Sono trascorsi 33 anni da quando a Capaci ci fu la strage più grossa organizzata dalla mafia siciliana. Numerose, anche in questo 23 maggio, le iniziative per commemorare le vittime: Giovanni Falcone, la moglie e magistrata Francesca Morvillo, gli uomini della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Palermo si ferma per ricordare e lo fa con cortei, canti, mostre e alberi piantati in nome di chi non c’è più.
Occhiuto: “rinnovare ogni giorno impegno per costruire società libera da ricatto mafioso”
“Sono trascorsi 33 anni dalla strage di Capaci, nella quale persero la vita, in un vile attentato mafioso, il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Non abbiamo solo il dovere di ricordare. Abbiamo, soprattutto, la responsabilità di rinnovare ogni giorno l’impegno per la legalità, per costruire una società giusta, libera dalla paura e dal ricatto mafioso”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia.