“Prende forma, finalmente, la nuova rimodulazione del Pnrr su cui il governo ha avviato due mesi fa il negoziato con la Commissione europea. Ma il panorama non è definitivo, perché nella lista delle incognite resta il destino di programmi cruciali, come quelli di Transizione 5.0. L’elenco delle 107 correzioni richieste dalle amministrazioni titolari degli interventi (96 investimenti e undici riforme), che investono quindi il 30,4% dei 351 obiettivi (su 621 totali) ancora da raggiungere per ottenere le ultime quattro rate dei fondi comunitari, scandisce le 25 pagine della relazione “sintetica” con cui il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e la Politica di coesione Tommaso Foti, si è presentato ieri in cabina di regia. (…) Ma è lo stesso documento governativo a precisare che i ministeri sollecitano modifiche per 170 fra target e milestone, cioè il 48% delle scadenze rimaste da centrare. Le trattative con Bruxelles sono in corso, dopo la partenza ufficiale del confronto sulla revisione il 21 marzo scorso, e il semaforo dovrebbe accendersi, almeno nelle speranze del governo, “entro la fine del mese di giugno“.
“Ma è la stessa relazione ad avvertire che non sarà questa l’ultima tappa della riscrittura del Piano prima della scadenza del 2026, perché la Commissione europea “ha ritenuto di dover concentrare la propria valutazione sulle proposte relative, in via principale, alla settima rata”. (…) Il cuore dei correttivi già formalizzati si concentra sulla “revisione di buona parte degli investimenti ferroviar”, che coinvolge l’Alta velocità sia al Sud (sul lotto Apice-Hirpinia in Campania e sulla Palermo-Catania in Sicilia) sia al Nord, in particolare per quel che riguarda il Terzo Valico dei Giovi. Pesano, in questo quadro, gli imprevisti geologici, incontrati tanto sulle Alpi liguri quanto in Campania, ma anche i “ritardi nello sviluppo del progetto esecutivo” che sulla Salerno-Reggio Calabria “hanno determinato l’erosione dei margini temporali di realizzazione dell’opera“, si legge su Il Sole 24 Ore.
Revisione Pnrr, gli effetti sulle opere
In Campania impattano in particolare sulle ‘Infrastrutture per la mobilità sostenibile’ e la Tyrrenian Link gli effetti della quinta revisione in due anni del Pnrr, con la Cabina di regìa sul piano di aiuti europei che ha dato il via libera a una “rimodulazione” di alcuni interventi. Gli interventi ricompresi nella Missione 3 “Infrastrutture per la Mobilità sostenibile” sono quasi tutti interventi che riguardano la rete ferroviaria in cui il MIT è Amministrazione Titolare ed RFI è soggetto attuatore. Nel corso di settembre 2024, “a causa di criticità emerse ascrivibili ad imprevisti di natura geologica registrati nello specifico sul lotto Apice-Hirpinia (M3C1 I1.1 “Alta Velocità verso il Sud”)” – RFI ha presentato una prima proposta di rimodulazione consistente nel re-inserimento nel Pnrr dei lotti funzionali Napoli-Cancello e Cancello-Frasso (che hanno una quota di finanziamento a valere sulle risorse Fesr) e nella conclusione di parti d’opera autoconsistenti sul lotto Apice-Hirpinia.
Inoltre, in riferimento al sub-investimento Salerno-Reggio Calabria, per il quale si sono registrati ritardi nello sviluppo del progetto esecutivo che ha determinato l’erosione dei margini temporali di realizzazione dell’opera, oltre al ritardo dovuto all’acquisizione di autorizzazioni, si è resa necessaria una proposta di modifica del target. Per quanto riguarda l’investimento ‘Tyrrhenian link‘ la revisione è finalizzata a modificare “un errore materiale presente nella narrative, nella milestone M7-14 e nel target M7-15 della CID”.
Nel testo originario, infatti, era prevista la costruzione di 514 km di cavi sottomarini tra Eboli e Caracoli. Il chilometraggio originario, infatti, si basava sulla progettazione preliminare del Ramo Est del Tyrrhenian Link e pertanto si basava su una stima. Nel 2024, a seguito del completamento della progettazione esecutiva, è emerso che la lunghezza dell’elettrodotto che collegherà le stazioni di conversione di Eboli e Caracoli sarà pari a circa 511,5 Km (di cui circa 488 Km di cavi sottomarini e circa 23,5 Km di cavi terrestri). Pertanto, si è proceduto alla modifica del numero dei chilometri totali in “511” e alla contestuale eliminazione del riferimento “sottomarini”, in quanto un breve tratto dell’elettrodotto (circa 23,5 km) è terrestre.