Assolti i fratelli Zappia: la Corte d’Appello conferma l’estraneità alla ’ndrangheta

Operazione “Vecchia Guardia”, doppia assoluzione per i quattro imputati di San Martino di Taurianova: crolla in Appello l’accusa basata sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Russo
StrettoWeb

E’ di ieri sera la Sentenza del processo “ Vecchia Guardia ”, con la quale i fratelli Vincenzo Giuseppe, Maria Concetta, Teresa e Rosetta Zappia di San Martino di Taurianova sono stati assolti dalla Corte di Appello di Reggio Calabria (Monaco Pres., Natale e Catalano a latere) Dopo una lunga camera di consiglio, la Corte distrettuale reggina ha confermato la Sentenza del Tribunale Collegiale di Palmi del 27 luglio 2016 con la quale i germani Zappia, difesi dall’Avv. Antonio ROMEO, erano stati già mandati assolti dai gravissimi reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria che attraverso il Sostituto Procuratore della DDA, D.ssa Giulia Pantano, aveva sostenuto l’accusa in giudizio nel corso del lungo dibattimento di primo grado,.

I fratelli Zappia erano ritenuti organici alla omonima cosca di ‘ndrangheta di San Martino di Taurianova, al cui apice, secondo la prospettazione accusatoria, vi era Vincenzo Giuseppe Zappia che si serviva delle proprie sorelle per la commissione di delitti estorsivi in danno degli operatori commerciali della zona.

Ad accusare i germani Zappia era stato soltanto il collaboratore di giustizia Antonio Russo, che li riteneva autori di una estorsione continuata nel tempo per diversi anni, perpetrata ai danni di un noto imprenditore agricolo di Taurianova che, in base alle accuse, era stato costretto a pagare agli Zappia una tangente in denaro per poter avere la tranquillità sui propri fondi agricoli.

Il teorema del Russo, avvalorato e sostenuto dalla DDA di Reggio Calabria, si è però rivelato del tutto inconsistente, contraddittorio e meramente inventato, dal momento che venivano riferiti ripetuti incontri con gli Zappia nel territorio di Gioia Tauro e Rizziconi per la consegna del denaro, che al Russo, quale mediatore con funzione di cerniera tra estorsori ed estorto, gli era affidato dalla vittima, in epoca di tempo, però, in cui gli imputati non potevano uscire fuori dal territorio di Taurianova.

Le tantissime incongruenze del narrato del collaboratore di giustizia sono state meticolosamente contestate dall’Avv. Antonio ROMEO che ha messo a fuoco soprattutto i diversi elementi probatori di segno contrario che erano emersi in dibattimento rispetto alle gravi accuse rivolte agli imputati.

Nel giudizio di appello, è stato nuovamente sentito il collaboratore di giustizia ma anche questa volta il suo percorso argomentativo si è dimostrato affetto da tantissime contraddizioni che, puntualmente, sono state pure evidenziate dal difensore nel corso della lunga discussione affrontata davanti alla Corte distrettuale.

Quindi, la Sentenza confermativa dell’assoluzione, già decretata dal Tribunale di Palmi nove anni addietro, ed il rigetto della impugnazione proposta dalla DDA di Reggio Calabria.

L’Avv. Romeo, soddisfatto per il sigillo assolutorio ha dichiarato che “Le accuse rivolte ai miei assistiti sin dall’inizio erano subito apparse come delle mere invenzioni, non meritevoli neanche di essere considerate indizi, e le continue contraddizioni del Russo avevano, poi, contribuito a delineare ulteriormente un tessuto accusatorio del tutto friabile che si è completamente sgretolato davanti alla verità dei fatti” .

Si chiude, quindi, con una doppia assoluzione l’operazione “ Vecchia Guardia “ e per come, ancora, sostenuto dall’Avv. Romeo “ sui fratelli Zappia interviene la certificazione della loro completa estraneità a cosche di ‘ndrangheta anche da parte della Corte di Appello ”.

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