La DIA di Bari e le autorità albanesi, con l’ausilio di Interpol, dell’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza di Tirana e della polizia Albanese, nell’ambito di una squadra investigativa comune, hanno eseguito, su disposizione della Dda di Bari e la Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana, con il coordinamento di Eurojust e della Direzione nazionale antimafia ed antiterrorismo di Roma, due ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Bari e dal giudice del Tribunale Speciale di Primo Grado Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana nei confronti di 52 persone responsabili, a vario titolo, di traffico internazionale di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, riciclaggio e abuso d’ufficio.
Con l’operazione sono stati eseguiti, tra l’Italia e l’Albania, decreti di sequestro per un valore di diversi milioni di euro che hanno interessato beni mobili e immobili. Le indagini, condotte dalla DIA di Bari nell’ambito dell’operazione URA tra il settembre del 2021 e il mese di giugno 2022, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, albanesi ed italiani, appartenenti in Italia a due associazioni criminali, riconosciute come tali dal gip di Bari, stanziate, precisa una nota della DIA, “nello stesso capoluogo pugliese nonché, in Albania, facenti parte di un potente gruppo criminale organizzato, riconosciuto tale dal giudice di Tirana, stanziato a Durazzo“.
Sempre la DIA, in merito agli ingenti quantitativi di eroina e cocaina movimentati, a decorrere dal 2016, tra i Balcani, il Nord Europa, il Sud America e la Puglia, ha documentato l’esistenza di una comunanza d’interessi tra il gruppo criminale in Albania, “deputato, a livello transnazionale, alla commercializzazione e al trasferimento dello stupefacente, e le due associazioni criminali operanti a Bari le quali, a loro volta, effettuate le operazioni di ‘taglio’ e ‘confezionamento’ in panetti, rifornivano all’ingrosso le organizzazioni baresi, brindisine e leccesi interessate a ricevere l’eroina e la cocaina, “di qualità”, proveniente rispettivamente dalla Turchia e dall’America Latina“.
Le complesse indagini, che si sono avvalse di intercettazioni ambientali e telefoniche, di video riprese, pedinamenti e servizi di osservazioni, avvalorate anche dall’analisi delle chat “criptate acquisite dalla piattaforma Skyecc“, e dalle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, hanno permesso, tra l’altro, di documentare, in relazione alla sostanza stupefacente inviata a Bari principalmente dall’Albania e dal Nord Europa, innumerevoli rifornimenti, 255 chili di eroina e cocaina “pura”, effettuati tramite corrieri internazionali. Ricostruito, oltre ai viaggi degli stupefacenti, anche il “flusso” di denaro contante che dalla Puglia si spostava verso l’Albania “a pagamento dello stupefacente commercializzato all’ingrosso, avvenuto tramite autisti di autobus di linea internazionali, le cui illegali transazioni, per un importo complessivo di 4,5 milioni di euro, hanno consentito alle Autorità Albanesi di contestare il reato di riciclaggio“.
Nello stesso ambito sono stati ricostruite diverse “consegne” di contante, quale pagamento della droga, avvenute a Bari per importi superiori anche a mezzo milione di euro; il trasferimento di oltre 500mila dollari dall’Albania all’America Latina, versati quale anticipo per l’acquisto di una partita di 500 chili di cocaina spedita da Guayaquil (Ecuador); episodi di abuso d’ufficio verificatisi in territorio albanese. I riscontri utilizzati per dimostrare l’operatività delle tre associazioni criminali transnazionali hanno riguardato un precedente sequestro di 3 milioni di euro in denaro contante a Durazzo nonché i sequestri di stupefacente effettuati, in circostanze diverse: di oltre 30 chili di eroina e alcuni “laboratori artigianali” adibiti, a Bari e nella sua provincia, al taglio e confezionamento della droga in panetti; di 2 tonnellate di cocaina al porto di Rotterdam (Olanda); di 932 chili di cocaina al porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria); di 400 chili di hashish a Noicattaro (Bari). Il gip del Tribunale di Bari, Francesco Vittorio Rinaldi, sottolinea la nota della DIA, accogliendo le risultanze investigative della locale Dda, ha riconosciuto il “salto di qualità, soprattutto dal punto di vista dell’utilizzo di strumenti tecnologici all’avanguardia, il ‘know-how’ e la capacità imprenditoriale dei narcotrafficanti albanesi, capaci di gestire vere e proprie holding criminali in grado di rifornire i gruppi mafiosi egemoni nella città di Bari“.
I provvedimenti restrittivi emessi dal giudice del Tribunale di Tirana hanno riguardato, tra gli altri, i vertici di una potente famiglia egemone nella città di Durazzo, un comandante e un agente della polizia albanese, un avvocato e 6 autisti di autobus di linea internazionale. Le misure cautelari patrimoniali hanno riguardato in Italia il sequestro preventivo, funzionale alla confisca, di beni mobili ed immobili tra i quali 9 appartamenti, 4 società, 7 conti correnti e 3 autovetture e, in Albania, il sequestro di diversi immobili, 2 società di costruzioni, 4 ristoranti di lusso, 1 agenzia immobiliare, 1 rete televisiva, il cui valore complessivo è stimato in diversi milioni di euro.
L’operazione si incardina nel più ampio progetto investigativo della Dda di Bari e della Spak di Tirana volto a contrastare l’incessante traffico internazionale di cocaina ed eroina, gestito dalle organizzazioni criminali albanesi. In tale contesto, in esito alle precedenti operazioni Shefi, Kulmi e Shpirti, tra il 2018 e il 2021 la DIA di Bari ha già dato esecuzione complessivamente a 118 misure cautelari, al sequestro di beni mobili ed immobili per diversi milioni di euro e al rinvenimento di oltre sei tonnellate di droga tra marijuana, cocaina e hashish, permettendo, nei vari gradi di giudizio, di comminare pene, per ciascun imputato, fino a 20 anni di reclusione.
I provvedimenti cautelari eseguiti oggi, nei confronti di 12 italiani e 40 albanesi – 49 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 2 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria – sono stati eseguiti, in esecuzione di un mandato d’arresto internazionale, in Albania nelle città di Durazzo, Scutari, Tirana, Fier, Valona; in Italia a Bari e provincia, Oria (Br), Matera, Frosinone, Torino, Cosenza, Trento, Como, Cremona e Pomezia (Rm) nonché in Belgio.