I retroscena sullo Scudetto del Napoli: dati, numeri, curiosità e l’incredibile favola di Capitan Di Lorenzo

Giovanni Di Lorenzo è il più bel volto dello scudetto del Napoli: in tre anni l'ha vinto due volte da Capitano, esattamente come Maradona. E adesso può battere il suo record. Quel legame da favola con la Reggina...
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Il Napoli ha vinto ieri sera il suo 4° scudetto della storia: l’Italia del Sud è in festa per una vittoria epica, che non viene affatto offuscata – bensì ne è valorizzata – dal fatto che sia un bis di quanto già accaduto due anni fa. E’ proprio il “bis” che rende l’idea della grandezza di questo Napoli, che è diventato una big del calcio con successi che non sono affatto frutto del caso. Il Napoli, infatti, vincerà tanti altri scudetti nei prossimi anni e rimarrà stabilmente nei vertici del campionato: non è qualcosa di banale e scontato, in quanto per tanti anni in molti hanno sottovalutato il trend di risultati crescenti e piazzamenti necessari per arrivare gradualmente a questo grande traguardo di un Napoli che vince scudetti come se fosse la normalità.

Nella storia, infatti, il Napoli aveva ottenuto il titolo soltanto due volte: nel 1987 e nel 1990. In entrambi i casi, però, c’era Maradona: il calciatore più forte di tutti i tempi. Stavolta, invece, il Napoli è un’ottima squadra senza singole individualità minimamente paragonabili al “Pibe de oro“. E’ un club-rivelazione che vince grazie ad una società forte e solida, e che vince nel corso degli anni pur cambiando allenatori e cambiando calciatori. Il ciclo vincente del Napoli, infatti, è iniziato proprio 20 anni fa quando Aurelio De Laurentiis decide di rilevare il club appena fallito e riparte dalla serie C; siamo nel 2004.

Lo scudetto di oggi è arrivato con Antonio Conte, quello di due anni fa con Luciano Spalletti. Ma anche negli anni precedenti la squadra era cresciuta enormemente, tassello dopo tassello, da Mazzarri a Benitez, da Sarri ai giorni nostri. Il club si è rinforzato negli anni con una strategia vincente, ottenendo plusvalenze dai calciatori valorizzati alle falde del Vesuvio e scoprendo grandi talenti in giro per il mondo. E così oggi il Napoli festeggia un altro scudetto che, è vero, arriva con 10 calciatori che lo avevano già vinto due anni fa (Meret, J. Jesus, Rrahmani, Olivera, Di Lorenzo, Lobotka, Anguissa, Politano, Raspadori e Simeone), più Kvaratskhelia che quest’anno è rimasto fino a gennaio, e con altri grandi campioni del calibro di Lukaku e McTominay che non hanno affatto fatto rimpiangere i titolari della cavalcata di due anni fa in quel ruolo, cioè Osimhen e Zieliński, ma è anche vero che quasi tutti questi 10 campioni d’Italia, esclusi Meret e Di Lorenzo, con Spalletti non giocavano titolari. Partivano dalla panchina, o erano ottimi rimpiazzi in caso di squalifiche e infortuni dei big, ma non avevano quel peso specifico che hanno avuto oggi.

La storia di Di Lorenzo, il Capitano che eguaglia Maradona con un legame speciale con la Reggina

Il Napoli, quindi, sta crescendo e il volto più bello è quello del suo capitano, Giovanni Di Lorenzo, 31 anni: è l’unico calciatore della storia ad aver eguagliato Maradona, vincendo due volte lo scudetto a Napoli da Capitano. E non ci sorprenderemo più di tanto se nei prossimi anni arriverà il terzo titolo con Di Lorenzo ancora Capitano: significherà superare Maradona. Quella di Di Lorenzo è una storia pazzesca, perchè racconta un migrante al contrario che dal Nord Italia fa le valigie per andare nel profondo Sud ad inseguire il suo sogno: diventare calciatore. A 14 anni parte dalla Garfagnana, saluta mamma e papà e si trasferisce a Reggio Calabria, dove lo avevano notato gli osservatori della Reggina di Lillo Foti. E’ proprio in riva allo Stretto di Messina, al Centro Sportivo Sant’Agata, che Di Lorenzo sboccia come campione in un altro club del Sud che ancora oggi lo porta nel cuore. Con la maglia amaranto esordisce in serie B nel 2011, a soli 17 anni, dopo aver vinto due volte il campionato Primavera da Capitano dei ragazzini della Reggina.

A Napoli arriva nel 2019 e negli ultimi sei anni ha sempre giocato titolare con qualsiasi allenatore: Ancelotti, Gattuso, Spalletti, Garcia, Mazzarri, Calzona, Conte. Sono stati anni tribolati, di rivoluzioni e rifondazioni sportive, alcuni allenatori hanno litigato con calciatori e dirigenza, ma mai nessuno è stato sfiorato dall’idea di mettere in discussione il Capitano, che in sei stagioni ha disputato la bellezza di 270 partite ufficiali tra serie A, Champions League, Europa League e Coppe nazionali (Coppa Italia e Supercoppa). Significa che ha giocato 45 partite l’anno, e ha vinto tre titoli: due scudetti e una Coppa Italia.

