Tra le colline siciliane, Gallodoro è un borgo che conserva con attenzione le sue origini che risalgono all’età greca, proponendosi agli occhi dei visitatori con un patrimonio culturale invidiabile. Situata dove anticamente probabilmente sorgeva l’insediamento di Bocena, la località è stata interessata da numerosi ritrovamenti archeologici che hanno portato alla luce monete, cocci di ceramica e tombe: elementi storici che hanno condotto gli studiosi a ipotizzare che qui potesse trovarsi l’antica Kallipolis, fondata dai coloni calcidesi provenienti dalla vicina Naxos, la prima colonia greca della Sicilia.
Il borgo medievale di Gallodoro
Anche se le origini di Gallodoro sono di epoca classica, in realtà l’attuale borgo si sviluppò solo durante il periodo medievale, quando crebbe intorno alla chiesa rurale di San Teodoro Martire. La chiesa, collocata in un punto di passaggio tra la parte bassa e quella alta della valle, per secoli ha svolto la funzione di centro spirituale e sociale della comunità.
Il nome stesso del borgo, peraltro, deriva probabilmente da “Vallis Aurea“, una denominazione attribuita dai Romani alla valle, forse per la sua fertilità o per la presenza di giacimenti auriferi.
E così, passeggiando per le stradine del centro storico, ancora oggi i visitatori possono ammirare la caratteristica struttura urbana medievale, con una forma di cavea teatrale ed edifici addossati l’uno all’altro.
La storia di Gallodoro
Per lungo tempo, Gallodoro rimase legata amministrativamente alla città di Taormina fino a quando, nel 1634, sotto il regno di Filippo IV, il suo territorio venne venduto dalla Regia Corte a Donna Francesca Porzio, moglie di Don Francesco Reitano, che divenne così la prima marchesa di Gallodoro.
Le vicende storiche del marchesato furono piuttosto turbolente, soprattutto durante la rivoluzione di Messina del 1673-1678, quando i Reitano, schieratisi con i ribelli filo-francesi, subirono l’esilio e la confisca dei beni. Dal 1679 il marchesato passò poi alla nobile famiglia Vigo di Acireale, che lo mantenne fino agli inizi del XIX secolo.
La storia recente di Gallodoro è invece contraddistinta da una lunga e faticosa lotta per l’indipendenza. Nel corso dell’Ottocento, la frazione costiera di Letojanni acquisì progressivamente importanza economica e sociale, tanto che nel 1879 la sede comunale fu trasferita dal centro collinare alla marina, creando il comune di “Letojanni-Gallodoro”. Il ridimensionamento non spense però lo spirito di autonomia degli abitanti dell’antico borgo, che – anzi – dopo decenni di battaglie ottennero finalmente la separazione amministrativa con la legge regionale del 26 novembre 1952.
Cosa vedere a Gallodoro
Con queste premesse, non stupisce che chi oggi visita Gallodoro può facilmente immergersi in un’atmosfera autentica e rurale.
Il punto preferenziale di partenza di ogni esplorazione è il centro storico, con la sua struttura medievale ben conservata, in cui fare piacevoli passeggiate tra vicoli stretti e piazzette panoramiche.
Tra le architetture religiose più apprezzate troviamo la chiesa di San Teodoro Martire, che rappresenta il cuore spirituale del borgo e in cui poter ammirare gli arredi sacri. Uscendo, si incontrano diversi belvedere naturali che offrono viste impareggiabili sulla costa ionica e sull’Etna. Chi invece ama le escursioni e il trekking, non farà fatica a individuare qualche sentiero che conduce nei dintorni, in paesaggi mediterranei incontaminati.
Per ristorarsi un po’, è poi possibile fare una pausa nei locali che offrono piatti tipici della tradizione gastronomica siciliana, come le paste fresche condite con sughi di erbe selvatiche, i formaggi prodotti e i dolci a base di mandorle e pistacchi.
Oltre al ricco patrimonio storico e culturale di cui abbiamo parlato nelle scorse righe, Gallodoro è nota anche per il suo ambiente naturale, di gradevole bellezza e biodiversità.
I pendii collinari sono infatti caratterizzati da una rigogliosa vegetazione mediterranea, con uliveti secolari, agrumeti profumati e ampie zone di macchia mediterranea che ospitano una varietà di specie animali e vegetali.
Come arrivare a Gallodoro
Arrivare a Gallodoro non è difficile: basta infatti percorrere l’autostrada A18 Messina-Catania con uscita a Taormina, e da qui seguire le indicazioni per Letojanni e successivamente per Gallodoro. In alternativa, si può arrivare in treno fino alla stazione di Taormina-Giardini Naxos e proseguire con i mezzi pubblici o in taxi.
Una volta giunti in loco, non mancheranno i punti di ristorazione in cui provare delle ottime combinazioni gastronomiche.