Le Aquile ad Aquilani: Catanzaro, si chiude per l’ex Pisa. Come giocherebbe: idee, modulo e calciatori

Il Catanzaro è pronto a chiudere per Aquilani, un anno dopo: come potrebbe giocare la squadra giallorossa con il neo tecnico

Un anno dopo, ma questa volta il “sì” è vicino. Dodici mesi fa solo sfiorato: addio burrascoso con Vivarini, il Catanzaro va su Aquilani, reduce dalla buona annata a Pisa. Non se ne fa nulla. Anno sabbatico per l’ex centrocampista, i giallorossi vanno su Caserta. Il resto è storia nota: playoff di nuovo centrati per i calabresi, addio col tecnico melitese e ora nuova virata su Aquilani. Stavolta, però, le parti sembrano accordarsi. L’ex giocatore della Roma è molto vicino a diventare il nuovo allenatore delle Aquile. Le Aquile ad Aquilani, dunque. A questo punto i tifosi si aspettano una squadra rapace e pronta a volare.

Perché il Catanzaro ha scelto Aquilani

Al di là delle battute, non è un caso se il club di Noto si è ributtato a capofitto su Aquilani, nonostante i sondaggi con tantissimi allenatori in questi giorni. L’identikit era più o meno chiaro: giovane, emergente, ambizioso, moderno, dotato di idee innovative e orientato alla crescita dei giovani. Insomma, la politica piena sposata dal Catanzaro. E Aquilani è perfetto. Perché? Perché ha portato la Fiorentina a un’altra dimensione giovanile, ottenendo grandi risultati con la Primavera. In prima squadra, invece, solo il Pisa due anni fa. Una sola annata, ma il Catanzaro non ha paura di questo e lo ha dimostrato anche e soprattutto con Caserta e Vivarini che, se in Serie C avevano fatto molto bene, in cadetteria dovevano dimostrare tanto.

La carriera di Aquilani: centrocampista moderno e allenatore… pure

Romano, romanista e giocatore della Roma: il massimo. Per qualcuno, subito dopo Totti e De Rossi, ovviamente inarrivabili. Centrocampista moderno, longilineo ma tecnico e agile, talentuoso e anche bravo negli inserimenti e nel tiro da fuori. Gioca soprattutto nella sua città e mette a segno oltre 250 presenze in Serie A, condite da 26 gol. In Champions gioca 28 volte, in Nazionale 38. Poi passa a un’altra big europea, il Liverpool, prima di tornare in Italia con Juve, Milan e Fiorentina, andare in Portogallo (Sporting Lisbona) e chiudere con Pescara, Sassuolo e Las Palmas, in Spagna. Trofei? Due Coppe Italia e una Supercoppa italiana (tutte con la Roma), oltre a una Supercoppa portoghese.

Anche da allenatore, si conferma “moderno”. A lanciarlo è la Fiorentina, con cui da giocatore aveva disputato tre stagioni ad alti livelli. Parte dal basso, dall’Under 18, ma è con la Primavera che ottiene i risultati migliori, arrivando a conquistare tre Coppe Italia e due Supercoppe di categoria in tre stagioni. Sfiora la vittoria del campionato perdendo la finale 2022-2023 contro il Lecce. Qualcuno, tra i grandi, si accorge di lui: è il Pisa. Così Aquilani rimane in Toscana e, nella sua prima stagione in B, ottiene una salvezza tranquilla.

Come giocherebbe Aquilani con il Catanzaro: modulo, idee, analisi tattica

A Pisa Aquilani prediligeva il 4-2-3-1, ma in alcuni casi – tra emergenza e necessità – non ha disdegnato il 3-4-2-1, a dimostrazione di come non sia un integralista e di come si sappia adattare a contesti, giocatori e situazioni, un po’ come fatto quest’anno da Caserta. A Pisa si vedeva tanto possesso palla, costruzione sempre ragionata e mai frettolosa e ampiezza, con gli esterni larghi; i terzini, invece, venivano spesso dentro il campo. Gli attaccanti di Aquilani, in generale, si muovono molto e le sue squadre portano tanti uomini offensivi a riempire l’area. Un elemento che, anche in fase di non possesso, ha portato a volte a qualche errore di lettura dei difensori quando c’era da ripiegare.

E con il Catanzaro? A dir la verità, tanti discorsi sono ancora prematuri. La società si sta concentrando sull’allenatore e solo dopo passerà all’organico: ci sono da valutare eventuali riscatti, rinnovi di prestito e cessioni importanti. E’ possibile che su Bonini e Pompetti la società voglia monetizzare, con un’importante plusvalenza, com’è giusto che sia. I punti fermi da cui ripartire, invece, dovrebbero essere i vari Pigliacelli, Petriccione, Iemmello. Tanti i centravanti in organico ma, come abbiamo visto, per Aquilani gli esterni sono importanti, sia difensivi che offensivi. E se per Quagliata e Ilie non ci sarà riscatto, ma si proverà a rinnovare il prestito, in difesa potrebbe esserci una semi rivoluzione.

Dunque, le strade potrebbero essere due: confermare la difesa a 3, almeno all’inizio, evitando di cambiare troppo e in fretta rispetto a un anno così; oppure tornare a 4, soprattutto se dietro si dovesse cambiare molto. In caso di difesa a 3, logica imporrebbe che si vada verso la linea composta dai calciatori di quest’anno. Ma, come detto, sono incerti in tanti: Bonini è una potenziale plusvalenza, su Antonini non si sa, Brighenti rischia l’addio. Si potrebbe puntare su Verrengia, oltre che sull’esperienza di Scognamillo, ma è chiaro se vanno via Bonini e Antonini andranno rimpiazzati. In caso di difesa a 4, Antonini potrebbe tornare largo, come due anni fa, mentre resta da capire il futuro dei vari esterni: Situm non ci sarà, Quagliata e Cassandro non si sa.

In mezzo, Petriccione e Pontisso vanno verso la conferma. E potrebbe essere la linea a due di un eventuale centrocampo a 4. Sugli esterni, invece, va fatto il solito ragionamento. Se saranno quinti serviranno determinate caratteristiche; se saranno esterni alti del 4-2-3-1 ne serviranno altre. Tra i vari Compagnon, D’Alessandro, Buso, qualcuno dovrebbe rimanere, ma è possibile che Aquilani chieda rinforzi anche d’esperienza qualora volesse puntare sugli esterni offensivi. Davanti, invece, Iemmello e Biasci non dovrebbero avere problemi. Attacco a due o terminale offensivo con tre dietro, è chiaro che anche Aquilani – come Vivarini e Caserta – punterà tutto su uno degli attaccanti migliori della Serie B: il capitano.