A Catanzaro, nel 2022, una signora di 69 anni è morta a causa delle complicazioni nate in seguito ad una gastroscopia che le ha lacerato l’esofago. Il 15 maggio, l’udienza preliminare nel Tribunale del capoluogo calabrese. Lo Studio Legale Chiarini, specializzato in casi di responsabilità sanitaria, assiste in sede civile la famiglia della vittima. Purtroppo in Italia si può morire anche a causa di esami medici di routine. È quanto accaduto a Catanzaro nel 2022 ad una signora di 69 anni di cui indichiamo le iniziali C.B.
Sottoposta ad una gastroscopia il 14/04/2022, la paziente subisce una perforazione iatrogena dell’ipofaringe, una ferita che, come si legge nel referto dell’autopsia, sarà all’origine di “una cascata di eventi patologici che nonostante terapie mediche e chirurgiche d’urgenza hanno lentamente condotto a decesso la paziente”. Lo stesso documento afferma chiaramente che “il decesso della sig.ra Brandi è in nesso di causalità con la condotta dell’operatore che espletava l’indagine diesofagogastroduodenoscopia”.
“Il nostro studio sta offrendo assistenza giuridica ai congiunti della vittima, profondamente segnati dalla vicenda clinica sofferta dalla sig.ra C.B. e straziati dalla perdita, nei modi e nei tempi in cui si è verificata, di colei che, in quanto madre, moglie e nonna, era il caposaldo della famiglia. Ci siamo attivati in sede civile per far luce sull’accaduto e dare voce alle istanze di giustizia dei familiari della sig.ra C.B. mediante l’accertamento delle responsabilità per il decesso, dovuto ad una complicanza nel corso di un esame diagnostico considerato di routine, certamente prevedibile ed evitabile qualora la condotta dei sanitari fosse stata improntata a criteri di prudenza, diligenza e perizia”.
“Le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro hanno evidenziato anche chiari profili di responsabilità penale, tanto da condurre ad una richiesta di rinvio a giudizio del medico operatore endoscopista che verrà vagliata dal Giudice nella imminente udienza preliminare”.
È quanto dichiarato dagli Avvocati Gabriele Chiarini e Lucia Spadoni dello Studio Legale Chiarini con sede a Urbino e Chieti, specializzato nel seguire le pratiche relative ai casi di responsabilità sanitaria.
La vicenda
Il 14 aprile del 2022, in un ospedale di Catanzaro, la signora C.B. viene sottoposta ad una esofagogastroduodenoscopia (EGDS), programmata per un controllo di routine per epigastralgia e dolore toracico in trattamento con omeprazolo. La procedura viene bruscamente interrotta poco dopo l’avvio. Nel referto, l’operatore riporta semplicemente di non essere riuscito ad effettuare la EGDS poiché l’endoscopio non riesce a progredire nell’ipofaringe. La paziente viene quindi portata al Pronto Soccorso della struttura per un controllo TC e qui viene ipotizzata una “sospetta lesione esofagea alta”.
La TC collo-torace effettuata in PS mostra un accumulo di aria nello spazio tra i polmoni con diffusione ai tessuti molli sottocutanei e conseguente gonfiore, compatibile con gli esiti di una lesione esofagea. La signora è quindi trasferita presso la U.O.C. di Chirurgia Toracica dove la TC collo torace con mdc effettuata in data 15 aprile pone in netta evidenza la lesione dell’esofago. Lo stesso giorno, i medici decidono di operare la paziente per mediastinite discendente da perforazione faringo-esofagea. L’intervento è preceduto da nuova EGDS espletata in sede intraoperatoria, sempre dal medesimo operatore, che rileva una formazione “[…] nell’ipofaringe, […] iperemica, lardacea, ulcerata con evidenza di tramite fistoloso, che tende ad obliterare il lume”. Tuttavia, l’operatore non dà corso in tale sede ad alcun tipo di tentativo di intervento endoscopico di chiusura della fistola individuata.
Si procede quindi all’intervento chirurgico per rimuovere il materiale purulento accumulatosi ma la lesione dell’esofago non risulta visibile con l’accesso chirurgico e pertanto non viene riparata. In tale occasione vengono prelevati campioni di ipofaringe che, sottoposti ad un esame istologico, portano ad escludere la presenza di una neoplasia a carico dell’esofago, confermando dunque che la lesione è stata provocata dall’operatore dell’EGDS.
