Cultura, ecco il libro di Albano Carrisi in cui racchiude la sua vita

Albano Carrisi, in arte Al Bano, il grande cantante pugliese, ha scritto un lungo libro in cui racchiude l’intera sua vita

Albano Carrisi, in arte Al Bano, il grande cantante pugliese, ha scritto un lungo libro in cui racchiude l’intera sua vita, fatta di successi strepitosi ma indelebilmente segnata da una grande sciagura. La scomparsa della figlia Ylenia ancora oggi, dopo molti anni, carica di mistero. Il titolo del libro “Il sole dentro”, appare coerente con la vicenda che narra perché tutta la vita dell’autore appare profondamente segnata dalla stella madre del sistema solare. Albano ricorda infatti spesso la benefica invadenza del sole nella sua vita sentimentale. Talvolta – è costretto ad ammettere – s’inserisce anche su un altro piano, quello economico, che in genere non guasta. Nel 1967 con un 45 giri, intitolato, appunto, “Nel sole” vende un milione e trecentomila copie di dischi e incassa una cifra enorme.

Il libro si compone di quattro scansioni della sua esistenza

Il libro si compone di quattro scansioni della sua esistenza. Ognuna di venti anni. La prima parte, la meno nota, della sua densa biografia, conserva, a mio parere, un fascino segreto. Albano proviene da una famiglia di contadini del Mezzogiorno, dove, fino all’immediato dopoguerra il lavoro si tramandava, implacabilmente ripetitivo, di padre in figlio e si consumava attraverso giornate interminabili. La disciplina dura rappresentava la corazza entro cui i capifamiglia, in quegli anni lontani, intendevano sviluppare la personalità dei figli. Albano cresce dunque in un contesto severo. Pur legato in forma morbosa ai genitori – non esiste capitolo del libro dove questo affetto non traspaia – ad un certo punto non può fare a meno di ammettere: “Mio padre non mi ha mai dato una carezza”. L’ambiente è dunque quello povero del Mezzogiorno. I racconti dei vecchi intorno al camino che funge da riscaldamento, gli spazi ristretti, le fiabe tutte a lieto fine, “i ceci che” – scrive l’autore – “mia madre gettava in un pentolino per farli arrostire.” Venivano consumati con voracità come fossero prelibatezze. Insomma la vita dei suoi primi venti anni non è facile. Pochi trastulli sostituiti dalla zappa che rende le sue mani incallite fin dalla giovane età.

Albano però sente di giorno in giorno che quello del contadino non può essere il suo destino

Albano però sente di giorno in giorno che quello del contadino non può essere il suo destino. A dargli tale certezza è la televisione che verso la fine degli ’50 irrompe “nella sezione della Dc e del Pci del suo paese”. Quell’enorme scatola magica in cui giganteggia il profilo del cantante Domenico Modugno, nato non lontano dal suo paese, dischiude nuovi orizzonti. “Avevo quattordici anni” – confida nel libro – “e tanti sogni. Modugno li incarnava tutti.” Dietro questa irresistibile spinta emulativa

il 5 maggio del 1961 Albano sale sul treno in direzione di Milano. “Diventai emigrante, come tanti prima di me”, confida. I lavori che è costretto a fare sono molti. Si può solo dire che fra tanti cambiamenti, tra tanti cimenti un solo desiderio, nella vita di Albano, rimane costante, inalterato, quello di fare il cantante. Il suo esordio, in questo mestiere che adora, avviene nel clan di Celentano. Quindi, partecipando a tutti i concorsi canori del tempo, comincia ad avere successo. La sua consacrazione avviene con l’esecuzione di un brano che, come ho accennato all’inizio, lo rende d’un colpo famosissimo: “Nel sole”. Questa canzone diventa dunque la pietra miliare della sua vita. Il successo era stato così grande che, come spesso capita in questi casi, si pensò d’immortalarlo in un film.

Albano conosce Romina

Sul set Albano conosce Romina, la bella americana, figlia di Tyrone Power e di Linda Christian. E’ amore a prima vista. La loro vita in comune è nota. I giornali ne hanno scritto fin troppo. Mi limito ad annotare un elemento che offre la dimensione del successo. Al loro matrimonio partecipano trentacinquemila persone. La cosa sorprendente è data dal fatto che la coppia non si stabilisce, come sarebbe apparso a prima vista logico, in una grande città ma a Cellino San Marco. Il paesino che Albano aveva lasciato per tentare la fortuna, diventa il rifugio sentimentale della coppia. L’americana ci vive sorprendentemente felice. La famiglia che cresce rende ancora più indissolubile il legame. Infine la decisione di cantare in coppia. Molte canzoni del loro repertorio ottengono un successo strepitoso. “Felicità” questo novello inno alla gioia, che alcuni giornalisti – pochi per la verità – criticarono come canzone leggera, per anni diventa la colonna sonora degli italiani che, come afferma Albano, uscivano da anni difficili, “insanguinati” dal terrorismo.

Popolarità

La popolarità di quegli anni diventa incontenibile e porta la coppia a vincere con “Ci sarà” il festival di Sanremo del 1984. Poi all’improvviso, dopo anni vissuti sulla cresta dell’onda, su Albano e Romina si abbatte la tragedia più grande, quella più inaccettabile per un genitore, la scomparsa della figlia Ylenia, cui ho accennato all’inizio. Una ragazza bella che prometteva molto anche sul piano culturale. Frequentava il King’s College a Londra con una borsa di studio in Letteratura. La vicenda, com’è noto, è avvolta dal mistero. Sparisce a 23 anni a New Orleans. Questa tragedia immane sconvolge, come sovente accade, la vita della coppia che era filata felice per trenta anni. Romina si allontana da San Marco e Albano si dedica ai figli.

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Dopo un lungo tempo trascorso in solitudine conosce una bella ragazza del luogo, della quale s’innamora, Loredana Lecciso e con la quale costruisce una seconda famiglia. Devo aggiungere per completezza che Albano ha avuto importanti problemi di salute che fino ad oggi ha superato lavorando. Nel corso della sua lunga carriera, oltre ad aver riscosso in tutto il mondo un grande successo, ha conosciuto anche tanti grandi personaggi pubblici non solo della politica. Mi piace a questo punto concludere con una frase di Papa Francesco, rivolta al suo amico Albano poco tempo prima della sua morte: “Caro Albano ti ricordo che Sant’Agostino insegnava che il cantare è proprio di chi ama e che chi canta prega due volte”. Come dargli torto?