Reggina, Lucio Dattola: “ma come ha fatto la politica a dire no a Bandecchi? Business plan di 3 fogli? Ma chi se ne frega…”

L'ex dirigente della Reggina Lucio Dattola torna sulla scelta della politica di due anni fa, che virò su Ballarino anziché su Bandecchi

Lucio Dattola non le manda a dire. L’ex dirigente della Reggina torna a quasi due anni fa, a quella scelta della politica di Reggio Calabria ricaduta su Nino Ballarino, patron amaranto che in due anni non è ancora riuscito a portare la squadra in Serie C. “Ballarino è venuto e ha messo i soldi, ma gli imprenditori reggini non sono stati sensibilizzati dalla politica”, ha detto Dattola a “Pianeta Dilettanti”. “Gli imprenditori a Reggio ci sono, ce ne sono tanti e sono anche facoltosi. Ma all’epoca Falcomatà era sospeso, Brunetti era facente funzioni. C’era Bandecchi, ricordiamolo, con un patrimonio milionario. Come si fa a non dire a Bandecchi: ‘prendila subito, io non voglio sapere niente, fai tu’. Ha presentato un documento di tre fogli? Ma chi se ne frega…”

Dattola ne approfitta per tornare alla scelta coraggiosa del 1986, quando il sindaco Mallamo riunì gli imprenditori per non far morire il calcio in città. 1986 che, ricordiamolo, rappresenta una data storica per i colori amaranto. “Quando prendemmo la Reggina, il sindaco Mallamo ci chiamò e disse: ‘abbiamo un problema serio, dobbiamo risolverlo’. Pino Benedetto aveva la maggiore esperienza e ci chiamò ad uno ad uno. Fu l’autorevolezza del sindaco dell’epoca a funzionare, un po’ come successo a Catanzaro con Abramo che chiamò Noto. Io lo ricordo che Noto non ne voleva sapere di fare calcio, ma non poté rifiutare la richiesta del sindaco”. Un modo, quello di Dattola, per evidenziare l’autorevolezza di certa politica, evidentemente mancata due anni fa.