La signora è poi trasferita presso l’U.O. di Rianimazione e Terapia Intensiva dello stesso nosocomio; durante la degenza, le sue condizioni peggiorano progressivamente: febbre, fuoriuscita di materiale purulento dai drenaggi, broncolavaggio positivo alla Candida Albicans, addensamenti polmonari. Il 23 aprile, la paziente è sottoposta ad un ulteriore intervento chirurgico per mediastinite discendente da perforazione dell’ipofaringe. In tale occasione si riesce a suturare la lesione. Al rientro dalla sala operatoria, la signora C.B. torna presso l’U.O. di Rianimazione e Terapia Intensiva, collegata al ventilatore meccanico e con tre drenaggi. Nei giorni seguenti, la paziente risulta positiva a Pseudomonas Aeruginosa e il suo quadro polmonare peggiora progressivamente. Si assiste poi ad insufficienze multiorgano da shock settico non responsivo alle terapie.
Il 15 maggio 2022, alle ore 4:20, viene constatato il decesso della signora C.B. La figlia della paziente, alla luce delle gravi perplessità maturate nei confronti dell’operato dei sanitari che hanno avuto in cura la madre, a poche ore dal decesso della stessa, sporge denuncia querela presso la Questura di Catanzaro, al fine di appurare quanto accaduto a sua madre e gli eventuali profili di responsabilità per l’evoluzione ad esito infausto della vicenda clinica.
Il procedimento penale
Viene avviato il procedimento penale n. 2407/2022 R.G.N.R. Mod. 44, poi rubricato al n. 2092/2022 Mod. 21 R.G.N.R., nel cui ambito viene disposto l’accertamento tecnico medico legale sulle cause della morte della paziente. I consulenti tecnici della Procura evidenziano che “alla luce degli esiti delle indagini medico legali, è possibile affermare che durante la EGDS è stata causata una lesione iatrogena a carico dell’ipofaringe con pneumomediastino e seguente sepsi mediastinica. Tale evento ha determinato una cascata di eventi patologici che nonostante terapie mediche e chirurgiche d’urgenza hanno lentamente condotto a decesso la paziente. […] il decesso della sig.ra Brandi è in nesso di causalità con la condotta dell’operatore che espletava l’indagine di esofagogastroduodenoscopia […]”.
Nel novembre 2024 il Pubblico Ministero presso il Tribunale di Catanzaro formula richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del medico operatore della EGDS per il seguente capo di imputazione: “reato p. e p. dall’art. 589 co. I c.p., per aver cagionato la morte della paziente a causa di “insufficienza multiorgano quale evento terminale di shock settico conseguente a mediastinite cagionata da perforazione iatrogena dell’ipofaringe avvenuta in corso di esofagogastroduodenoscopia” per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e, in particolare, perché, in qualità di medico operatore presso la SC di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva […], ove la Brandi si era recata – il 14 aprile 2022 – per sottoporsi ad esame diagnostico programmato di esofagogastroduodenoscopia:
• durante la procedura endoscopica ometteva di attuare una prudente interruzione dell’esame diagnostico a fronte dell’intervenuta resistenza della parete esofagea sullo strumento endoscopico, con ciò cagionando la perforazione ipofaringea subito prima dello sfintere esofageo superiore;
• ometteva di indicare nel referto dell’esame eseguito e nei successivi referti una diagnosi o sospetta diagnosi di perforazione iatrogena esofagea;
• il giorno successivo, durante ulteriore intervento chirurgico, ometteva di effettuare un tentativo di chiusura della lesione iatrogena esofagea con colla di fibrina, mesh, clips, punti o endoprotesi per endoscopica, visibile attraverso tale via;
cosicché, la paziente, dopo ulteriori interventi chirurgici e tentativi di cura, decedeva in conseguenza delle complicazioni generate dalla lesione sopra meglio specificata, nella giornata del 15 maggio 2022 alle ore 4,20 in costanza di ricovero ospedaliero. In Catanzaro, il 15 maggio 2022”.