Il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie nel Sud Italia è un obiettivo strategico non più rinviabile. Tuttavia, l’urgenza di colmare il divario con il resto del Paese si scontra con ritardi cronici, complessità tecniche e, in alcuni casi, gravi inefficienze. Emblematico il destino di tre grandi opere in corso – la Napoli–Bari, la Palermo–Catania e la Ferrovia Ionica calabrese – che rischiano di diventare cantieri eterni se non si interviene per garantire tempi certi e reali capacità esecutiva.
Napoli–Bari: difficile l’apertura entro il 2027
La linea ad Alta Capacità Napoli–Bari è forse il progetto ferroviario più ambizioso del Mezzogiorno. Prevista inizialmente per il 2027, la sua realizzazione appare però fortemente in dubbio. Il tratto Hirpinia–Orsara, lungo 28 km, di cui ben 27 in galleria, e la successiva Galleria Orsara, lunga quasi 10 km, rappresentano opere imponenti dal punto di vista ingegneristico.
Queste gallerie richiedono tempi tecnici molto superiori rispetto a quanto spesso dichiarato negli annunci ufficiali. Anche se la velocità media di avanzamento dovesse subire un’accelerazione concreta, è praticamente impossibile che l’intera linea possa entrare in funzione nei tempi promessi.
Palermo–Catania: due anni di ritardo sul tratto più semplice
Anche la Palermo–Catania, inserita nel corridoio europeo Scandinavo-Mediterraneo, soffre di problemi strutturali. Il tratto Bicocca–Catenanuova, che doveva essere il più rapido da realizzare perché tecnicamente poco impegnativo, ha accumulato oltre due anni di ritardo.
Una delle principali criticità è paradossale: la mancanza di approvvigionamento idrico, necessaria per il funzionamento delle talpe meccaniche (TBM) utilizzate nello scavo delle gallerie. In piena emergenza idrica, si è dovuto ricorrere addirittura alla posa di una condotta temporanea dalla diga di Villarosa. Un ostacolo tanto banale quanto grave, che dimostra una carenza di pianificazione logistica e ambientale.
Ferrovia Ionica: promesse disattese e tratte dimenticate
La situazione non migliora in Calabria. La Ferrovia Ionica, da Sibari a Reggio Calabria, è oggetto da anni di progetti di elettrificazione e potenziamento. Tuttavia, sulla tratta Catanzaro–Reggio Calabria gli interventi non sono nemmeno iniziati, mentre le tratte più a nord sono interessate da chiusure programmate e ritardi già noti.
Nel tratto Sibari–Crotone, la circolazione resterà sospesa fino a giugno 2025, mentre nel Crotone–Catanzaro Lido si prevede la ripresa del servizio solo dopo settembre 2025. Ma da Reggio Calabria verso nord, nessun cantiere è ancora operativo, lasciando l’intero versante ionico privo di un collegamento ferroviario moderno.
Serve responsabilità e credibilità istituzionale
L’ammodernamento delle ferrovie del Sud non può essere solo un titolo da comunicato stampa. Senza tempi certi, le opere diventano una promessa mancata, alimentano sfiducia e rallentano la crescita dei territori coinvolti.
Per invertire la rotta servono: una pianificazione rigorosa, una gestione trasparente dei cantieri, la garanzia di approvvigionamenti e risorse reali, e un serio monitoraggio dei tempi e dei costi. Se il Sud deve finalmente salire sul treno dello sviluppo, è ora che il treno parta davvero – e in orario.