Il 19 maggio 2025 è stato formalmente depositato presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria un esposto contro ignoti, con cui il cittadino Domenico Tripodi ha segnalato un grave fenomeno di inquinamento ambientale in corso nella zona di Via Marconi 26, a pochi passi dal centro urbano. La denuncia è stata raccolta dall’Ufficio A.P. – Ricezione denunce-querela.
Nel documento, accompagnato da immagini satellitari che evidenziano l’area interessata, il sig. Tripodi denuncia la presenza di condizioni che metterebbero seriamente a rischio l’ecosistema locale, la salute pubblica e la vivibilità dell’area, senza che, a suo dire, vi sia stato alcun riscontro da parte delle autorità competenti nonostante le segnalazioni precedenti.
L’esposto è stato inoltrato, oltre che alla Procura, anche per conoscenza a:
- Nucleo Operativo Ecologico (NOE) dei Carabinieri di Reggio Calabria,
- Comando della Polizia Locale di Reggio Calabria,
- Settore Ambiente del Comune di Reggio Calabria, nella persona del responsabile Domenico Rechichi.
Le richieste alla magistratura
Nel testo dell’esposto, Tripodi chiede espressamente che la Procura valuti:
- L’apertura di un’indagine per individuare eventuali responsabili;
- L’adozione di misure cautelari, per impedire il proseguimento di condotte illecite e dannose;
- L’emissione di provvedimenti d’urgenza, per la tutela dell’ambiente e della pubblica incolumità.
Il cittadino, residente nella stessa area interessata, dichiara di confidare nell’intervento tempestivo della magistratura, ribadendo la propria disponibilità a collaborare per chiarimenti e approfondimenti.
Un esposto che arriva in un momento delicato
La denuncia si inserisce in un momento di particolare attenzione sul tema della legalità in Calabria e Sicilia, anche alla luce delle recenti dichiarazioni istituzionali sulla necessità di garantire massima trasparenza e controllo nelle opere pubbliche, come la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Proprio nelle stesse ore, al Ministero delle Infrastrutture si discuteva di rafforzare le misure di prevenzione antimafia nell’ambito dei grandi cantieri. La segnalazione di Tripodi, dunque, si fa eco di una richiesta di vigilanza ambientale e istituzionale, che potrebbe coinvolgere più livelli di controllo e accertamento.












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