolitano domani voterete nuovamente la sinistra — non lo avrete. Perché la politica fa finta di ascoltare il popolo solo quando ci sono le elezioni, e fa credere che le conquiste ci saranno, che faranno battaglie, guerre, per darci diritti… Come dice Nanni Moretti: ‘Le parole hanno un significato’”.

“E ora è giunto il momento di capire che per 11 anni ci hanno riempito di chiacchiere e distintivo. E quindi è arrivato il momento di dire basta, di alzarci dalle comode poltrone che occupiamo giornalmente, pigramente, e capire che la nostra indolenza sta portando i nostri figli ad emigrare, come fecero i nostri nonni decine di anni fa. Ma quello era il dopoguerra… Ah già, qua invece noi abbiamo il presente Falcomatiano. Come diceva il comunista Berlinguer: ‘Noi siamo comunisti, lei lo dimentica… Lo siamo con originalità e peculiarità, distinguendoci da tutti gli altri partiti comunisti… Ma comunisti siamo e comunisti restiamo’”.