Reggina-Scafatese a porte chiuse, ecco il vittimismo di Falcomatà: “provvedimento eccessivamente punitivo”

Finale play off Reggina-Scafatese a porte chiuse, interviene il sindaco Giuseppe Falcomatà: "la giustizia sportiva si ravveda ed eviti di mortificare una tifoseria storica del calcio italiano"

Lo avevamo scritto poco fa, perché sapevamo che era così. E il sindaco Falcomatà, puntualmente, non ci ha smentiti. Non sappiamo come finirà la vicenda e non è da escludere che la Reggina possa avere riaperto il Granillo dopo l’analisi del ricorso sulle porte chiuse, ma intanto la solita arma del vittimismo colpisce ancora. Il primo cittadino, che utilizza questa strategia anche per la politica e contro il governo (ma per dieci anni, quando hanno governato gli “amici suoi”, non ha detto nulla) la tira fuori anche alla luce della decisione del Giudice Sportivo di ieri per la finale playoff contro la Scafatese, ricordando anche altre vecchie vicende. Insomma, quando non è obbligatorio che intervenga, ecco che interviene.

“E’ abnorme ed eccessivamente punitiva la sanzione comminata alla Reggina, da parte del Giudice sportivo, con un provvedimento che se confermato andrebbe a penalizzare e mortificare ulteriormente una tifoseria storica del calcio italiano, sempre composta, ordinata e mai sopra le righe. Il nostro auspicio è che la giustizia sportiva possa ravvedersi anche alla luce del ricorso presentato dalla società, così da permettere un sereno svolgimento della finale playoff di fronte ad una cornice di pubblico adeguata all’importanza della sfida” dice Falcomatà aggiungendo che “l’eventuale chiusura degli spalti del “Granillo”, in un incontro decisivo, rappresenterebbe probabilmente lo spot peggiore per il movimento e per l’intera Lnd“.

“Una finale senza pubblico – prosegue il sindaco – sarebbe un danno d’immagine enorme per lo sport, per la categoria, le tifoserie, le squadre, le società e per il territorio. Quella che sarebbe, comunque, una giornata di festa per lo sport, rischia di trasformarsi in una delle pagine più tristi del calcio italiano. Oltretutto, una decisione tanto drastica andrebbe ad esasperare un clima già di per sé teso, comportando anche possibili problemi di ordine pubblico difficili da gestire”.

“La mano pesante del giudice sportivo peraltro – conclude il sindaco – risuonerebbe come l’ennesima beffa nei confronti di una piazza e di una tifoseria che in un passato recente hanno già pagato un prezzo enorme. In altre circostanze, infatti, per evitare fallimenti e cancellazioni dai campionati professionistici, si è fatto prevalere il buon senso, si è scelto di comprendere, tutelare ed accettare condizioni che hanno anteposto il blasone delle società al reale e concreto raggiungimento degli obiettivi di risanamento. La Reggina e la splendida tifoseria amaranto non meritano tutto questo”.

Dal sindaco, non una parola su quanto accaduto nelle ultime settimane. Accuse, insinuazioni, senza prove, a cui ha anzi partecipato alimentando il complotto e facendo intervenire la politica di Siracusa. Su una cosa la politica reggina sarebbe dovuta intervenire: sollecitare e stuzzicare questa società. Ma si è passati dal “non possiamo vivacchiare” alle strette di mano al Granillo in tribuna vip. Ora, per Falcomatà, la nuova arma del vittimismo.