Ben tornano Jannik. Scontata l’assurda sospensione per doping, Sinner si è ripresentato davanti al pubblico italiano, per sentire il calore di casa e riprendere confidenza con la racchetta, in vista del Roland Garros, nel torneo tricolore per eccellenza: gli Internazionali d’Italia. Entrato al secondo turno contro Navone, eliminato De Jong, superati Cerundolo e Ruud tutti 2-0, tutti in scioltezza, il tennista di San Candido ha sofferto un po’ di più in semifinale.
Ostica la resistenza di Tommy Paul, numero 12 ATP, favorito da uno scarso feeling di Jannik con la terra romana, soprattutto in un primo set in cui sembrava totalmente fuori fase con colpi e distanze. Il 6-1 del primo set ha regalato qualche brivido alla folta platea di tifosi e vip presenti sugli spalti del centrale. Poi Sinner ha ricalibrato il proprio baricentro, acquisito fiducia e messo il pilota automatico 6-0 / 6-3 nei due set successivi e ‘vinsero’ tutti felici e contenti.
Passa la paura, arriva l’esultanza. Il 3 volte campione Slam stacca il pass per la finale e lo scrive anche sulla telecamere, con il pennarello, a fine gara. Grazie a Sinner, un tennista italiano torna in finale agli Internazionali d’Italia a 47 anni dall’ultima volta: l’ultimo a riuscirci fu Panatta, nel 1978, finale persa contro Borg. Proprio Panatta è anche stato l’ultimo italiano a vincere il torneo battendo Guillermo Vilas nel 1976.
Sinner gli toglierà anche quest’altro primato? Lo scopriremo domenica nella sfida contro Carlos Alcaraz che, per condizione fisica e confidenza con la superficie, parte favorito. Ma essere favorito contro Sinner, è una parola grossa…



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