Dal Catanzaro alla Reggina: la lezione di Floriano Noto a Nino Ballarino

La lezione del patron del Catanzaro Floriano Noto a quello della Reggina Nino Ballarino: dall'umiltà del primo alla presunzione del secondo

“Dobbiamo andare sui giovani bravi da lanciare e su questo lavoriamo con Ds e mister. Questo per creare delle plusvalenze che ci permettano di mantenere il bilancio sano. Per questo noi siamo aperti ad altri soci, anche a un azionariato come nel Lecce, condividendo rischi e vantaggi. Se occorre mi metto anche da parte affinché si scelga un presidente super partes. Queste parole sono uscite dalla bocca di Floriano Noto, presidente del Catanzaro, qualche giorno fa, nel corso della presentazione di Alberto Aquilani come nuovo allenatore giallorosso. Sono dichiarazioni attualissime, di quattro giorni fa, e sono state ribadite anche ieri, in un altro intervento televisivo. E’ la prima volta che il presidente ne parla con così tanta frequenza e insistenza, ma non è il sintomo di alcun tipo di difficoltà, bensì l’apertura a nuovi ingressi che possano supportare un progetto sostenibile e sempre più duraturo.

Inutile nascondere che la dichiarazione abbia suscitato dibattito, facendo altresì riflettere: in un momento generale di difficoltà del calcio, con tantissime società in crisi, alcune fallite in estate e altre a stagione in corso, il gesto di Noto è sicuramente da elogiare. E, difatti, rappresenta anche un’eccezione. Anche perché il Catanzaro è in salute, ha un bilancio sano, negli ultimi due anni ha sfiorato la finale playoff per la Serie A, riempie lo stadio ogni domenica, c’è entusiasmo. A queste condizioni, soprattutto in un ambiente in cui a volte i presidenti vogliono “tenere tutto per sé” (e Noto oggi ne avrebbe la facoltà, per quanto ha investito e per i risultati che ha ottenuto), quello di Noto è un messaggio di umiltà, anzi diremmo una vera e propria lezione.

Lezione a chi? A Nino Ballarino. A Reggio Calabria, infatti, sta accadendo l’opposto. Dopo due anni la Reggina doveva essere in Serie B, secondo il business plan, ma non solo non è arrivata la cadetteria, bensì neanche la Serie C. Il patron amaranto farà la Serie D per il terzo anno di fila, dimostrando che gli investimenti fatti non sono compatibili con un ritorno tra i Prof. Per mancata capienza economica, oltreché per mancate competenze. Com’è noto, tra l’altro, i calciatori sono stati pagati solo la settimana scorsa, da febbraio, perlopiù con una decurtazione, mentre un gruppo di imprenditori reggini ha rotto ogni collaborazione.

Ecco, in una situazione del genere, Nino Ballarino si prende anche il lusso di opporre resistenza, prendendo tempo e facendo muro di fronte a qualsivoglia tipo di offerta, non soltanto di Luca Gallo. Perché, come scritto ieri, non c’è solo il possibile ritorno dell’imprenditore romano, ma anche l’interesse di altri soggetti, più importanti ed esterni a Gallo, che si stanno muovendo. Tutti, però, accomunati dal muro del catanese, che non sarebbe intenzionato a mollare la presa.

In un contesto del genere si definisce l’umiltà di un presidente come Noto – molto più ricco, facoltoso e capace di Ballarino, in Serie B, con la Serie A sfiorata per due anni di fila – disposto ad aprire a nuovi soci, e se necessario farsi da parte, pur senza averne bisogno; mentre in contrapposizione c’è un patron in difficoltà, sempre più solo, non in grado di allestire una rosa per vincere la Serie D, che si permette il lusso di opporre resistenza in merito a possibili nuovi ingressi in società.