Fontanarossa supera Linate: un traguardo che accende i riflettori sulle fragilità dei trasporti in Sicilia e sull’importanza del Ponte sullo Stretto

Fontanarossa supera Linate: un traguardo che accende i riflettori sulle fragilità dei trasporti in Sicilia. Un dato positivo per il principale aeroporto dell’isola, ma non è una buona notizia

L’aeroporto di Catania “Fontanarossa” ha raggiunto un traguardo storico. Per la prima volta ha superato Milano Linate nel traffico passeggeri, diventando il quarto scalo più trafficato d’Italia. Secondo i dati diffusi da Assaeroporti, il “Vincenzo Bellini” ha registrato oltre 3,38 milioni di passeggeri nei primi mesi del 2025, sorpassando lo scalo milanese fermo a 3,33 milioni. Una crescita costante, trainata dalla forte domanda interna ed europea, che testimonia il dinamismo della Sicilia orientale come nodo strategico del traffico aereo nazionale.

Ma questo successo, che a prima vista sembra solo un motivo d’orgoglio, nasconde anche un aspetto critico: il predominio del traffico aereo è in gran parte dovuto alla scarsa competitività dei collegamenti ferroviari tra l’Isola e il resto del Paese. Ed è proprio qui che la notizia si carica di ambiguità: l’aeroporto vola alto, sì, ma perché le alternative a terra sono ancora troppo lente e scomode.

Ferrovia debole: numeri modesti, scarsa attrattività

A dirlo non sono solo le associazioni dei pendolari, ma anche numeri concreti. Secondo un recente studio pubblicato su Sicilia in Progress, solo il 13% dei viaggiatori siciliani considera il treno come una reale alternativa all’aereo per raggiungere Roma. Ma se la meta è Milano, molto più lontana, tale percentuale scende al 2-3%.

Le ragioni? Tempi di percorrenza troppo lunghi, coincidenze incerte, scarsa qualità del servizio e, soprattutto, la discontinuità fisica rappresentata dallo Stretto di Messina, che impone una rottura di carico tra il treno e il traghetto. Questo ostacolo tecnico-logistico penalizza fortemente la scelta del treno, spingendo i viaggiatori verso l’aereo anche per tratte brevi.

Il Ponte sullo Stretto come svolta infrastrutturale

Lo studio citato stima che la realizzazione del Ponte porterebbe a un aumento netto della domanda ferroviaria interregionale, che ne risulterebbe più che quintuplicata: una media di 8.000 viaggiatori giornalieri contro gli attuali 1.400, aggiungendo oltre 1,15 milioni di passeggeri all’anno al traffico su rotaia tra Sicilia e Continente, sottraendoli all’aereo.

Quanto basta per riempire 16 coppie di “Frecciarossa” in servizio giornaliero tra la Sicilia ed il continente: 9 da e per Roma e 7 da/per Milano.

Il Ponte, oltre ad abbattere i tempi di attraversamento, consentirebbe la piena integrazione dell’Isola nella rete ferroviaria ad alta capacità, favorendo anche il traffico merci e contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO₂ legate al trasporto aereo. In altre parole, permetterebbe alla Sicilia di scegliere, e non di subire, il predominio dell’aereo.

Un sistema da riequilibrare: cieli affollati, rotaie vuote

Il boom di Fontanarossa, se celebrato come un successo per i collegamenti Sicilia-continente, rischia di diventare un alibi per nascondere le debolezze del sistema di trasporti dell’Isola. Anzi, dovrebbe servire da campanello d’allarme: la crescita del traffico aereo, se non accompagnata da uno sviluppo parallelo delle infrastrutture ferroviarie e intermodali, rischia di aggravare la congestione, le emissioni e i costi per i cittadini.

Mantenendo intatta, sine die, la condizione di sostanziale monopolio del vettore aereo che porta con sé solo conseguenze nefaste: i prezzi dei biglietti spesso più cari di una transvolata oceanica e la vulnerabilità di un sistema senza valide alternative. Per comprendere di cosa stiamo parlando, basti pensare al piccolo incendio dell’estate 2023 che, proprio nello scalo catanese, ha provocato disagi indicibili a decine di migliaia di passeggeri.

Serve quindi un piano integrato che sappia valorizzare tutti i vettori: non solo cieli affollati, ma anche rotaie veloci, traghetti efficienti, infrastrutture moderne. Solo così la Sicilia potrà smettere di essere un’Isola anche nei trasporti, diventando finalmente un territorio connesso e competitivo all’altezza delle sue potenzialità.