“C’è una convergenza da parte di tutti verso l’obiettivo di blindare quest’opera da qualsiasi infiltrazione criminale. Saremo inflessibili, stiamo lavorando affinchè siano innalzate barriere assolute contro i rischi di possibili infiltrazioni da parte dei circuiti criminali”. E’ quanto ha affermato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi parlando al Festival dell’Economia di Trento nel panel “Povertà, concentrazione di ricchezza, immigrati e sicurezza”. “Sul Ponte sullo Stretto ci sono state delle «sbavature metodologiche che abbiamo praticato in questa circostanza ma siamo tutti orientati a creare il sistema migliore, e lo faremo, per preservare l’opera da interessi criminali”, rimarca Piantedosi.
“Ci sono state polemiche per dei fraintendimenti. Probabilmente c’è stato un deficit di comunicazione che ascrivo anche al contributo della mia personale attività. Questa volontà di ergere una barriera granitica ha fatto si che noi approvassimo in Consiglio dei ministri, senza rispettare alcuni circuiti informativi che solitamente si fanno, di solito i provvedimenti adottati in via d’urgenza vengono mandati al Quirinale. Abbiamo quindi commesso un errore di metodo in qualche modo. Ma stiamo lavorando lo stesso, vedo che c’è stato anche un grande dibattito e polemiche da parte di persone che non conoscono molto bene come funziona il sistema delle interdittive antimafia”, puntualizza Piantedosi.



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