Falcomatà colpisce ancora: “Ballarino PROPRIO come il PSG che non vince la Champions”. Così ha stroncato anche l’Inter

Il paragone "PSG-Ballarino" faceva già ridere prima della finale, ma Falcomatà è riuscito anche a stroncare l'Inter. Un'assurdità tale che ha rotto un tabù lungo 55 anni
StrettoWeb

Il day after della finale di Champions League, soprattutto per la squadra perdente è sempre complicato. Attese, speranze, sogni e paure si mischiano fino al triplice fischio che, com’è accaduto ieri all’Inter, sconfitta 5-0 dal PSG, diventa liberatorio. In questo caso, la fine di un’agonia sportiva durata 90′ minuti. L’amarezza, a poco a poco, lascia spazio ai bilanci, alle riflessioni, ai processi. Dall’altra parte, invece, si festeggia alla grande: per il PSG un trionfo storico, il primo in Champions dalla sua fondazione negli anni ’70.

Soprattutto, a Parigi si sono tolti un’etichetta pesante. No, non quella di squadra multimiliardaria che spende tanto senza vincere. No ragazzi, calma, nemmeno quella di squadra di figurine senz’anima. L’etichetta di squadra simile alla Reggina di Ballarino.

Non vi stupirà sapere che tale paragone, frutto di attenti studi storico-sportivi applicati al pallone, è stato fatto da uno dei più grandi esperti del panorama sportivo internazionale, pluricampione di calcetto, che risponde al nome di Giuseppe Falcomatà.

Falcomatà, Ballarino e il PSG: una boutade che ha stroncato persino l’Inter

Il sindaco di Reggio Calabria, dopo aver celebrato il “campionato straordinario” della Reggina (seconda in Serie D!), ha difeso a spada tratta Ballarino, al quale lui stesso ha consegnato la Reggina, ignorando le lamentele della maggioranza (sana) dei tifosi amaranto che chiedono un immediato cambio di proprietà utile a riportare la Reggina dove merita di essere.

Ma nella visione di Falcomatà, Ballarino può finire nello stesso discorso del PSG che “pensiamo, sono anni che prova a vincere la Champions League“. Fa già ridere così. Lo abbiamo già scritto in un precedente articolo quanto fosse assurdo. Però va fatta una doverosa aggiunta. La boutade di Falcomatà ha avuto anche vita breve. Il PSG, nel giro di qualche giorno, è riuscito a vincere la tanto agognata Champions League che, lo sottolineiamo per i meno avvezzi al mondo del pallone che pensano possa essere ugualmente complicato come affrontare il Castrumfavara o battagliare con il pluridecorato Nissa: no, non è la stessa cosa.

Falcomatà, milanista doc, è riuscito anche a stroncare l’Inter facendo vincere al PSG la prima Champions League in 55 anni di storia!

Mancava solo la Champions al presidente Nasser Al-Khelaifi per essere considerato fra i migliori della storia (non della Serie D, della storia dell’intero calcio). Dal 2011, infatti, il piccolo PSG, una squadra in affannosa lotta per la salvezza, con appena due Scudetti vinti e mai protagonista in Europa (Intertoto 2002 a parte…) pur essendo la squadra di una della città più importanti del globo, è diventato una superpotenza del calcio.

Parliamo di 11 campionati francesi vinti, 7 Coppe di Francia, 6 coppe di Lega, 11 Supercoppe francesi, una prima (storica) finale di Champions nel 2020 e la vittoria del 2025 che firma il Triplete stagionale con Ligue 1 e Coppa di Francia.

Nel calcio di oggi, per vincere, servono i soldi. Secondo Calcio e Finanza, gli arabi in dieci anni hanno fatto crescere il valore del PSG del 2000% portandolo a 4,5 miliardi di euro, dopo averlo rilevato nel 2011 per 200 milioni. E lo hanno fatto investendo 3 miliardi di euro nel club.

Il paragone con la Reggina di Ballarino, se mai ce ne fosse bisogno di specificarlo, è fuori da ogni logica che abbia a che fare con questo piano della realtà. La Reggina oggi è nel punto più basso della sua storia, non aveva mai giocato per 3 anni consecutivi nei dilettanti, viene da una stagione di polemiche poco eleganti ed episodi che macchiano il blasone e la storia del club. Soprattutto, subisce l’influenza di una politica che, dai danni nella gestione della città, ha pensato bene di estendere il proprio raggio d’azione anche nel mondo del pallone.

E i risultati si sono visti. Vice sindaci negli spogliatoi, primi a essere intervistati modello dirigenti, show di Ballarino post partita, Falcomatà che passa “dall’impossibilità di vivacchiare in Serie D” alla difesa di quanto fatto dalla Reggina in questi anni… vivacchiando in Serie D.

Falcomatà che ha visto 3 fallimenti in 11 anni di sindacatura, più che in 100 anni di storia del club; che ha allontanato Nick Scali bollato come “un nuovo Manenti”; che ha ignorato la telefonata di Tavecchio che ha sancito il primo fallimento; che ha dato la cittadinanza onoraria, mai revocata, ad un personaggio come Luca Gallo; che ha rifiutato un imprenditore multimiliardario e la sua cordata per consegnare la Reggina nelle mani di un maestro di scuola elementare siciliano che aveva promesso un doppio salto di categoria in 2 anni e che è riuscito solo a far toccare il fondo a un club che merita ben altri palcoscenici.

Questo è solo l’ultimo, ennesimo, esempio che fa capire come alcune persone dovrebbero occuparsi solo delle cose che strettamente gli competono o il rischio di fare brutte figure, o peggio danni importanti, è sempre dietro l’angolo. Falcomatà lasci da parte il calcio e faccia il sindaco, che almeno nel suo ambito ci capisce qualc… ah già.

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