“In Calabria il porto di Gioia Tauro nel corso del 2024 ha fatto registrare 8 casi di criminalità, conquistando la maglia nera a livello regionale”. E’ quanto emerso a Genova in occasione della presentazione del Rapporto di Libera “Diario di Bordo. Storie, dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani”. L’analisi ha preso in esame gli scali marittimi che rappresentano per i gruppi criminali un’opportunità per incrementare i propri profitti e per rafforzare collusioni. “Il porto di Gioia Tauro – è scritto in una nota di Libera – si conferma, uno dei principali snodi commerciali del Mediterraneo, s come hub italiano per il traffico internazionale di cocaina. Nel 2024 sono state sequestrate nel porto di Gioia Tauro circa 3,8 tonnellate di cocaina. Le tre scoperte più rilevanti sono avvenute a maggio (250 chili provenienti dall’Ecuador), a settembre (280 chili) e a ottobre (790 chili). Queste tre spedizioni avrebbero avuto sul mercato un valore complessivo di quasi trecento milioni di euro. Inoltre nel Porto di Gioia Tauro è avvenuto l’unico caso di traffico illecito di armi”.
Sequestri
“Finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria, nell’ambito di un’attività condotta in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e Monopoli e coordinata dalla Procura di Palmi – è scritto nel report – hanno sequestrato sei container provenienti dalla Cina che trasportavano componenti per l’assemblaggio di generatori eolici di energia elettrica. In Calabria sono stati 18 casi di criminalità con Gioia Tauro leader regionale con 14 casi. I numeri non lasciano molti margini di dubbio. Siamo davanti a una recrudescenza repressiva che testimonia, da un lato, la persistenza dell’azione dei criminali e,dall’altra, conferma il lavoro importante svolto da forze dell’ordine, enti di controllo e magistratura. E dovrebbe sollecitare risposte coerenti ed efficaci da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali”.
Clan
Dal Rapporto si evince incoltre che In Calabria sono 55 i clan censiti e operanti in 9 porti calabresi e nei porti di Napoli, Salerno, Genova, Livorno, Trieste, La Spezia. “Il porto di Tropea – secondo quanto riporta Libera – è stato oggetto di interesse da parte del clan La Rosa in attività legate ai servizi connessi al trasporto marittimo e da parte del clan Mancuso per il trasporto marittimo di passeggeri; nel porto di Isola Capo Rizzuto, invece, si sono manifestate le infiltrazioni del clan Arena per quanto riguarda la preparazione del cantiere edile e sistemazione del terreno; a Corigliano Calabro il clan Straface si è interessato dei servizi di gestione di pubblici mercati”.
“Gli interessi della ‘ndrangheta non riguardano solo il porto di Gioia Tauro”
“Questo report – afferma Giuseppe Borrello, Referente regionale di Libera in Calabria – evidenzia come gli interessi della ‘ndrangheta non riguardano solo il porto di Gioia Tauro, ma anche i porti più piccoli calabresi per la gestione di servizi vari. Una situazione che meriterebbe una particolare e costante attenzione da parte dei decisori politici vista la centralità del sistema portuale per l’economia della nostra regione”.



Vuoi ricevere le notifiche sulle nostre notizie più importanti?