La Palermo–Agrigento è una delle arterie più importanti della Sicilia interna. Collega due dei principali capoluoghi regionali attraversando territori densamente abitati e ricchi di potenziale economico, ma storicamente penalizzati da un’infrastruttura stradale obsoleta, insicura e congestionata. Il progetto di ammodernamento del tratto Palermo–Lercara Friddi, previsto lungo le statali SS121 e SS189, rappresenta uno degli interventi infrastrutturali più attesi nell’isola.
Un’opera strategica attesa da decenni
Il potenziamento della Palermo–Agrigento è presente nei piani strategici sin dal 2001, quando fu incluso nell’Accordo di Programma Quadro (APQ) per il trasporto stradale. Inserito nella Legge Obiettivo e nel Piano Regionale dei Trasporti della Sicilia, l’intervento prevedeva l’adeguamento a 4 corsie per circa 59 km. Tuttavia, il complesso iter autorizzativo e le numerose revisioni progettuali ne hanno rallentato l’avvio effettivo per quasi vent’anni. L’infrastruttura prevista è una strada extraurbana principale (categoria B) nel primo tratto da Palermo a Bolognetta, e una strada extraurbana secondaria (categoria C1) per il resto, con tratti predisposti per un futuro potenziamento.
Tracciato, alternative e criticità
Il tracciato complessivo da ammodernare misura circa 56,1 km e si articola in più tronchi:
– Palermo–Bolognetta (14,4 km): adeguamento a 4 corsie in nuova sede, già approvato dal Ministero dell’Ambiente.
– Bolognetta–Vicari Nord (24,8 km): adeguamento in sede alla categoria C1.
– Vicari Nord–Bivio Manganaro (8,5 km): potenziamento a piattaforma assimilabile a categoria B.
– Bivio Manganaro–Lercara Friddi (8,4 km): nuova variante in categoria B.
Il progetto ha considerato varie alternative (1, 2, 3, 4, A), valutate in base a criteri plano-altimetrici, ambientali, economici e di sicurezza. Tra le principali problematiche affrontate:
– Frane attive a Misilmeri e Vicari, con soluzioni differenziate tra gallerie, viadotti e tracciati alternativi.
– Interferenze idrauliche, soprattutto con i fiumi Eleuterio e Buffa.
– Impatto ambientale elevato in tratti di viadotti molto lunghi.
Un tracciato vecchio, pericoloso e inadeguato
Il tracciato attuale della SS121 e SS189 è considerato uno dei più pericolosi della Sicilia, con oltre 250 accessi privati, 22 intersezioni, di cui molte a raso, e curve con raggi inferiori a 80 metri. Le banchine sono spesso assenti o troppo strette, e mancano corsie di accelerazione, decelerazione e visibilità adeguata. La conseguenza è un elevatissimo tasso di incidentalità, anche mortale, con frequenti scontri frontali, sorpassi azzardati e investimenti di pedoni o animali, aggravati dalla scarsa illuminazione.
Le opere previste: viadotti, svincoli e impianti tecnologici
Il progetto prevede la realizzazione di:
– 11 svincoli di nuova generazione.
– Numerosi viadotti e cavalcavia.
– Gallerie a doppia carreggiata nei tratti con forte pendenza o frane attive.
– Impianti tecnologici per la sicurezza in galleria, illuminazione intelligente e gestione del traffico.
Sono previste anche misure di mitigazione ambientale, come la riqualificazione delle aree sotto viadotti e gallerie, interventi antirumore e opere di presidio idraulico.
Costi e prospettive
Il costo complessivo dell’opera si aggira attorno a 2,2 miliardi di euro, di cui oltre 2 miliardi destinati alla nuova viabilità a 4 corsie. L’intervento ha già ottenuto valutazioni ambientali favorevoli per il primo tratto (A19–Bolognetta) ed è in attesa di completamento delle procedure per la parte centrale.
Se realizzata nei tempi previsti, l’opera potrà:
– Ridurre drasticamente i tempi di percorrenza.
– Aumentare la sicurezza stradale.
– Incentivare lo sviluppo delle aree interne siciliane.
Una priorità per la mobilità siciliana
Il potenziamento della Palermo–Agrigento non è solo una grande opera: è una necessità sociale, economica e ambientale. Dopo anni di ritardi e modifiche progettuali, è il momento di passare dalle carte ai cantieri. La Sicilia interna ha diritto a un’infrastruttura moderna, sicura e integrata, per colmare il gap con il resto del Paese e rilanciare davvero i suoi territori.



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