Di Lorenzo è anche un bravo ragazzo, e la scorsa estate sembrava dovesse andare via. Ma Conte l’ha convinto a rimanere, evidentemente ben consapevole del valore del terzino che ieri sera ha alzato la Coppa al cielo a nome di tutta la squadra. Una favola stupenda, che sugella la meridionalità di questo Napoli così vincente nel legame di Di Lorenzo con la Reggina e la sua formazione calcistica nel cuore del Sud dell’Italia, compiendo una scelta di vita coraggiosa e contro corrente (quanti sono i giovani del Nord Italia che emigrano al Sud per fare carriera?).

La chiave dei successi nella gestione di De Laurentiis

Ovviamente ben oltre Di Lorenzo, a rappresentare i successi di questo Napoli c’è Aurelio De Laurentiis. E’ lui la garanzia della grandezza di questo club che ha fatto ripartire dal fallimento del 2004 dopo anni di sofferenze in serie B. Sono passati 21 anni, e il Napoli era in serie C, dove perdeva i derby con l’Avellino. Ci ha messo un po’ di tempo a tornare in serie A: è successo nel 2007, dopo sei anni nelle categorie minori. Un altro po’ di tempo per assestarsi, limitandosi a conquistare la salvezza nella massima serie. Erano gli anni in cui la squadra partenopea lottava con la Reggina, con il Catania, il Chievo Verona e il Siena per non retrocedere. Tutti club oggi scomparsi nelle categorie minori. Il Napoli, invece, è diventato grande. Nel 2011 per la prima volta è arrivato terzo in classifica in serie A, da quel momento negli ultimi 15 anni è stata un’escalation di successi davvero incredibile e senza pari nella storia del calcio italiano.

Oltre agli scudetti 2023 e 2025, il Napoli negli ultimi anni è arrivato al 2° posto in classifica addirittura quattro volte (2013, 2016, 2018 e 2019); altre quattro volte si è classificato al 3° posto (2011, 2014, 2017 e 2022). Questo significa che negli ultimi 15 anni ben 10 volte è arrivata tra le prime tre. E gli scudetti non sono stati gli unici titoli: De Laurentiis ne ha ottenuti ben sei, tutti negli ultimi 13 anni: tre Coppa Italia (2012, 2014 e 2020), una Supercoppa (2014) e adesso gli Scudetti (2023 e 2025).

Le grandi emozioni europee in Champions League e la sfida alle big d’Europa

In questi anni il Napoli ha ottenuto grandi risultati anche in Europa. Non ci sono state vittorie, non ancora almeno. Ma le emozioni, forse, sono state le più grandi in assoluto. Ben 4 volte il Napoli, infatti, è riuscito a superare il girone di Champions League, la prima volta battendo ed eliminando il Manchester City e poi costringendo il Chelsea ai tempi supplementari negli Ottavi di Finale. Era il 2012, in panchina c’era Walter Mazzarri e a Napoli ancora ricordano la magnitudo delle scosse sismiche provocate dall’esultanza dei tifosi ai gol di Cavani e Lavezzi. Il Chelsea passò ai supplementari, poi vinse quella Champions League e tutti i protagonisti assicurarono che il Napoli era stata l’avversaria con cui ebbero le maggiori difficoltà.

Nel 2017 supera di nuovo il girone e becca il Real Madrid, che vince – anche qui non senza difficoltà – e poi alzerà al cielo la Coppa dalle grandi orecchie. Il Napoli è sempre stato particolarmente sfortunato nei sorteggi di Champions, tanto che nel 2020 quando supera di nuovo il girone becca subito il Barcellona. Nel 2023, nell’anno dello scudetto, è una squadra imbattibile: domina un girone epico, infliggendo storiche goleade a Liverpool, Ajax e Rangers (20 gol fatti in 5 partite). Per la prima volta nella storia vince anche gli Ottavi di Finale (mai fatto neanche con Maradona), ma poi è costretto a giocare con le riserve per una lunga serie di infortuni e con lo scudetto già vinto e perde i Quarti di Finale contro un modesto Milan (e con tanta sfortuna). Il Napoli, insomma, è stato a più riprese all’altezza delle squadre più forti e ricche del continente, e non abbiamo dubbi che lo sarà ancora nei prossimi anni. Con o senza Conte, importa poco.

La grandezza del Napoli è tutta in De Laurentiis e l’unica vera anomalia è stato il 10° posto di un anno fa, dovuto alla sbornia post scudetto. Uno scudetto che sta diventando sempre più “normale” a queste latitudini: ecco perchè l’anno prossimo questo contraccolpo non ci sarà. Con buona pace per chi non ci ha creduto, di chi ha sempre sostenuto che “alla fine le big quelle sono, Juve, Inter e Milan“, con buona pace di chi pensava che quello del 2023 sarebbe rimasto soltanto un episodio isolato e casuale. La realtà, invece, è che il Napoli è diventata una big del calcio italiano e continuerà ad emozionare e a stupire ancora a lungo.

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