“In una lunga intervista rilasciata a Klaus Davi, il boss Michele Labate, tra le quattro persone arrestate a Reggio Calabria dal Ros coordinato dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, col supporto del comando provinciale dei Carabinieri e dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Calabria”, si raccontava nel lontano febbraio 2020, proprio alla vigilia del lockdown per il Covid: ‘Sono una persona sfortunata che ho pagato ingiustamente, io a lei non devo dare nessuna spiegazione, io le spiegazioni le do al tribunale e ai giudici, non a lei. Io sono un povero disgraziato, non sono un presunto boss. Sono un povero disgraziato, mi sento una vittima. Siamo a Reggio Calabria, qua tutte le persone sono indagate. Berlusconi è indagato, tutta la politica è indagata, io sono l’ultima ruota del carro, io vivo onestamente. Mi avevano condannato a 22 anni ma mi hanno assolto, ho fatto 6 anni ma da innocente. Adesso voglio stare per i fatti miei, voglio fare una vita tranquilla, ho pagato abbastanza, adesso voglio godermi la vita'”. Lo afferma in una nota inviata alla stampa, Klaus Davi.
Reggio Calabria, arrestato il boss Labate: “sono un disgraziato, non un boss”
In un'intervista del 2020 a Klaus Davi, il capoclan si dichiarava vittima del sistema. Ora è tra i quattro fermati nell’operazione dei Ros coordinata dalla DDA